Rifiuti, Gambini: “Il porta a porta a Urbino non conviene. Ma trattiamo per ridurre l’ampliamento della discarica”

di DANIA DIBITONTO

URBINO – La raccolta porta a porta non è conveniente per le casse comunali e non c’è alternativa all’ampliamento della discarica di Ca’ Lucio, solo una eventuale riduzione delle nuove cubature. Ha risposto così, in sintesi, il sindaco Maurizio Gambini all’interrogazione della minoranza Pd nel Consiglio comunale di lunedì 30 novembre. Numeri alla mano si tratta di una ‘rivoluzione’ parecchio salata. L’obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata (secondo Gambini Urbino ora è al 54%) farebbe infatti risparmiare il Comune sulla eco-tassa, come viene chiamato il tributo speciale per il deposito dei rifiuti solidi in discarica. Ma i costi del porta a porta, che aiuterebbe a superare la soglia, sono troppo alti.

“Abbiamo chiesto un preventivo a Marche Multiservizi che ci ha chiesto 650.000 euro all’anno – ha spiegato al Ducato Gambini – lo abbiamo chiesto anche all’Aset ma lo stiamo ancora aspettando. Certo aumentare la percentuale di raccolta differenziata ci libererebbe dall’eco-tassa. Ma si tratta di un servizio che ha un costo superiore all’attuale gestione dei rifiuti”. La raccolta porta a porta è “improponibile – aggiunge – in un territorio come Urbino, dove pochi abitanti sono sparsi su un territorio molto vasto”. Sarà comunque la Commissione a decidere, sulla base dei preventivi.

Alla voce “danno ambientale” nel bilancio del Comune figurano ogni anno 245mila euro (bilanci di previsione triennale 2015-2017): si tratta del risarcimento dovuto per la presenza di una discarica nel territorio di Urbino. Cifra che si somma all’affitto che la società paga ai sette comuni proprietari (quelli della comunità montana del medio e alto Metauro), e ai dividendi che Marche Multiservizi distribuisce fra i suoi soci alla fine di ogni anno. Quest’ultima ridotta dopo la cessione di un grosso pacchetto di azioni di proprietà del Comune proprio a Marche Multiservizi, in cambio di uno stabile in via Sasso. Si parla oggi di circa 25mila euro.

Nei prossimi anni Urbino continuerà dunque a conferire rifiuti a Ca’ Lucio. Ma il sindaco non ha cambiato idea sul destino della discarica. Questo infatti era uno dei punti del suo programma elettorale: chiusura entro la fine della legislatura (2019). Un’eventualità che, almeno per ora, appare però impraticabile.

Il Tar delle Marche, il 4 novembre scorso, ha respinto il ricorso del comitato dei residenti di Montesoffio contro l’ampliamento della discarica. Questo darebbe il via libera a Marche Multiservizi, la società che ha in gestione il sito, di procedere ai lavori per un ampliamento dagli attuali 300mila metri cubi a più del doppio: 700mila metri cubi. La vita della discarica si allungherebbe così di vent’anni, ben oltre la fine di questa legislatura. “E’ inutile mettersi a fare comitati e ricorsi – è la riflessione di Gambini – dobbiamo metterci a tavolino con Marche Multiservizi e con gli altri sei comuni proprietari della discarica per valutare un piano strategico di riduzione di questo nuovo ampliamento”.

Come? “Lo facciamo valutando di quale impiantistica disponiamo nelle altre discariche della provincia. A Ca’ Lucio è escluso che si possano fare impianti nuovi, a parte quello per trattare il percolato in loco che è stato fatto. Non ci sono gli spazi. Ma se potessimo usufruire di un’impiantistica adeguata a Pesaro, e trattare la frazione umida a Fano, il carico verso Ca’ Lucio sarebbe minore. Ci stiamo lavorando.” Già perché oggi la frazione umida, per esempio, viene spedita lontano: “È inutile fare la raccolta differenziata porta a porta, perché per mandare l’umido in Veneto inquiniamo lo stesso” è la riflessione del sindaco.

“Eppure -replica Federico Scaramucci del Pd – di comuni “ricicloni” che raggiungono e superano il 65% di raccolta differenziata nella nostra provincia ce ne sono eccome. Basterebbe seguire il loro modello”.

Gambini respinge le accuse e spiega: “La chiusura non si può imporre, come dimostra la sentenza del Tar. Non c’è nulla di illegittimo. A mio avviso quasi 700mila metri cubi però sono troppi, anche se è una valutazione fatta da tecnici esperti. Quindi l’unica strada per diminuire le dimensioni della discarica è trovare una soluzione tutti insieme, mettendosi a un tavolo con la società e i comuni coinvolti”.