Sesso e psicologia, quando le perversioni sfociano nel crimine. La lezione a Giurisprudenza

di ANTONELLA MAUTONE

URBINO – “Durante il sesso non si è mai in due ma sempre in quattro” ha raccontato senza troppi giri di parole il professore Giancarlo Nivoli riferendosi ai desideri sessuali che a volte possono sfociare nella perversione. Nivoli, professore dell’università di Sassari e presidente della Società italiana di psichiatria forense ha divertito il pubblico dell’incontro “Sessualità, perversione, criminalità” tenutosi nell’aula Magna della facoltà di giurisprudenza dell’Università Carlo Bo,  coordinato dal presidente dell’associazione Urbino Capoluogo, Giorgio Londei.

“La sessualità è un tema complesso e parlarne porta qualcuno ad arrabbiarsi,  per questo tratteremo solo della sessualità di tutti quelli che non sono venuti alla conferenza e che potrebbero avere dei problemi” ha detto ironicamente il professore rivolgendosi ai giovani universitari, alle persone di mezza età e perfino a una suora presenti all’incontro, attraverso una lezione sulle tematiche legate alla psichiatria e alla criminologia.

Le perversioni sessuali: dal voyeurismo al candaulesimo

In camera da letto siamo sempre in quattro per il meccanismo della sostituzione, ha spiegato: “Perché gli incontri delle coppie si svolgono sempre al buio o nella penombra? Entrambi in quel momento pensano a qualcun altro, al loro tipo ideale. L’uomo paragonerà la donna che ha accanto a due figure femminili stereotipate: da una parte la madre, figura protettiva, quella che sa apprezzarlo in tutto anche quando non è bellissimo o non ha un soldo. L’altra è la donna che lo soddisfa in tutti i suoi desideri ma che allo stesso tempo lo tratta come uno straccio. Senza il processo di sostituzione l’uomo non vivrebbe completamente la sua sessualità. La donna invece penserà al ‘principe azzurro’, l’uomo che la coccoli che la sappia ascoltare, con il naso dritto e che stia bene economicamente. La sostituzione è un processo importante, presente in ogni fase della vita delle persone”.

La frammentazione è invece una versione esasperata della sostituzione: “Quando il partner è troppo impegnativo a livello mentale, sessuale o affettivo tenderemo a concentrarci solo sulla parte fisica che ci attrae”. Fuori dalla porta di quella camera ci sono le perversioni che – metaforicamente – bussano e chiedono di entrare.  C’è l’esibizionismo: l’esposizione dei propri genitali agli estranei non consenzienti; il voyeurismo: spiare persone seminude, nude o intente a spogliarsi, o persone impegnate in un rapporto sessuale. “A proposito ci sono club di scambisti qui ? No? E allora cosa fate a Urbino?” scherza Nivoli; c’è il il candaulesimo: provare piacere nel far spogliare il proprio partner davanti a una persona estranea. “Qualcuno in sala lo pratica”? Tra i presenti si sente un mormorio di assenso.

Nella perversione ci sono diversi modi per ottenere piacere sessuale, a volte la realtà supera la fantasia: “Esistono le cosiddette ‘coppie sessuali’, la donna si fa corteggiare da un altro uomo e poi interviene il compagno che picchia il malcapitato ignaro del ‘gioco’; ci sono alcuni piromani e i cleptomani che ottengono piacere solo bruciando o rubando oggetti; il delinquente sessuale che confonde sessualità e aggressività perché non sa qual è la miglior tecnica per conquistare una donna”. “Darle ragione” conclude sarcastico una ragazzo tra il pubblico.

Ma la sessualità non è solo perversione, sottolinea Nivoli: “Può anche essere utile per imparare attraverso il proprio corpo e quello del partner ad amarsi e a conoscersi. Dobbiamo amare gli altri per amare noi stessi”.

Dal sesso al delitto: il master in criminologia

L’incontro organizzato a Giurisprudenza è l’occasione per parlare del master universitario di Criminologia, psicologia e psichiatria forense (di cui Nivoli è direttore) nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e dall’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Giunto alla sua XIV° edizione, si svolge interamente nella piccola repubblica del Titano, ma si avvale della collaborazione dei docenti dell’ Ateneo urbinate.

Un tipo di alta formazione che potrebbe portare beneficio e lavoro nel territorio di Urbino: “Questo master potrebbe formare il personale di cui abbiamo bisogno” afferma Ferruccio Giovanetti, amministratore del gruppo Atena. L’associazione Atena si occupa di prestare, all’interno delle sue cinque strutture, assistenza a persone con malattie mentali che colpiscono sia i giovani che anziani. “Nei nostri centri ci occupiamo anche di persone che hanno commesso reati di tipo sessuale. Prima finivano in carcere, ma in realtà hanno bisogno solo di essere curate. Il nostro personale non è composto da secondini ma da personale sanitario e da psichiatri. Mancano però delle persone che possano aiutarci nell’assistenza. In Italia questo incarico è ricoperto dagli infermieri generici o dagli Oss quando serve personale specializzato che sappia gestire una persona che può diventare aggressiva e che in passato può anche aver ucciso. È importante che il Master continui la sua attività, i suoi studenti potrebbero fare lo stage nelle nostre strutture”.