Barriere ‘natalizie’ antiterrorismo in centro a Urbino. Dubbi sull’efficacia

di DANIELE ERLER

URBINO – Sono una decina i blocchi di cemento piazzati in via Raffaello, corso Garibaldi e via Vittorio Veneto. Li hanno posizionati gli operai del cantiere comunale, pochi giorni dopo aver sistemato gli alberi di Natale. Servono per proteggere piazza della Repubblica durante le manifestazioni di questi giorni, nei prossimi mesi saranno sostituiti con dei blocchi definitivi.

I dubbi di Sgarbi e le rassicurazioni di Guidi

Ma sono davvero efficaci? Vittorio Sgarbi, assessore alla Rivoluzione a Urbino, è critico: “Non rovinano la città, ma determinano una curiosità eccessiva per l’inutilità che hanno. Non servono a nulla, non saranno quegli affari a eliminare il terrorismo. È una norma che deriva da un’interpretazione di indicazioni del ministero dell’Interno, si creano situazioni di panico e reazioni anche irrazionali”. Il 4 dicembre un cronista del Ducato è sceso lungo via Raffaello, dimostrando come in realtà le auto possano superare i blocchi di cemento senza rallentare. Le barriere sono invece efficaci per rallentare i mezzi pesanti.

“Abbiamo messo questi blocchi per evitare che i camion possano arrivare in velocità, garantendo però allo stesso tempo l’accesso dei mezzi di soccorso” spiega Massimo Guidi, assessore alla polizia municipale. Le auto riescono a passare fra le barriere ma, almeno nelle intenzioni, sono costrette a rallentare per fare un piccolo slalom. “Non è una scelta autonoma dell’amministrazione – precisa Guidi – Ogni cosa l’abbiamo fatta in accordo con la Polizia di Stato: loro ci hanno detto anche come posizionare i blocchi”.

Senza creare allarmismo

L’obbligo deriva da una serie di indicazioni date ai prefetti dal capo della polizia Franco Gabrielli e dal ministro dell’Interno Marco Minniti. Simone Pineschi, vice questore e dirigente del commissariato, spiega che Urbino “ha recepito le direttive ministeriali, attraverso le indicazioni che derivano dal Comitato provinciale di sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto. Le barriere servono per le manifestazioni che prevedono, in spazi ristretti, la presenza di un numero di persone oltre l’ordinario. Dobbiamo adottare degli accorgimenti ma lo dobbiamo fare evitando l’allarmismo con buon senso”.

“La normativa”, aggiunge Pineschi, “non descrive quali manufatti scegliere: l’obiettivo è garantire la sicurezza dei pedoni, in altre realtà lo si è fatto in modi diversi”. A Urbino sono stati coinvolti anche i Vigili del fuoco che hanno sottolineato l’importanza di garantire il passaggio dei mezzi di soccorso. “Così riusciamo sicuramente a bloccare il passaggio dei mezzi pesanti, non è da escludere che i blocchi possano essere spostati in futuro o adattati in base alle esigenze”, conclude Pineschi.

Nel 2018 i blocchi definitivi

È la terza volta che Urbino usa le barriere antiterrorismo: in tutti i casi finora sono stati dei provvedimenti temporanei, adottati per tutta la durata delle manifestazioni. Quest’estate durante la Festa del Duca sono stati bloccati tutti gli accessi alla città. Durante la Festa dell’aquilone un furgone bloccava l’accesso a corso Garibaldi, per proteggere le persone sedute ai tavoli durante la cena delle contrade. I blocchi natalizi in via Raffaello e via Vittorio Veneto sono stati coperti da un telo rosso, con l’intento di renderli più simili agli addobbi del centro storico.

Nei primi mesi del 2018 saranno posizionati dei blocchi definitivi. “Stiamo ragionando per trovare delle barriere adatte al centro storico, anche considerando che Urbino è una città Unesco”, dice Guidi, “nei prossimi mesi valuteremo cosa si trova sul mercato per vedere quali sono le barriere migliori anche dal punto di vista estetico. Dobbiamo tenere conto anche di questo aspetto”.

Anche la bellezza conta

A fine agosto il Consiglio comunale aveva votato all’unanimità una mozione presentata dal Movimento Cinque Stelle. Il sindaco e la giunta avevano preso l’impegno di “far sostituire i new jersey di cemento armato con una soluzione architettonica di maggior pregio, senza pregiudicare la sicurezza”.

“Non ci aspettavamo che il provvedimento potesse essere adottato in pochi mesi, anche perché è legato a questioni di bilancio: è giusto che nel frattempo la sicurezza sia garantita utilizzando i materiali a disposizione”, spiega Emilia Forti, capogruppo del Movimento Cinque Stelle di Urbino, “però l’amministrazione ha condiviso la nostra mozione e questo è importante: ci aspettiamo che nei prossimi mesi Urbino vada nella direzione di altre città, dove si sono unite estetica e sicurezza”.

Dopo l’attentato alle ramblas di Barcellona, l’architetto italiano Stefano Boeri aveva suggerito ai sindaci di sostituire i manufatti di calcestruzzo con vasi ornamentali contenenti alberi. Questa scelta è già stata fatta in diverse città italiane: “È ancora presto per fare delle ipotesi per Urbino, la decisione sarà presa dalla giunta, in accordo con le forze dell’ordine. L’importante è che le barriere resistano al passaggio di un mezzo pesante”, dice Guidi.

Così la normativa

La direttiva sui blocchi stradali antiterrorismo è partita dal Viminale il 7 giugno 2017, quattro giorni dopo i fatti di Torino. A piazza San Carlo, per un falso allarme, c’erano stati un morto e 1500 feriti.

Il documento spedito dal capo della polizia Franco Gabrielli a tutti i prefetti indica in modo preciso cosa bisogna fare quando vengono programmati eventi pubblici con la partecipazione di molte persone. Fra le altre cose bisogna valutare “l’adozione di impedimenti fisici al transito dei veicoli nelle aree interessate al concentramento e all’accesso degli spettatori”. Ma Gabrielli non specifica nel dettaglio come devono essere queste barriere.

La decisione spetta al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, un organo collegiale presieduto dal Prefetto: “In tale consesso sarà realizzata, in una cornice di sicurezza integrata, la sintesi delle iniziative da adottare”, scrive Gabrielli.

La direttiva del prefetto

A fine agosto, pochi giorni dopo l’attentato di Barcellona costato 16 morti, il prefetto di Pesaro e Urbino Luigi Pizzi riunisce il Comitato e dà le direttive sull’organizzazione delle manifestazioni nei principali Comuni della provincia, compresa Urbino.

In caso di eventi di “particolare rilievo” il prefetto chiede di posizionare “barriere fisiche che, senza danneggiare l’aspetto architettonico dei vari centri storici e senza impedire totalmente l’afflusso dei veicoli, ne impongano il massimo rallentamento, in modo da prevenire qualsiasi azione criminosa di stampo terroristico, consentendo però, nel contempo, il passaggio, all’occorrenza, dei mezzi di soccorso”. Ed è proprio questa la direttiva che Urbino ha seguito per i suoi blocchi.