Urbino, tribunale bloccato per una settimana. Gli avvocati penalisti: “Protestiamo contro il Ddl Orlando”

di ANTONELLA MAUTONE

URBINO – Il tribunale di Urbino è bloccato. Per tutta la settimana le udienze penali sono state rinviate per l’astensione degli avvocati penalisti. Anche nella nostra città gli avvocati penalisti hanno aderito all’appello promosso dall’Unione delle camere penali per l’astensione della categoria dal 2 al 5 maggio. Il motivo della protesta è il Ddl Orlando che riforma il processo penale, sul quale il Governo ha posto la fiducia.

Secondo il parere di chi protesta il tema della giustizia è troppo delicato per essere trattato senza un’approfondita discussione in Parlamento.

Secondo il presidente della Camera penale di Urbino Marcello Fagioli i risultati della prima astensione e della mobilitazione degli avvocati penalisti si sono visti, “infatti il Governo non è ancora riuscito a far votare la fiducia”.

L’astensione non riguarda solo la nostra regione: in tutta Italia ci sono state diverse mobilitazioni e adesioni.

I punti più controversi del decreto legge, secondo Fagioli, sono due. In primis c’è il cosiddetto “processo a distanza” che riguarderebbe i processi agli imputati soggetti al regime di 41 bis, il cosiddetto “carcere duro.” Il presidente Fagioli ammette: “Non solo è difficile assistere una persona che si vede solo da lontano, il provvedimento contrasta con l’articolo 24 della Costituzione, quello che prevede che il diritto alla difesa sia inviolabile. Tale diritto non è solo affermato formalmente, ma sostanzialmente. In teoria il processo a distanza è stato inserito per abbattere i costi dei trasferimenti dei detenuti ma in realtà comporterebbe costi addirittura più elevati”.

Il secondo punto criticato è l’allungamento dei tempi di prescrizione del reato. La prescrizione in genere arriva dopo sei anni, ma con le interruzioni – dovute ad esempio all’interrogatorio dell’imputato-  si può arrivare a sette anni e mezzo e oltre. Quindi secondo il Presidente  “l’istituto della prescrizione può essere rivisto, ma non come fa il Governo nel decreto, prevedendo ulteriori sospensioni tra il primo grado, l’appello e la Cassazione. Di per sé i tempi sono già lunghi e non è concepibile in uno Stato democratico che un soggetto imputato resti senza giustizia per molti anni”.

Oltre alla battaglia contro il Ddl Orlando gli avvocati penalisti si stanno battendo per presentare una proposta di legge costituzionale popolare che propone la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante. La proposta prevede due distinti Consigli superiori, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica. In questo modo “ i pubblici ministeri così come i giudici potranno godere delle prerogative proprie della magistratura giudicante, cioè l’indipendenza e l’autonomia”.

Un altro elemento importante all’interno della proposta è la modifica dell’articolo 112 che prescrive, a livello costituzionale, l’obbligatorietà dell’azione penale. Secondo la proposta di legge popolare l’obbligatorietà deve essere affidata alla legge ordinaria. Questo permetterebbe al pubblico ministero di scegliere, a seconda della minore o maggiore gravità del caso, se perseguire o no il reato. Secondo Fagioli non esiste in questo caso il pericolo di fornire “troppa discrezionalità” al magistrato o di violare così il principio di uguaglianza.

La raccolta delle 50.000 firme è iniziata. Si potrà firmare in tribunale presso la cancelleria e nei singoli comuni del circondario.