Università, lite tra associazioni sull’assegnazione dei fondi ai progetti studenteschi

di ANDREA PERINI

URBINO – L’assegnazione dei fondi per le attività studentesche divide le associazioni universitarie. La Ginestra, Panta Rei e Carpe Diem criticano il metodo di divisione dei circa 30mila euro destinati a finanziare attività studentesche, distribuiti da una commissione i cui componenti, accusano, non sarebbero tutti “super partes” nel giudicare i progetti. Per questo richiederanno l’accesso agli atti ma per il ricorso al Tar, minacciato nella lettera spedita da La Ginestra al direttore generale dell’Ateneo, i termini ormai sono scaduti. Intanto il presidente del Consiglio degli studenti, Angelo Duraccio, prende le difese della commissione rimarcando come tutti i lavori siano stati svolti alla luce del sole. Ma le frizioni rimangono.

Ogni anno l’Università Carlo Bo di Urbino stanzia, a seconda del numero d’iscrizioni, una somma di denaro destinata alla creazione di eventi, cineforum e conferenze.  Soldi che poi la commissione Attività culturali gestisce autonomamente finanziando tutte quelle associazioni studentesche che presentano progetti rivolti al mondo universitario. Per l’anno accademico in corso (2015/2016) il bando metteva a disposizione 29.739 euro da suddividere tra le 11 associazioni che hanno partecipato.

La Commissione è formata solo da universitari membri del Consiglio studentesco e rispecchia la composizione all’interno dell’assemblea. In questo caso: tre studenti fanno capo ad Agorà (Chiara Sisti, Anna Guerra -ex componente -, Veronica Guerra), due a 1506 (Salvatore Marchetta, Marta Pietrelli), uno a Link Fuorikorso (Veronica Valle) e uno al gruppo misto (Beatrice Marchionni). Ed è proprio questo uno dei motivi della protesta: i consiglieri di Agorà e Fuorikorso appartengono alle stesse associazioni che fanno richiesta per i finanziamenti.

Anche se nel verbale stilato dalla Commissione del 10 dicembre 2015 si specifica “l’astensione dal voto degli appartenenti alle associazioni presentanti i progetti”, questo, per Giovanna Errede presidente dell’associazione La Ginestra, non “garantisce l’imparzialità della commissione”. Con una lettera indirizzata al direttore generale della Carlo Bo, Alessandro Perfetto, Errede chiede se “questa regola possa dare spazio a fenomeni di conflitto di interessi in particolar modo qualora si verifichi che una delle associazioni concorrenti abbia un numero consistente di membri all’interno della commissione”. E al telefono al il Ducato spiega: “È una presa per i fondelli. Il fatto che si astengano non è garanzia di imparzialità. Perché all’interno della commissione non ci sono più i docenti esterni come avveniva in precedenza?”.

La Ginestra è un’associazione che dal 2009 organizza eventi riguardanti il cinema. Corsi di formazione, incontri con registi e proiezione di film, tutti gratuiti. Per il proprio progetto ha ricevuto 1.560 euro. “Fino al 2013 – spiega Errede – il nostro progetto ha sempre ottenuto un giudizio positivo. Dallo scorso anno accademico si è trasformato in negativo. La valutazione dei progetti è poco condivisibile, le motivazioni che la coordinatrice della commissione non mi hanno soddisfatto per cui ho deciso di far richiesta di accesso agli atti. Dalla commissione degli studenti non ho ricevuto alcuna risposta alla mia lettera comunque gli uffici dovrebbero consegnarmi gli atti tra pochi giorni”.

Accanto all’associazione La Ginestra si schiera Panta Rei (che ha ricevuto fondi per 1560 euro) che punta l’attenzione sul fatto che “in questo bando è stata tolta la possibilità di poter far ricorso al Rettore lasciando così solo la possibilità del Tar che ha un costo elevato”.

Martino Abbracciavento, dell’associazione Carpe Diem, dopo aver ottenuto gli atti della Commissione, non ricorrerà al Tar ma entrando nel merito dell’assegnazione dei punteggi cita qualche esempio di valutazioni secondo lui poco trasparenti o oggettive: “Per il criterio ‘ciclicità delle iniziative contenute nel progetto’, che non lascia spazio alla soggettività, è stato assegnato il massimo punteggio (due su due) alla documentazione di Link Fuorikorso e a quella di Agorà mentre l’associazione di cui faccio parte ha ottenuto solo un punto. Nei primi due casi le iniziative programmate sono nove mentre nel mio dieci”.

  • Cinque sono i criteri (decisi con decreto rettorale 553/2015) che vanno a formare il punteggio con cui vengono divisi i finanziamenti:
  • la gratuità (da 0 a 1 punto);
  • l’aggregazione (da 0 a 2 punti);
  • la qualità di analisi e approfondimento del progetto (da 0 a 5 punti);
  • la ciclicità delle iniziative contenute nel progetto (da 0 a 2);
  • la rilevanza culturale (da 0 a 5);
  • la sensibilizzazione e promozione delle pari opportunità (da 0 a 5).

I sette membri della Commissione, con voto palese, decidono come e cosa finanziare. Ogni punto assegnato garantisce 260 euro.

“In passato – continua Abbracciavento – sono stati assegnati fondi ad associazioni che poi non hanno realizzato ciò che avevano programmato. Io chiedo: che senso ha dare finanziamenti a persone che poi li restituiscono penalizzando chi ha invece ricevuto poca liquidità e quindi ha dovuto rinunciare all’organizzazione di alcuni eventi? Noi ne avevamo programmati dieci con 5mila euro di richiesta. Ce ne hanno concessi 2600 quindi siamo costretti a rinunciare alla metà delle iniziative”. Abbracciamento fece ricorso al Rettore anche nel 2014 che venne poi respinto il 2 marzo 2015 da Vilberto Stocchi.

Critiche a cui Beatrice Marchionni, coordinatrice della commissione, ribatte sottolineando come “i fondi non vengono distribuiti in base all’appartenenza dell’associazione ma valutando i progetti. Io non faccio parte di nessuna associazione e sono del gruppo misto e posso garantire che all’interno della commissione c’è sempre stata oggettività. Quando è stato il momento di votare per il progetto di Agorà i loro rappresentanti si sono astenuti. Funziona così per tutti”.

A difesa della Commissione interviene Angelo Duraccio di Agorà, presidente del Consiglio degli studenti: “In questo Consiglio garantiamo la trasparenza, l’onesta delle pratiche che abbiamo seguito la cui correttezza è stata certifica a vario titolo da diversi organi d’ateneo che le hanno prese in esame. Noi, come Agorà, ci siamo aperti al dialogo e in Consiglio più volte abbiamo richiesto la modifica del bando sia per quanto riguarda la cifra a disposizione della commissione sia per quel che riguarda i criteri da utilizzare per valutare i progetti. Per le illazioni ci sono comunque i tribunali nei quali andremo, se necessario, con la coscienza a posto”.