Il giallo - Furto vero o simulato?

La portineria, al primo piano, all'interno della hall; e il sotterraneo, con le cucine, due bagnetti e una porta di servizio, collegato al vano principale da una scaletta accessibile dal retro della guardiola, dove ci sono gli appendiabiti e una brandina, utilizzata dai portieri durante il turno la notte: l'assassino, o gli assassini, si sono mossi tra questi spazi, lasciando tracce visibili a chiunque. La mattina dopo il delitto, c'è ancora una poltrona della hall appoggiata al muretto esterno del bancone: l'aggressore, passando dall'ingresso principale che quella notte era rimasto aperto, sarebbe entrato così all'interno della guardiola, mentre Floride, come è probabile, si era appena appisolata sul retro. Il cassetto che conteneva i soldi rubati, 300.000 lire, viene richiuso, come per ritardare la scoperta del delitto. Spariscono anche la borsetta e il beauty-case della donna.


Floride viene colpita al piano di sotto, quasi di fronte le scalette interne. Il badile che è servito ad ucciderla forse era lì, appoggiato al muro, perchè proprio la sera prima c'era stata ad Urbino un'abbondante nevicata. I testimoni, però, ricordano che l'arnese si trovava nella guardiola, l'ultima volta che la portiera fu vista viva. Niente esclude che sia stata Floride, prima di dormire, a riporre il badile di sotto. O forse fu proprio lei ad afferrarlo per prima, per spaventare o per difendersi.
La dinamica non è chiara: Floride scese le scale per tentare la fuga oppure scoprì l'aggressore mentre lui era già nel sotterraneo, a commettere quello che nessuno avrebbe mai dovuto raccontare?

Le piste - Indizi che non fanno quadro

A più di un anno dal delitto, il movente è ancora un'ipotesi. C'è una pista privilegiata, quella del furto, ma gli inquirenti non escludono il colpo di scena, che sia stato un "finto" ladro a seminare gli indizi.
E restano in piedi, almeno ufficialmente, tutte le ipotesi investigative:


Il raptus di un maniaco

Il delitto passionale

La pista dell'usura

Il furto

 

IL RAPTUS

Non è stato il "mostro" ad uccidere Floride.
La Cesaretti fu trovata scalza, con la camicia sbottonata. Ma secondo l'autopsia non si trattò di una violenza a sfondo sessuale. Certo è che la donna, forse già ferita, lottò per difendersi contro il suo aggressore. E Floride morì scalza perchè probabilmente si trovava a letto qualche istante prima che l’omicida la colpisse.
Non fu neppure di uno scatto di follia: "I colpi sono stati precisi, con la lucida determinazione di uccidere", dice il sostituto procuratore Gatti.
Il badile, d’altra parte, era lì per caso. Quindi nessuno quella notte entrò in collegio armato, premeditando l'omicidio della portiera.

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IL DELITTO PASSIONALE

Nessun amore proibito, sembra, dietro la morte di Floride Cesaretti: i parenti e gli amici conoscevano Floride come una donna fedele ai valori tradizionali della famiglia. Gli inquuirenti non hanno trovato indizi che facessero ipotizzare forti dissidi tra la Cesaretti e il marito, Florindo Denti.

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L'USURA

A dieci giorni dall’omicidio, filtra la notizia che gli inquirenti stanno effettuando controlli su patrimoni e conti correnti intestati a persone sospettate: Floride Cesaretti potrebbe essere stata vittima di un giro di usura.
Si indaga sui parenti della donna, in particolare il marito, perchè sono tanti in paese a parlare di un suo coinvolgimento in un giro di usura.
"Mia madre forse aveva scoperto qualcosa" dice al "Ducato" la figlia della portiera, Simona Denti. Ma subito dopo smentisce, mentre il fratello Federico, proprietario di un negozio di scarpe al centro di Urbino, si chiude nel silenzio e accusa la stampa di aver condotto una campagna diffamatoria contro il buon nome della sua famiglia.
I risultati delle indagini peraltro, non danno conferme. Nemmeno quando l'argomento "usura" torna alla ribalta nelle cronache locali: il 4 aprile 2000 viene ucciso con un colpo di fucile Gaetano Vitali, un imprenditore immobiliare più volte accusato di strozzianaggio, e sempre assolto. L'associazione tra i due omicidi è pensiero ricorrente in tanti Urbinati. Ma alla prociura, almeno ufficialmente, non arriva nessuna segnalazione che dia una svolta alle indagini.

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IL FURTO

L’assassino ha rubato: 300.000 lire custodite in portineria dentro un cassetto, al di là del bancone, il beauty case di Floride e la sua borsetta. Restano su una sedia, accanto alla brandina, gli orecchini d’oro che Floride si è tolta prima di sdraiarsi.
Si ritroveranno il beauty-case e la borsetta, a qualche chiilometro dal Colle, sul ciglio di una strada non frequentata di notte: nel portafoglio della donna ci sono ancora i documenti e 38.000 lire.
Se è stato un ladro ad uccidere, per i pochi soldi della cassettina, perchè, allora, avrebbe lasciato a terra la borsa con i contanti?
"E’ come se l’omicida avesse cercato di sparpagliare gli indizi" ha detto il pm Claudio Coassin, che tuttavia continua a seguire la pista del furto. Anche alla luce di un nuovo indizio: quella notte, nel collegio, chi "sapeva" avrebbe potuto rubare una cifra ben maggiore delle 300.000 lire contenute nella cassettina. In quell'ala del collegio, infatti, c'era una cassaforte con circa tredici milioni, nascosta dietro un quadro nell'ufficio della direzione. Quella stanza è lungo un corridoio, collegato da una porta proprio agli ambienti del piano terra dove fu trovato il corpo di Floride. Una via d'accesso anomala, tuttavia, perchè a quel corridoio si può arrivare dalla hall, percorrendo una rampa di scale interna. L'assassino invece, scavalcò il bancone e arrivò nel sotterraneo attraverso la guardiola: con quale logica avrebbe perferito un percorso così tortuoso per arrivare alla cassaforte? E soprattutto, perchè nessuno rubò quei milioni, nè visibilmente tentò di farlo, dal momento che la porta della direzione fu trovata intatta?
D'altra parte, con il movente della cassaforte si potrebbe spiegare la presenza dell'assassino nel sotterraneo: forse contava di uscire dal piano terra con il bottino per non dare nell'occhio, ma Floride lo ha sorpreso mentre tentava il colpo. Forse lo ha riconosciuto: pochissimi, in collegio, potevano sapere di quei milioni nascosti dietro il quadro. Le stesse persone, probabilmente, che avrebbero potuto, in modo lecito o illecito, entrare in possesso delle chiavi per introdursi nell'uffucio della direzione.

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