Referendum fusione Urbino-Tavoleto, Gambini: “Potrebbe saltare”

di SIMONA DESOLE e RITA RAPISARDI

URBINO – “Quasi sicuramente il referendum di domenica salterà, ma non c’è ancora l’ufficialità”. Secondo il sindaco di Urbino Maurizio Gambini, sentito dal Ducato, potrebbe verificarsi un effetto domino dopo che il Tar di Ancona ha accolto il ricorso del Comitato del No che si oppone alla fusione tra Pesaro e Mombaroccio. Annullato quindi il referendum con il quale i cittadini dei due comuni avrebbero dovuto esprimere la propria preferenza. “Ora per analogia – ha spiegato il sindaco Gambini – anche al referendum sull’incorporazione di Tavoleto da parte di Urbino potrebbe toccare la stessa sorte”.

“E’ un danno non da poco per la provincia e la Regione. E oltre il danno anche la beffa visto che ieri è stato approvato un emendamento che raddoppia gli incentivi per le fusioni dei Comuni”. Infatti la Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento alla Legge di stabilità 2016 che prevede il raddoppio del contributo statale, che arriva al 40%, per i comuni che si uniscono. Fino ad ora la legge riconosceva infatti contributi statali per i dieci anni successivi alla fusione commisurati al 20% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010, in misura non superiore a 2 milioni di euro per singolo beneficiario.

“Abbiamo rispettato tutte le procedure che l’amministrazione ci ha indicato – ha aggiunto il sindaco – la Regione ci fa perdere un’opportunità semplicemente per una questione di forma, ma la sostanza non cambia”. Alla domanda se nell’eventualità di un annullamento del referendum per Urbino, il comune intenda ricorrere Gambini risponde che “bisogna sanare la situazione, non possiamo essere penalizzati dopo che abbiamo fatto tutti i passi possibili”.

Piergiorgio Fabbri, Consigliere regionale Movimento 5 Stelle Marche, sentito dal Ducato, è invece scettico sul destino comune dei due referendum: “Il procedimento di Tavoleto-Urbino è identico a quello di Momboccio-Pesaro, ma chiaramente il Tar si è espresso su una cosa specifica. Non penso che sia traslabile tout court. Se invece fosse invocato da un ricorso successivo degli abitanti di Tavoleto, possono sicuramente far riferimento a questo precedente”.

Il tribunale di Ancona ha sospeso il voto a causa della modalità con cui era stato posto. La legge Delrio prevedeva che il referendum fosse all’inizio e non alla fine dell’iter di incorporamento. Si legge infatti nel testo che regola le unioni e fusioni di comuni entrato in vigore nell’aprile 2014:

Le popolazioni interessate sono sentite ai fini dell'articolo 133 della Costituzione mediante referendum consultivo comunale, svolto secondo le discipline regionali e prima che i consigli comunali deliberino l'avvio della procedura di richiesta alla regione di incorporazione.

“Le Marche non hanno recepito nei 12 mesi la procedura, risultando quindi inadeguate a far partire le due fusioni – ha aggiunto il consigliere Fabbri – tant’è che i soldi promessi per il voto si sono tutti dimostrati fuori dalla legge di stabilità, era una boutade più pubblicitaria che altro”. E conclude: “Il M5S non è contrario alle fusioni – ha aggiunto il consigliere Fabbri – anzi nel proprio programma le auspicava per i comuni al di sotto dei 5mila abitanti, come risparmio dei costi per i cittadini”.