Una villa di Urbino tra gli edifici più belli del 2017

di PATRIZIA BALDINO

URBINO – C’è anche una villa di Urbino tra i 62 edifici più belli costruiti nel 2017 in tutto il mondo, progetti che si sono distinti per originalità e adattamento all’ambiente circostante e che concorrono al Riba International Prize, indetto dal Royal Institute of British Architects.

Si tratta del progetto AP House, creato dallo studio riminese Gga degli architetti Alice Gardini e Nicola Gibertini. Sono stati inseriti tra i candidati al prestigioso riconoscimento che valuta le migliori creazioni, a livello mondiale, in ambito architettonico.

La villa –  creata su commissione di un compratore straniero, alla ricerca di una casa dove poter trascorrere le vacanze – domina una delle colline poco lontane da Urbino. A prima vista sembra una semplice residenza di campagna ma in realtà nasconde molte sorprese, tra cui una sala cinema e una palestra.

AP House è composta da tre edifici collegati fra loro per un totale di 800 metri quadri e ricavati da costruzioni antiche come il fienile, diventato adesso una depéndance per gli ospiti.

Un progetto ambizioso e impegnativo, quello dei due architetti, che si sono ritrovati a dover coniugare la tradizione del territorio, con le sue caratteristiche, e le richieste del committente, che desiderava una casa ricca di modernità, dove potesse dedicarsi ai suoi passatempi.

“Siamo stati davvero felici di quest’opera, per un architetto le Marche sono un territorio perfetto per ideare un nuovo edificio utilizzando la creatività. L’urbinate è una zona davvero piacevole sia per bellezza che per i rapporti con i suoi abitanti. Abbiamo collaborato con aziende di Urbino e Fermignano e si è creato un clima molto rilassato. Speriamo di poter ritornare molto presto”, spiega Gibertini.

Per l’architetto il “dialogo” che si è creato tra la casa e l’ambiente è il pezzo forte del progetto: “È come se la villa parlasse con il paesaggio, si può dire che è stata creata proprio per poter ammirare la natura. D’estate la piscina offre ospitalità a uccelli e altri animali che vivono nella campagna, e dall’interno della casa si può dominare tutto ciò che la circonda, come se si stesse osservando un quadro”.

“Abbiamo cercato di creare un’abitazione che mantenesse un guscio quasi ancestrale – racconta – che non stridesse con l’ambiente contadino di questa zona, ma che avesse elementi domotici e tecnologici. Questo progetto ci ha impegnato in tanti settori, basti pensare che anche gli arredi, a eccezione del divano e delle sedie, sono creati sulla base dei nostri disegni”.

Per ora lo studio attende il giorno della premiazione, che si terrà a fine novembre 2018, dopo la visita, da parte dei membri della giuria, a ogni edificio concorrente. Gli architetti italiani in gara, tra i 72 partecipanti, sono tre: oltre a Gardini e Gibertini ci sono Renzo Piano, con il Centro culturale della Fondazione Stavros Niarchos di AteneStefano Boeri con il Bosco verticale di Milano.

In gara c’è anche un’altra opera realizzata in Italia, la Stazione marittima di Salerno, creata da Zaha Hadid, famosa architetto scomparsa nel 2016.

“Siamo davvero lusingati per questa candidatura – dice Nicola Gibertini – per noi è un grande onore comparire insieme ad architetti famosi come Piano e Boeri. Non pensiamo di vincere ma essere stati candidati per noi è già un bellissimo traguardo”.