Aufreiter alle Belle Arti: “Urbino non ha paragoni, sogno diventi la principale città d’arte in Italia”

Peter Aufreiter incontra gli studenti dell'Accademia di Belle arti di Urbino
di MATTEO DE RINALDIS

URBINO – “Urbino ha un potenziale immenso, dovrebbe diventare la città d’arte principale in Italia”. Peter Aufreiter, direttore della Galleria nazionale delle Marche, sogna in grande. Rendere la città ducale la capitale italiana dell’arte: “Questa città non ha paragoni dal punto di vista della creatività: c’è la scuola del libro, l’Accademia delle belle arti, l’Isia, la casa della poesia. Nei mercatini di Natale dovrebbero essere esposte opere, la politica dovrebbe dare un incentivo a chi vuole aprire un negozio di arte”. Un sogno che secondo le parole del direttore va a sbattere con la situazione politica attuale: “Non penso sia possibile con il governo di adesso”.

Aufreiter ha parlato durante la museum visitors curata da Massimo Vitangeli all’Accademia di belle arti di Urbino. Un’ora a contatto con gli studenti dell’Accademia per parlare del particolare rapporto tra arte contemporanea e Palazzo Ducale. Dopo i saluti e i ringraziamenti del direttore Umberto Palestini, a introdurre l’incontro è stato Riccardo Bandini, curatore di Spazio K, la mostra dedicata all’arte contemporanea in corso a Palazzo Ducale: ” Lavoriamo per coinvolgere sempre di più i giovani – ha detto Bandini – vogliamo sfatare la leggenda che se entri a Palazzo Ducale prima della laurea non terminerai mai gli studi”.

Ma soprattutto, l’obiettivo di Spazio K è quello di “educare i giovani alle bellezze e ricchezze del territorio”. Poi, una leggera critica alla politica nostrana: “La politica

La locandina dell’incontro

non capisce che una persona sola non può cambiare le cose. Bisogna ragionare a lungo termine con un pensiero che parta dai giovani: il futuro siete voi”.  L’incontro è proseguito con l’intervista ad Aufreiter del curatore dell’iniziativa.

L’importanza degli artisti dei territori

Il direttore austriaco ha avuto il coraggio di portare l’arte contemporanea in un palazzo rinascimentale come Palazzo Ducale. Una decisione che aveva suscitato alcune critiche: “Non pensavo fosse vietato portare in un museo statale l’arte contemporanea. Sono molto contento del successo che stiamo avendo”.

Aufreiter ricaccia al mittente anche le accuse di conflitto di interesse nel fare esporre artisti del territorio: “È nell’interesse del museo dare risalto alle eccellenze della nostra zona. Anche i più grandi artisti della storia sono stati contemporanei e poco conosciuti all’inizio delle loro carriere artistiche”. Una battuta sul nome della rassegna: “La K è una lettera che manca nell’alfabeto italiano ma è una cosa che esiste e vive. Rappresenta quei giovani artisti italiani che ci sono e a cui diamo spazio nella mostra in un palazzo rinascimentale”.

Per Palazzo Ducale obiettivo giovani e turisti

Peter Aufreiter con Riccardo Bandini (curatore Spazio K), Umberto Palestini, direttore dell’Accademia e il professor Massimo Vitangeli

La prossima sfida di Aufreiter è quella di intercettare sempre più studenti e portarli dentro Palazzo Ducale: “Da pochi giorni il nostro bar è pronto ad accogliere le feste di laurea degli studenti”. Un’idea che il direttore aveva presentato già a inizio anno presentando il bilancio del 2015. “Se gli studenti non vengono da noi per paura di non laurearsi, quando si laureano devono venire per forza qui, altrimenti non vale!” dice scherzando.

Fondamentale sarà anche attrarre quei turisti, soprattutto stranieri, che vengono in Italia ma si fermano sulla costa: “Molti non conoscono Urbino, dobbiamo spiegarglielo e portarli qui anche con qualche trucchetto”.

Per questo, il direttore ha già previsto di aumentare la pubblicità nella zona costiera: “Sono molto curioso di vedere come andrà. Le altre città non si devono spaventare che portiamo via i turisti. Ho tanti amici che vengono a trovarmi, visitano Palazzo Ducale e poi vanno a dormire a Pesaro, Riccione o altre città sulla costa”.

Due idee: artoteca e noleggio opere

“Ho chiesto a Ceriscioli una biblioteca per le opere d’arte contemporanea”, ha spiegato Aufreiter, definendola “una artoteca”, un luogo dove esporre le opere di artisti contemporanei acquistate dalla Regione, la Provincia o le città: “Un cliente potrebbe ‘noleggiare’ un’opera d’arte pagando una piccola cifra e in seguito acquistare in maniera definitiva l’opera. In Austria un progetto del genere è già stato fatto, aiuterebbe molto i giovani artisti”. Una richiesta innovativa che permetterebbe di avvicinare ancora di più il pubblico all’arte contemporanea.