Urbino aspetta i colossi di marmo. L’artista: “Così ho scolpito David e Gionatan”

URBINO – La città ducale potrebbe presto ospitare due nuovi cittadini. Non saranno, però, delle persone ordinarie, ma un po’ particolari: alte quasi cinque metri, sono nate 3000 anni fa e sono state scolpite nel marmo di Carrara. Si tratta di David e Gionatan, i due principi del Regno d’Israele di cui lo scultore toscano Filippo Dobrilla ha realizzato una statua. Ora l’assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi, vuole portare l’opera in città.

“Inizialmente avevo un blocco di marmo di 30 tonnellate, adesso ne rimangono solo nove – racconta Dobrilla al Ducato – mi ci sono voluti circa quattro anni”. La statua si trova ancora nella zona fiera di Milano, dopo essere stata ospitata, per i sei mesi di Expo, dal padiglione Eataly. “Ho lavorato su David&Gionatan in Toscana – racconta lo scultore – poi, a febbraio, mi ha chiamato Sgarbi per dirmi accelerare con i lavori perché avrebbe voluto portarla all’Expo. Una volta finita l’abbiamo trasportata con un camion e adesso è l’unica rimasta a Rho”.

Un lavoro di precisione. Il procedimento che Dobrilla ha seguito per realizzare l’opera è stato lungo e complesso: “Prima ho realizzato un bozzetto del progetto e poi l’ho riportato sulla pietra – afferma l’artista – per evitare errori è necessario segnare dei punti nel blocco entro i quali devono stare le parti della statua, poi si procede ‘a sensazione’. Un’opera del genere tollera al massimo errori di 1-3 centimetri. Solitamente lavoro a mano, ma questa volta era un lavoro più complesso e ho dovuto usare anche l’abrasivo e degli utensili elettrici”.

L’incontro. Dobrilla e Sgarbi si sono conosciuti nel 1999, in Toscana, durante un’esposizione nella villa della fondazione Longhi. “Mi si avvicinò, dopo aver visto le mie statue e mi disse che mi avrebbe presto richiamato – racconta – in realtà non si fece sentire per qualche mese. Poi, dopo la caduta del governo D’Alema (al tempo Sgarbi era stato eletto deputato per Forza Italia, ndr), si presentò a casa mia. Mi ricordo che andai a prenderlo di persona con il mio camion, perché io vivo in una zona un po’ isolata e difficile da raggiungere”.

Due nodi da sciogliere. Sgarbi ha detto di voler donare la statua alla città e ha stimato il suo valore sui 100.000 euro. Per Dobrilla, però, la statua ne vale 500.000 e afferma di non aver ancora definito “le modalità di vendita. Potrebbe essere anche un comodato d’uso e quindi un’esposizione a tempo”. Questo enorme valore dato alla statua, oltre al duro lavoro fatto per scolpirla, è dovuto all’elevato prezzo del marmo di Carrara. “Per una tonnellata della massima qualità si arriva anche a 800.000 euro – afferma l’artista – però gli scultori che capitano spesso nella zona della cava sanno che a volte possono prendere scarti, avanzi o fare scambi con gli scavatori. Io, per esempio, ho barattato un’autogru con uno di loro per avere il mio blocco”.

Il disaccordo con il critico d’arte è anche su un altro punto. Sgarbi ha individuato due punti della città in cui gli piacerebbe mettere la statua: in uno spazio vicino alla rotatoria del centro commerciale di Santa Lucia “perché uno spazio del genere può solo essere bonificato” o lungo la circonvallazione Di Vittorio, o sul torrione accanto alla facoltà di Giurisprudenza. Qui però, afferma l’assessore, “ci sarebbe un eccessivo contrasto tra antico e moderno e potrebbero sorgere problemi”. Allo scultore, invece, piacerebbe “che le persone passassero accanto alla statua e si sedessero sul suo basamento” e ha individuato un altro luogo: il punto panoramico accanto alla Fortezza Albornoz. Qui i due principi guarderebbero tutta la città e sarebbero visibili da più punti.

Il baluardo di Sant’Agostino vicino Giurisprudenza

Il punto panoramico accanto alla Fortezza Albornoz

La rotatoria del centro commerciale Santa Lucia