Massacrata la portiera di un collegio
Floride,delitto imperfetto

L'assassino?
Potrebbe essere chiunque

 

di Angela Camuso

Sangue che fa paura.
Scorre nel buio dei sospetti, senza un percorso, senza una logica, gelido sotto i silenzi di chi ha visto e non parla. L'omicidio del Colle è il delitto imperfetto che contraddice se stesso. Le fonti di prova, beffarde, si palleggiano da quasi un anno sui rapporti inconcludenti dei
fascicoli
giudiziari. L'assassino vuole uccidere, ma trova l'arma per caso. Ruba, ma poi abbandona del denaro. Toglie di mezzo l'arma, ma lascia tracce del suo sangue.

Floride Cesaretti era portiera del " Colle", pensionato universitario per studenti e professori appena fuori le mura di Urbino, la residenza rinascimentale del Duca di Montefeltro che negli ultimi vent’anni di storia si è trasformata in piccola città campus: 15mila residenti e 24mila studenti che abitano in gruppi gli antichi appartamenti del centro, più mille universitari che vivono "ai collegi", su una collina.
"La vela", " Il Tridente", "L’Aquilone", " Il Colle","Le Serpentine": collegate da un labirinto di stradine e passaggi interni, le cinque costruzioni offrono spazi comuni di studio e lavoro. C’è la mensa , il teatro, un’aula conferenze. Urbino è tranquilla, la notte in piazza è un mercato di musica e alcool; ma niente violenze, niente rapine, nessun omicidio da oltre vent'anni.

L’orrore arriva al "Colle" la mattina del 28 novembre 99. Un collega di Floride, di turno quella notte, entra in collegio come al solito, alle sette in punto, per darle il cambio. Trova la donna nel sotterraneo, dissanguata sul pavimento: qualcuno le ha massacrato il cranio con ventuno colpi di badile.
Abbandonato sul cemento del cortile, un asciugamani con la targhetta dell’università è macchiato di sangue. Si va nei bagni più vicini: ancora tracce, l’assassino è andato lì a lavarsi.

La notizia, velocissima, scatena una frenetica caccia al mostro. Per prenderlo, il procuratore capo di Urbino si dà un ultimatum di 48 ore.
La stampa si scatena, e si cominciano a ricostruire i pezzi del puzzle infernale: il delitto tra le tre e le quattro di notte, una cassettina con 300.000 lire scomparsa, il badile che non si trova. E poi anche un beaty-case rubato, e la borsetta, sparita e ritrovata intatta dopo qualche giorno, con portafoglio e soldi.

Crollano le congetture di logica.
Il furto non sembra un furto, e l’assassino potrebbe essere chiunque: uno studente, un professore, un balordo, un folle, un maniaco, un vero killer.
Tre ragazzi che abitano al Colle si ricordano di un uomo col pizzetto che chiacchierava a tarda notte con la portiera: l’identikit del supertestimone –ma non si esclude che sia l’assassino– finisce sui giornali e nelle bacheche universitarie, mentre ogni giorno decine di insospettabili più o meno barbuti sfilano nei corridoi della procura.
Pezzi d’informazione e voci di popolo si mescolano e si condizionano a vicenda: il passato di Floride, i suoi rapporti in famiglia, la morte assurda di un altro portiere del Colle proprio nel giorno del funerale della donna. E poi le chiacchiere in paese su un presunto giro di usura gestito dal marito, un infermiere ospedaliero che troppi dicono faccia una vita ben al di sopra delle proprie possibilità.

Ci sono i primi indagati, si parla di circa otto avvisi di garanzia indirizzati a dipendenti dell'Ersu, l'ente universitario proprietario dei collegi.
A dicembre dello scorso anno il magistrato Claudio Coassin secreta i fascicoli: troppe fughe di notizie, il corso della giustizia potrebbe essere compromesso. Ritorna a parlare a più di un anno dall'omicidio: "Floride ha visto, riconosciuto qualcuno. E per questo è stata uccisa".
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IL FATTO
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IL LUOGO DEL DELITTO
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IL GIALLO
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L'IDENTIKIT
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INTERVISTA AL MAGISTRATO
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LA VITTIMA
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LA PISTA ROSA
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SANGUE DI PIU' PERSONE
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UN'ALTRA MORTE SOSPETTA
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