“La banda Grossi” nelle sale ad aprile. “Un western marchigiano che aiuterà il turismo”

La banda Grossi, una storia quasi dimenticata
di MATTEO DE RINALDIS

URBINO – Era il 1882 quando Jesse James, uno dei criminali più famosi della storia, fu tradito dal suo sodale, il “codardo” Robert Ford, e ucciso nel suo letto a St. Joseph, in Missouri. Vent’anni prima, non in America ma nelle Marche, un altro criminale fu venduto alla prefettura di Pesaro e Urbino per 1.000 lire e un passaporto per l’estero. Una storia che adesso sarà raccontata al cinema. La banda Grossi, prodotto dalla casa cinematografica indipendente Cinestudio di Fermignano, arriverà nelle sale italiane ad aprile, e racconta le vicende del gruppo di briganti che nel 1860, all’alba dell’Unità d’Italia, trasformò la provincia di Pesaro e Urbino in un “far west”, con omicidi, violenze e furti. “Le riprese sono terminate a maggio e nelle prossime settimane termineremo la fase di postproduzione – dichiara al Ducato il produttore Enrico Ripalti – dopo comincerà la parte di promozione e distribuzione che si completerà in primavera”.

È stato girato interamente nella zona del Montefeltro, tra Petriano, Urbania, Cagli e Apecchio. Gli stessi territori messi a ferro e fuoco dai briganti di Terenzio Grossi, il leggendario brigante nato a 15 km da Urbino che si schierò contro il nascente Stato italiano e radunò attorno a sé una banda che riuscì a ottenere l’appoggio della popolazione meno abbiente che mal digeriva la presa di potere piemontese.

La pellicola è stata anche l’occasione per raccontare quella parte dell’entroterra marchigiano ricca di fascino ma ancora lontana dall’essere valorizzata adeguatamente dal punto di vista turistico. Un patrimonio che è stato riconosciuto anche dal Touring club italiano, che martedì 22 gennaio, ha premiato 21 piccoli comuni marchigiani come borghi più belli d’Italia. Ma a dare una mano al turismo in questa area può essere proprio La banda Grossi: “Sono straconvinto che questo film aiuterà molto il territorio – spiega il produttore e co-fondatore della Cinestudio – sicuramente è un prodotto che crea a cascata una grandissima valorizzazione. Non dimentichiamoci che della banda Grossi se ne parla in America, in Australia. E insieme alla banda si parla del territorio in cui la banda viveva. C’è una risonanza pazzesca nonostante sia una produzione indipendente”.

Un interesse testimoniato anche dalla raccolta fondi lanciata dal regista, Claudio Ripalti, all’esordio dietro la cinepresa. Grazie al crowdfunding lanciato sulla piattaforma Kickstarter ha raccolto 72.000 euro in un mese, diventando così il film italiano di maggior successo in fatto di raccolta fondi. “È impressionante come le donazioni ricevute siano arrivate non solo dall’Italia, ma anche dall’America, dal Canada e dall’Inghilterra – commenta il produttore – significa che la gente è attratta da questa storia e dal nostro territorio”.

Le date esatte dell’uscita non sono ancora state stabilite, ma a percorrere le prossime tappe è stato direttamente Ripalti: “Avremo un’anteprima per le persone che hanno contribuito alla realizzazione. Sarà trasmessa in una delle città centrali nella trama del film. A seguire ci sarà una prima nazionale a Roma e la distribuzione nei cinema convenzionali”.

Secondo le prime indiscrezioni, la pellicola approderà anche sulle più importanti piattaforme tecnologiche: iTunes e Netflix. Una versione parzialmente smentita dal produttore: “Prima o poi sarà sicuramente disponibile su iTunes, anche se prima termineremo il giro nei cinema. Su Netfilx invece il problema non si pone. Non siamo mai stati contattati dall’azienda e per un film indipendente non c’è nemmeno un grande interesse a finire su Netflix: è una piattaforma rivolta in particolare alle serie tv e non allo sviluppo del cinema”. Porte chiuse dunque al colosso californiano? Non proprio. “Magari in futuro, quando sarà terminato lo sfruttamento cinematografico, potremmo anche pensare a Netflix. Ma è una prospettiva che oggi non consideriamo nemmeno”.