Guido Notari, la voce della propaganda fascista. Presentato a Urbino il documentario sulla sua vita

Guido Notari
di Nicola Petricca

URBINO – Un treno corre lungo i binari e attraversa senza fermarsi delle piccole stazioni mentre un uomo, di cui si vedono solo le mani, estrae oggetti e documenti da una vecchia valigia. Poi il treno rallenta, si ferma nella stazione centrale di Milano, l’uomo prende le ultime cose rimaste all’interno della valigia, delle fotografie ingiallite di inizio ‘900, e le consegna a un’altra persona che, sentitamente, ringrazia. L’inquadratura si allarga: le mani riprese sono quelle di Giorgio Zanchini, giornalista di Radio Rai, mentre l’uomo nelle fotografie è Guido Notari, storico annunciatore di Eiar, Settimana Incom e Rai e protagonista del documentario L’ultima voce, diretto da Enrico Menduni, prodotto dall’Istituto Luce e presentato oggi all’Università di Urbino.

Menduni

Da sinistra a destra: Alberto Biciocchi, Giorgio Zanchini, Enrico Menduni, Lella Mazzoli

Un viaggio attraverso la vita e le esperienze lavorative di Notari, un percorso scandito dalla voce narrante di Zanchini, intervallata da spezzoni delle dirette radio dell’annunciatore. Una storia che è stato molto complicato ricostruire, per ammissione dello stesso Menduni, perché delle attività di Notari erano rimaste poche tracce. “Ho dovuto fare una vera e propria inchiesta e stavo quasi per gettare la spugna – afferma il regista del documentario – in questo nascondere le sue tracce vedo un voler rendere anonimi l’annunciatore e la voce”. Ai tempi in cui Notari era la voce più nota del Paese, infatti, l’annunciatore non si presentava, non era necessario il suo nome, perché era semplicemente la voce della propria redazione.

Per la realizzazione del documentario Menduni e Zanchini hanno trovato quello che, a loro detta, è l’unico erede vivente dell’annunciatore: Giancarlo Notari. Giancarlo, figlio del fratello di Guido, è l’uomo che riceve le foto nella prima scena ed è lui stesso a raccontare gli inizi della carriera di suo zio: “La sua collaborazione con l’Eiar iniziò quasi per caso – afferma – quando era responsabile della pubblicità della Rinascente di Milano incontrò un dipendente dell’Ente. L’uomo ne apprezzò particolarmente il timbro di voce, privo di inflessione, e gli consiglio di partecipare al concorso di assunzione dell’Eiar. Mio zio partecipò, vinse il concorso e fu assunto”. Era il 1931.

Notari fu la prima voce maschile della radio: fino al suo avvento, in Italia c’erano state solo annunciatrici donne, a partire Maria Luisa Boncompagni che, nel 1924, inaugurò le trasmissioni dell’Unione radiofonica italiana (Uri). La sua bravura colpì anche i vertici del Partito fascista che, nel 1935, lo spostò a Roma. Successivamente Notari comincia a occuparsi anche dei cinegiornali dell’Istituto Luce e dell’Industria cortometraggi Milano (Incom). Non solo, l’annunciatore passò anche nel cinema, prestando la propria voce come doppiatore e, a volte, comparendo come attore nei sempre più numerosi film dell’epoca che raccontavano le vicende dell’esercito italiano impegnato prima nelle guerre di Abissinia e Spagna, poi nella Seconda guerra mondiale. Progressivamente, il nome di Guido Notari si associò sempre più a quello del fascismo e la sua voce, per tutti, diventa la voce della propaganda regime.

Non è un caso che il regista Ettore Scola, per raccontare la visita italiana di Adolf Hitler nel suo film Una giornata particolare, abbia utilizzato un estratto del cinegiornale dell’Istituto Luce in cui proprio Notari era la voce narrante. Lo stesso Scola è stato intervistato da Menduni per la realizzazione del documentario: si tratta dell’ultima intervista concessa dal regista prima della sua morte. “Inizialmente era un po’ chiuso – spiega Menduni – poi, però, gli ho fatto una battuta, ripresa da un film di Federico Fellini, e abbiamo rotto il ghiaccio. Mi ha raccontato tante cose, molte delle quali, purtroppo, non ho potuto inserire nel film perché, ovviamente, l’audio della registrazione è saltato sul più bello”.

Dopo l’arresto di Benito Mussolini, il 25 luglio 1943, l’Eiar decise per un totale ricambio del personale e, ciò, incluse l’estromissione dello stesso Notari. L’annunciatore decide, però, di non partire per il nord Italia, dove, nel frattempo, venne costituita la Repubblica di Salò. A Roma, Notari continuò a dedicarsi al cinema, mentre non si hanno tracce delle sue altre attività. Riapparve nel 1946, dopo la guerra, come voce narrante della Settimana Incom, il nuovo cinegiornale della Incom. Dopo aver raccontato per anni le gesta dell’Italia fascista, l’annunciatore si ritrovò a ripercorrere le tappe della Resistenza partigiana.

Il cambio totale di schieramento di Notari che nel frattempo aveva aderito alla Democrazia Cristiana, nata clandestinamente nel 1942, rimane tutt’ora un passaggio controverso della sua vita. Ma, secondo Zanchini, “questo documentario non parla solo di un formidabile trasformismo, ma anche della più importante voce della storia della radio italiana”. Una voce che ha cominciato a perdere di mordente con la prorompente entrata in scena della televisione, negli anni ’50, poco prima della morte dell’annunciatore, avvenuta nel 1957. “Notari non può essere assolto totalmente – afferma Menduni – anche se, forse, la sua attività di propaganda era, in parte, ingenua. Sta di fatto che nessuno ha chiesto la sua epurazione dopo la guerra. Notari è stato epurato dall’arrivo della tv, Notari è stato epurato da Mike Bongiorno“.