Dal coma al podio europeo, la lunga marcia di Michele Antonelli, studente a Urbino

Michele Antonelli al traguardo nella foto di Giancarlo Colombo/Fidal
di WILLIAM MARZI

URBINO – “Nelle ultime 24 ore, quelle di coma indotto, pregai tantissimo di uscire il prima possibile e di poter tornare a marciare”. La storia di Michele Antonelli da Macerata è quella di un giovane studente di Scienze Motorie a Urbino che ha appena ottenuto un risultato che è ossigeno puro per l’atletica italiana. Nel 2012 una pala meccanica gli perforò il fegato mentre faceva il giardiniere. Emorragia interna e 3 giorni di coma. Oggi Michele ha compiuto 23 anni, il giorno dopo aver conquistato il terzo posto in Coppa Europa nella 50 chilometri di marcia, a Poděbrady in Repubblica Ceca. Ha completato la sua prova in 3 ore e 49, 4 minuti meglio del suo record personale. A batterlo solo gli ucraini Banzeruk e Hlavan, distanti meno di un minuto sul traguardo.

“È stata una gara bellissima ma non pensavo di poter arrivare a podio, puntavo al sesto, massimo quinto posto”. Per Michele era la prima uscita con la maglia della nazionale sulla 50 km, l’aveva indossata solo per distanze più corte. Come si prepara una corsa simile? “È la cosa più difficile, molto più della corsa in sé. Faccio 180 chilometri a settimana, 30 o 40 tutti i giorni e faccio anche sedute di pesi per migliorare la resistenza alla fatica”.

La vita recente di Michele è legata a doppio filo con quella di una sua docente, Anna Rita Calavalle. Anche lei vide la morte in faccia, quando, 35 anni fa, il fidanzato che aveva appena lasciato le sparò un colpo di fucile al volto. “Sono stata io – racconta – a chiedere di spostare i suoi esami agli altri docenti per adeguarli ai suoi impegni sportivi. Gli alunni che praticano sport lo fanno spesso, lui nemmeno considerava questa possibilità. È una persona modesta e schiva nonostante i suoi risultati. Non ha mai neppure chiesto sconti sulle frequenze”. E Anna Rita Calavalle, responsabile del corso avanzato di Metodi e tecniche degli sport individuali ad Urbino, la ‘dote’ di Michele l’ha scoperta da sola, per puro caso. “Lui non mi aveva detto nulla, me ne sono accorta l’estate scorsa alla coppa del mondo di ginnastica artistica. Era lì con la divisa azzurra della nazionale di atletica per scopi promozionali, così mi sono attivata per lui”.

“Ciò che mi è successo mi ha cambiato la vita – spiega Michele Antonelli, ripensando al suo dramma – quelle 72 ore hanno fatto nascere ciò che sono oggi, il modo in cui vivo le cose e quelle a cui do importanza. Pensare che nulla più brutto della morte può succedere mi aiuta ad andare avanti nelle difficoltà della vita. Ho ancora paura e ne avevo tanta, ieri, prima della gara. Ma non ho più la paura di affrontarla”. Anche Anna Rita ricorda quei suoi momenti di sofferenza. “Certo è crudele dirlo, ma a ognuno di noi servirebbero questi momenti, per uscirne come una persona nuova. Capire che anche svegliarsi la mattina non è più una cosa scontata, ti porta a fare di più”.

Agli occhi di tutti la marcia sembra uno sport in cui le fatiche sono superiori alle potenziali gratificazioni, soprattutto nella 50 chilometri, la corsa più lunga e massacrante nel mondo dell’atletica. Allora perché Michele la ha scelta? “Mi piaceva l’eleganza del gesto tecnico e del marciatore. E poi è una delle discipline in cui si soffre di più e io amo la solitudine, non gli sport di squadra. La 50 chilometri è l’esasperazione di tutto questo e durante la corsa ti permette di sognare. E pensare. Negli ultimi 10 chilometri ieri ero certo del podio e me li sono goduti”. Trovare un diversivo durante gli esercizi di fatica, è uno dei segreti per non arrendersi allo sforzo, tanto che nelle maratone mondiali sono vietati gli iPod anche per gli amatori, ma Michele Antonelli non ne sente il bisogno. “Pensa che non ascolto musica nemmeno in allenamento”.

Ora la testa va ai Mondiali di Londra del prossimo agosto dove sarà uno degli atleti italiani più interessanti da seguire. “Non ci penserò da subito in realtà. Ora altri due giorni di festeggiamenti, anche se moderati, certo. Poi insieme al mio allenatore Diego Cacchiarelli inizieremo la preparazione”.