Raffaello si racconta, la vita dell’artista nel libro di Laura Allievi presentato a Urbino

di LORENZO CIPOLLA

URBINO – L’inizio di questa storia mostra Raffaello sul letto di morte che comincia a narrare della propria vita. Dal periodo dell’infanzia, tra gli abbracci della madre Magia e la bottega del padre Giovanni a Urbino. E come un lungo flashback il pittore stesso riporta alla mente gli incontri – con Leonardo da Vinci a Firenze e Leone X a Roma – che hanno segnato il suo percorso artistico e umano. E gli amori, soprattutto quello con Fornarina di Trastevere.

L’opera di Laura Allievi Raffaello, Il Principe delle Arti, pubblicato da Felici Editore, Pisapresentata alla Casa Natale di Raffaello insieme allo storico dell’arte Vincenzo Farinella, docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, è la biografia dell’artista di Urbino raccontata dalla sua stessa voce. Allievi ha firmato anche la sceneggiatura del film di Sky, presentato nello stesso giorno al teatro Sanzio. Quello che la penna della giovane scrittrice aggiunge è lo scavo nell’interiorità e nella psicologia del ‘principe delle arti’ di Urbino, immedesimandosi nell’artista cinquecentesco.

“Il libro intreccia intento divulgativo e l’aspetto letterario” commenta Farinella “c’è Raffaello che ‘parla’ delle sue opere è il tentativo dell’autrice di scrivere immaginandosi Raffaello”.

La vita del pittore è stata segnata dalla sofferenza che gli ha causato la perdita della madre, ad appena sette anni, e quella del padre quattro anni dopo. La scrittrice, nel suo sforzo di penetrare dentro l’animo del pittore, ha compreso che il farmaco per il suo dolore è l’arte perché gli permette di “trasferire i pensieri nelle mani e far passare il colore sulla tela per liberare il dolore. (…) l’arte riempiva i miei giorni”.

Laura Allievi, autrice di “Raffaello, Il Principe delle Arti”

L’arte è un rimedio ai limiti dell’uomo e può venire in soccorso per riempire i vuoti e le mancanze. Raffaello non rammenta il suono della voce della madre amata, né la sua cadenza, né il suo profumo. Nei suoi ricordi c’è ben poco di lei, “ciò che ho dimenticato è molto di più di quel che conservo nelle memoria” è scritto nel libro.  Il ricordo della madre gli deriva dai dipinti del padre e questo gli fa capire quale sia il potere della pittura: fissare i momenti in un eterno presente “immobile, imperturbabile, imperituro”.

Questa capacità ‘fotografica’ è per lui un lenitivo alla mancanza e alla nostalgia: il padre Giovanni ritrasse lui e sua madre Magia con le sembianze di una Madonna col Bambino e Raffaello vede in quelle pennellate un “gesto d’amore più grande può compiere un uomo che fermare il tempo di un momento perfetto?”.

Il processo di immedesimazione per Allievi non è stato facile: “Sentivo una forte responsabilità per me, donna, di dar voce a un uomo. I  luoghi di Urbino mi hanno parlato, spesso hanno un imprinting sull’esistenza degli esseri umani” svela l’autrice che era stata in città per i sopralluoghi per i set del film sull’artista marchigiano.

“Palazzo Ducale e i vicoli di Urbino hanno dato vita al Raffaello che noi conosciamo” continua la scrittrice: è nella città del Montefeltro che lui ha incontrato i suoi primi maestri Piero della Francesca, Luciano Laurana, i pittori fiamminghi.

L’aspetto emotivo dell’artista, finora inedito, è molto importante e l’autrice lo porta alla luce, mettendo sulla carta “i sentimenti e le emozioni universali come la mancanza dei genitori, la nostalgia, la rivalsa, il coraggio, l’ambizione”. Il ritratto di un uomo talmente vitale e impegnato nel suo lavoro da non accettare il suo destino nemmeno quando è sul letto di morte, infatti gli viene attribuito il pensiero “Chiudo gli occhi. Ma solo pochi minuti”.

“Questo libro è un piccolo contributo ad una grande causa – conclude il docente della Normale – si rivolge a chi non va a visitare i musei e può essere attratto, affascinato dalla lettura o dalla visione di un film e andare a vedere quei luoghi”.