Aufreiter sulla tela ritrovata di Barocci: “Disponibile a esporre l’opera a Palazzo Ducale”

di VIRGINIA CAMERIERI

URBINO – “Troviamo uno spazio vicino ai nostri Barocci ed esponiamo anche il dipinto appena recuperato”. Il direttore della Galleria nazionale delle Marche, Peter Aufreiter, si dice disposto a ospitare a Palazzo Ducale il Ritratto di bambino di Federico Barocci, recuperato dai Carabinieri del nucleo culturale di Ancona e Genova a distanza di più di trent’anni dalla sua scomparsa, quando era stato rubato da un ladro mai identificato.

“È un’opera del Duomo –  ha continuato il direttore Aufreiter – e dovrebbe essere reinserita al suo interno”. Un discorso logico se non ci fosse un problema. Il Duomo di Urbino è chiuso dall’ottobre 2016 perché a causa degli ultimi eventi sismici ne è stata dichiarata l’inagibilità. Quale futuro spetta dunque all’opera di Barocci appena ritrovata?

La storia del ritrovamento

Una settimana fa l’antiquario Giancarlo Ciaroni ha identificato il ritratto all’interno di un catalogo di opere d’arte all’asta. Ottenuta la conferma che si trattasse dell’originale anche dall’assessore alle Arti di Rimini, Massimo Pulini, i due critici d’arte hanno avvisato le forze dell’ordine che hanno proceduto al sequestro immediato. Sono trascorsi più di trent’anni dal furto del dipinto, che era parte integrante della tela esposta sulla pala dell’altare del Duomo.

Mascherato nel corso degli anni per essere venduto, il ritratto è ora sotto la custodia del giudice di Genova che procederà con una denuncia contro ignoti. Nel frattempo il dipinto sarà affidato a esperti del restauro per verificarne le reali condizioni. A quel punto sarà pronto a far ritorno a Urbino.

Le porte del Duomo sono chiuse

La tela di Barocci non potrà però rientrare fin quando il Duomo non verrà rimesso in sicurezza. Secondo un ingegnere del Centro diocesano Azione cattolica i lavori di restauro non sono iniziati. I progetti di restaurazione, infatti, sarebbero stati inviati solo poco tempo fa. Per riaprire il luogo di culto, continua il tecnico, ci vorranno due anni. Il tempo di trasferire le opere fuori dall’edificio, procedere con i lavori e riportarle. L’Ufficio Arte sacra e beni culturali dell’Arcidiocesi di Urbino assicura invece che il restauro inizierà a breve, già nel mese di giugno. Ma i lavori, sottolineano, non saranno brevi.

Dunque, fedeli e turisti dovranno ancora attendere. Le transenne sono state tolte qualche settimana fa e i visitatori possono salire le gradinate del Duomo per trovare però, a sorpresa, il portone chiuso. Neanche sui siti istituzionali viene fatto alcun cenno alla chiusura temporanea del più importante luogo di culto della città.

Vittorio Sgarbi, assessore alla cultura di Urbino, durante una lectio tenuta al Salone Internazionale del libro di Torino ha sottolineato come eventi catastrofici, come i terremoti,  non debbano essere il pretesto per l’abbandono del patrimonio artistico delle città colpite.

“Gli inestimabili”, libro di Massimo Pulini, uscito nel 2011, immaginava, dopo una serie di ricerche, il ritrovamento del “ritratto di fanciullo” e la sua riconsegna fatta insieme all’antiquario Ciaroni proprio al Duomo. Il ritratto è stato ritrovato; quello che manca, ora, è che possa far ritorno nel suo luogo di origine.