Urbino e Uniurb, due città ancora lontane. “Universitari indisciplinati, trattati come clienti”

di PATRIZIA BALDINO

URBINO – “Qui convivono ancora due città distinte: Urbino e Uniurb”. Quello che negli ultimi mesi il dibattito su ordinanze anti alcool e chiusura dei locali, ha reso evidente, ora ha una prova ‘scientifica’. È questo infatti il risultato di uno studio del professor Luigi Ceccarini che con Ilvo Diamanti ha raccolto le opinioni degli abitanti di Urbino sul rapporto tra residenti e universitari. Un rapporto ancora molto difficile, e la responsabilità è di entrambi. “Sono due entità che convivono ma non si intrecciano” ha spiegato Ceccarini al convegno “Urbino e le sfide della città campus” nell’aula magna del Rettorato.

Dalle statistiche emerge come l’università ducale sia considerata un elemento forte, ma sono ancora troppi i problemi irrisolti. A cominciare dai trasporti, sempre troppo pochi o addirittura assenti per raggiungere la città ducale, fino ad arrivare allo scarso collegamento tra scuola e mondo del lavoro.

Il professor Luigi Ceccarini, del Desp

Le ricerche fatte mostrano inoltre un acuirsi del malessere dei residenti verso gli studenti. “I primi ormai considerano i secondi solo come clienti, ed evidenziano come molti di loro creino problemi di sicurezza. E, nonostante il dibattito si sia ampliato e sia aumentata la sua cassa mediatica, convivono ancora due città distinte”.

Organizzato dal professor Guido Maggioni per presentare gli ultimi dati raccolti dal Desp, il Dipartimento di economia, società e politica, l’obiettivo principale del convegno era proprio quello di mostrare le tante sfaccettature del rapporto tra queste due ‘fazioni’. Un argomento che è molto sentito in città, soprattutto dopo le ultime polemiche che hanno contrapposto il Comune e gli universitari che richiedevano l’abolizione dell’ordinanza anti alcool firmata nel 2014 dal sindaco Maurizio Gambini.

Decisione in parte condivisa dal vicesindaco di Urbino Roberto Cioppi, che ha difeso l’ordinanza: “Vivo in centro e vi assicuro che alcuni studenti si divertivano a lasciare Piazza della Repubblica invasa dalle bottiglie, o a farle rotolare per la discesa di via Mazzini. Inoltre il Comune riceveva segnalazioni dal Pronto soccorso e dai Carabinieri che denunciavano molti studenti pericolosamente ubriachi. Come amministrazione non siamo contrari al divertimento, ma vorremmo fosse più responsabile”. Cioppi ha evidenziato lo sforzo dell’amministrazione nel creare nuovi luoghi di aggregazione per gli studenti, dove poter studiare e svagarsi. Come la Data, l’ex scuderia del duca Federico da Montefeltro ora riaperta al pubblico. “Per ora è aperta solo nel pomeriggio, ma l’obiettivo è aprirla dalle 9:00 di mattina”.

La professoressa Sabrina Moretti

Anche il vice presidente dell’Erdis (che ha preso il posto dell’Ersu) Tonino Pencarelli ha sottolineato un comportamento non del tutto positivo degli studenti ospiti delle residenze universitarie, spiegando la necessità di imporre delle regole per organizzare una convivenza ottimale per tutti. “Stiamo facendo il possibile per rendere piacevole il soggiorno presso i Collegi urbinati”, ha dichiarato Pencarelli.

I Collegi sono il soggetto principale degli studi eseguiti da Nico Bazzoli. Gli edifici, ha spiegato il ricercatore, sono stati progettati dall’architetto Giancarlo De Carlo in modo da favorire l’incontro tra i circa 1000 studenti che si possono ospitare. Ma restano ancora delle criticità, come la necessità di fare più manutenzione e soprattutto la lontananza dalla città. “Urbino è considerata un luogo a cui non si appartiene dagli abitanti dei Collegi, servono più trasporti per collegare le due zone”.

Una necessità che i nuovi studenti sentono sempre più rispetto gli anni passati, come mostrano i dati raccolti da Elisa Lello e Leonardo Catena. Gli universitari vogliono partecipare alla vita della città, sono maggiormente responsabili. Si iscrivono all’ateneo con più convinzione rispetto ai loro predecessori, complice la crisi economica degli ultimi anni. E proprio per questo chiedono maggiori servizi, infrastrutture e luoghi di svago e divertimento. “Serve una politica culturale migliore di quella presente – secondo la ricercatrice Lello – capace di far vivere gli spazi cittadini sia a loro che ai residenti”.

Le conclusioni del convegno, sottolinea il professor Maggioni, hanno uno scopo pratico, perché le statistiche sono un buon punto di partenza per creare nuove possibilità di aggregazione tra i cittadini e gli studenti e far vivere a tutti “una città speciale e straordinaria”, come l’ha definita il rettore dell’Università di Urbino Vilberto Stocchi.