"Ronaldo": storia di uno spacciatore quasi redento

Segni particolari: occhi verdi e una Marlboro perennemente tra le dita. Di giorno lavora come uno dei tanti muratori della provincia di Pesaro; di notte invece si trasforma in "Ronaldo, il numero uno fra gli spacciatori di ecstasy della riviera romagnola".

Si sposta su una scassatissima Panda nera con la sua donna, "Ronaldinha", 22 anni bionda e minuta proprio come la compagna del calciatore brasiliano.

"Ho iniziato con l’ecstasy circa 8 anni fa – racconta "Ronaldo", 36 anni vissuti pericolosamente - perché ero in crisi di eroina. Me l’ha consigliata un amico per alleviare il dolore. Speravo di stare meglio, invece nel giro di poco tempo mi sono trovato in depressione".

Felpa blu e un paio di jeans, lo spacciatore racconta con entusiasmo gli effetti di quella che gli habitué identificano con la sigla "xtc": "All’inizio quando mi calavo, trovavo la carica, la lucidità per affrontare tutti i miei problemi. Mi alzavo la mattina e, invece dell’eroina, mi facevo di ecstasy. Mi sentivo invaso da un’enorme euforia e gioia di vivere. L’ecstasy era il mio incontro con Dio. Le mie pastiglie preferite? le "ancorette", le afrodisiache "Eva" e un tipo di colore rosso e nero da cui si ricavano tre "paste" per volta. Dove le trovavo? in discoteca, pagando 50mila lire al colpo".

Ma dopo circa tre mesi iniziano i problemi: "Mi sentivo fisicamente sfinito, avevo le allucinazioni e così ho cominciato a isolarmi, a leggere molto e ad autoanalizzarmi. In qualche modo tutte le mie facoltà psichiche erano amplificate, ma all’energia è progressivamente subentrata la tristezza, la depressione".

Orfano di padre dall’età di 15 anni, appassionato di calcio e modellini, "Ronaldo" trova ancora la forza di ridere: "La mia giornata tipo? un casino. Prima tutto era in funzione della siringa, poi il centro della mia vita è diventata l’ecstasy".

I lavori saltuari trovati per lui da amici e parenti non bastano a fargli dimenticare la "vita spericolata": "Anche se adesso i prezzi sono più abbordabili di una volta – spiega "Ronaldo" – i soldi non bastano mai. Prima basta calarti una pasta al giorno, poi aumenti la quantità, fino ad arrivare a una dose quotidiana di 4 o 5 pastiglie".

Nel suo passato da eroinomane, "Ronaldo" ha provato anche il carcere: "Ci sono rimasto solo per pochi giorni: avevo rubato non so neanch’io cosa…".

La madre, il fratello e la sorella si accorgono troppo tardi del tunnel nel quale è finito: "Sono la pecora nera della famiglia. Ormai sono sputtanato. Dieci anni fa mi sono messo con una ragazza, una tossica come me, e abbiamo fatto un figlio che oggi ha 9 anni. E’ seguito dai servizi sociali, anche se adesso la mia ex compagna sta bene".

Gli occhi del ragazzo si fanno lucidi: "L’eroina non ti consente di avere amici, perché tutto quello che fai è in funzione di un benessere personale".

Eppure "Ronaldo" è sempre stato un tipo allegro, una specie di leader carismatico all’interno del gruppo: "Ancora adesso i più giovani vengono da me per un consiglio prima di farsi il primo buco…".

Ciò nonostante, non ama la folla né l’ambiente delle discoteche: "Ci vado di tanto in tanto con la mia ragazza. Lì trovo amici che mi presentano altri amici, sicché compro e vendo l’ecstasy, utilizzando come spacciatori i ragazzi del giro. L’identikit dello spacciatore? è l’ultima persona che immagineresti".

Musica techno e luci psichedeliche fanno da cornice al rituale: "Ci si incontra nei bagni della discoteca e lì avvengono gli scambi. Adesso una "pasta" costa 25-30mila lire, a seconda del tipo e degli effetti desiderati. Alcune contengono morfina, altre anfetamina, altre ancora cocaina chimica. Chi "si cala" balla per ore e ore in uno stato di rincoglionimento totale, perché l’ecstasy dà forza, sicurezza, energia contro il torpore della vita. Terminati gli effetti, ti senti male, proprio come dopo una sbornia".

Il mercato sulla riviera romagnola è gestito prevalentemente da ragazze attorno ai 20 anni: "Di solito girano con un amico che ha il compito di difenderle, ma qualcuna si muove da sola, perché ha le palle e non ha paura di nessuno. L’importante è far vedere che si è duri, navigati, così non prendi ‘sole’".

Ma la fregatura è sempre dietro l’angolo: "Una volta mi sono calato della "paste" fabbricate in Olanda con gli scarichi dei detersivi. Ricordo ancora il loro sapore sintetico. Sentivo friggere il cervello. Ho pianto per ore senza motivo. Dopo questo episodio ho deciso di smettere".

Ora "Ronaldo" si limita a spacciare: "Ho bisogno di soldi. Voglio mettere su famiglia con la mia ragazza e riavvicinarmi a mio figlio".

"Ronaldinha" sorride imbarazzata: ha solo 22 anni, fa l’università e ha già provato Lsd ed ecstasy: "La prima volta che mi sono "calata" una "pasta", ho avuto le allucinazioni per tre giorni di seguito. Vedevo e parlavo con i miei genitori anche se non erano in casa. Per fortuna loro non si sono accorti di nulla".

"Ronaldinha non ha mai cercato l’ecstasy: "Mi è capitata per caso e ho deciso di provarla. Tutto qua". "Ronaldo" freme: "Non voglio che prenda quella roba – ringhia scostando la manica della camicia dal tatuaggio che porta sul polso destro – perché ci si rovina. Io ne so qualcosa… Ora è il momento di reagire, di far parlare l’istinto di sopravvivenza. Guarda questo: è un simbolo tribale e rappresenta la speranza".

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