Morì cadendo da viadotto del Furlo, per pm fu omicidio colposo: camionista rischia due anni

URBINO, 3 FEB – Rischia fino a due anni di carcere per omicidio colposo Giuseppe Fabbri camionista 70enne, coinvolto nel 2011 in un incidente davanti alla galleria del Furlo nel quale morì il tavulliese di 44 anni Gianluca Mugnolo, figlio della nota guaritrice del luogo Rita Cutolo. Al tribunale di Urbino si è svolta il 2 febbraio la discussione finale del processo. La sentenza, che sarà emessa dal giudice monocratico Andrea Piersantelli, è prevista per il 18 marzo.

I fatti. Erano le cinque del mattino del 20 dicembre 2011: Fabbri stava percorrendo il viadotto Pagino – lungo la via Flaminia – col suo camion.  A causa del ghiaccio perse il controllo del mezzo, che sfondò il guard rail creando una voragine nella barriera. Il camion occupò tutta la carreggiata e nel giro di qualche minuto venne centrato a sua volta da due furgoncini. Su uno di questi si trovava il 44enne Mugnolo, che scese dal mezzo insieme ai suoi compagni di viaggio. La zona era poco illuminata, Mugnolo non si accorse di essere sul ciglio del viadotto e precipitò per oltre 20 metri.

Secondo il pubblico ministero ci sarebbe un nesso di causalità tra la condotta, giudicata negligente, del camionista – per la velocità eccessiva visto il ghiaccio, nonostante non stesse viaggiando oltre i limiti, e per la non adeguata segnalazione dell’incidente –  e la morte del tavulliese. Gli avvocati del camionista negano sia il nesso di causalità che la negligenza. Secondo la difesa, Fabbri non poteva sapere del ghiaccio – non segnalato e assente nel tratto precedente – e visto il repentino svolgimento dei fatti non avrebbe potuto fare di più per segnalare il pericolo. Inoltre, continuano i difensori, anche gli altri otto compagni di viaggio di Mugnolo erano scesi dal furgoncino e avevano percorso lo stesso tratto tra il ciglio del viadotto e il mezzo, riuscendo a vedere e a muoversi senza problemi.