I 40 anni del murales sulla miniera di Gavorrano, firmato Urbino – FOTOGALLERY e VIDEO

Le lotte sindacali
di JACOPO SALVADORI

GAVORRANO (GR) – C’è un murales in Toscana che lega la Maremma al Montefeltro. E c’è una firma, “Brigata Gramsci“, che unisce Gavorrano, paese in provincia di Grosseto, e Urbino. Si tratta di un collettivo di studenti del liceo artistico della città ducale che nel giugno del 1976 ha realizzato il dipinto nel borgo toscano. A giugno  compirà 40 anni.

Si trova nell’ex sezione del Partito comunista italiano, oggi circolo Pd, di Bagno di Gavorrano, frazione di Gavorrano, e racconta le difficoltà della vita di miniera, la principale attività economica del borgo toscano fino agli anni ’80. Il dipinto affronta la pericolosità del lavoro, la miseria, le lotte sindacali e uno degli episodi più importanti della seconda guerra mondiale: la strage nazifascista di Niccioleta del 1944, dove furono uccisi 83 minatori.

Ma perché dipingere un murales proprio in maremma? Uno dei membri della Brigata Gramsci, Leonardo Cambri, era nato e cresciuto proprio a Bagno di Gavorrano. La madre, Benvenuta Battazza, si era trasferita da Urbino in Toscana nel 1938, quando aveva appena 2 anni, dopo che il padre era stato assunto dalla Montecatini (oggi Edison), una delle più importanti società chimiche italiane, per lavorare nella miniera di pirite di Gavorrano. Da questo minerale si otteneva l’acido solforico, la pietra filosofale dell’industria chimica del ‘900, utilizzato principalmente per creare fertilizzanti ed esplosivi e per raffinare il petrolio. Il trasferimento di Benvenuta è solo uno dei tanti avvenuti tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’50. Ha interessato, in particolare, quelle famiglie marchigiane legate alla miniera di zolfo di Cabernardi, in provincia di Ancona, sempre di proprietà della Montecatini. Dopo la chiusura negli anni ’50, infatti, molti minatori furono trasferiti proprio a Gavorrano. Leonardo, però, ha fatto il percorso inverso: dalla Toscana è tornato a Urbino per frequentare l’Istituto d’arte.

Nel giugno del 1976, a 18 anni, gli venne un’idea: raccontare la vita di miniera con un murales. Ma dove? Quattro anni prima era stata inaugurata, a Bagno di Gavorrano, la Casa del Popolo: la sezione del Partito comunista. Un edificio piuttosto particolare rispetto all’urbanistica del paese negli anni ’70. Ma per Leonardo, il posto era perfetto. Così, partì insieme al collettivo e dal 15 al 18 giugno la Brigata Gramsci realizzò il murales.

Quella di Bagno di Gavorrano non è l’unica opera firmata Urbino.

Nel capoluogo, in piazza del Minatore, un gruppo di studenti dell’istituto d’arte, compreso Leonardo Cambri, ha realizzato anche un altro murales, sempre dedicato alla vita mineraria. È un omaggio a tutti quei minatori che hanno perso la vita sul lavoro, spesso a centinaia di metri sotto terra. L’opera è stata realizzata nel 1998, cento anni dopo la scoperta del giacimento di pirite ferrosa nelle colline metallifere.