Ca’ Lucio, perché Urbino pagava per i cani di altri Comuni

di GIOVANNI BRUSCIA

URBINO – Il gruppo consiliare Cut Liberi Tutti sostiene che il comune di Urbino ha pagato le spese per cani ospitati nel canile di Ca’ Lucio ma non di sua proprietà. Renato Dini, geometra e responsabile del servizio canile dell’Unione montana, ha spiegato al Ducato come venivano fatturate queste spese.

“Sei-sette anni fa i sindaci dei Comuni che fanno parte dell’Unione montana (Borgo Pace, Fermignano, Mercatello sul Metauro, Montecalvo in Foglia, Peglio, Petriano, Sant’Angelo in Vado, Urbania e Urbino, ndr) avevano sottoscritto una convenzione. Secondo l’accordo, un Comune che aveva un cittadino che adottava un cane di proprietà di un altro Comune vedeva ridursi le spese che venivano fatturate al suo ente”, dice Dini, che poi sottolinea che l’accordo è rimasto in vigore per 2-3 anni. L’obiettivo era quello di incentivare i cittadini dei Comuni dell’Unione ad adottare i cani presenti nel canile. Ora la convenzione non è più attiva e si effettua una fatturazione “reale”, ogni Comune cioè paga per i cani di sua proprietà.

Dini fornisce alcune precisazioni anche sulle spese per la manutenzione straordinaria del canile: “Non è vero che i posti sono 90, come sostiene il gruppo consiliare, ma sono invece 183, il massimo disponibile. Lo conferma anche il sopralluogo dell’Asur. Confermo invece che la spesa è stata di 35.000 euro, 29.000 più Iva”. Tre anni fa i cani erano circa 300 mentre ora sono un’ottantina, e la struttura è gestita, e lo sarà fino al 2020, dal canile del Ragano di Fano, una ditta privata individuata con una gara indetta a livello nazionale.