Massimo D'Alema aveva dato il primo segnale, e in una recente conferenza sui new media aveva espresso tutta la sua fiducia nella nuova frontiera digitale, impegnando il suo governo a sostenere fino in fondo lo sviluppo delle nuove tecnologie in Italia. Dopo il crollo del centrosinistra alle regionali e le sue dimissioni, però, a portare avanti quella promessa ci pensa Giuliano Amato, che ha raccolto al volo l'impegno dell'ex premier, dichiarando che il suo governo è nato per e-mail.

L'8 maggio, al forum della Pubblica Amministrazione tenutosi a Roma, il neo Presidente del Consiglio ha annunciato che la digitalizzazione degli uffici potrà facilitare i cittadini nei rapporti con la burocrazia e potrà far guadagnare di più i dipendenti pubblici. Il ragionamento espresso dal Dottor Sottile, come al solito, non fa una grinza: "Nel tempo - ha detto - acquistando on line i beni della Pubblica amministrazione si possono risparmiare migliaia di miliardi e più miliardi si risparmiano, più una parte di essi potrà essere accantonata nei fondi per i trattamenti integrativi e redistribuita a quei funzionari e dipendenti che hanno contribuito ad aumentare la produttività della macchina". Amato ha quindi sottolineato che al Ministero del Tesoro ha lasciato un'incompiuta, cioé l'attuazione della norma della finanziaria che consente alle amministrazioni di acquistare in Rete i beni di cui hanno bisogno.

In definitiva, il premier ha invitato gli statali a buttare via timbri e cartelle e a diventare esperti di Internet e nuove tecnologie: "E' facile - ha assicurato - a me sono bastati tre anni per impratichirmi." "Dobbiamo passare - ha aggiunto - dall'informazione al servizio: attraverso la rete informatica devono passare non soltanto le informazioni utili ai cittadini ma gli stessi servizi offerti dalle amministrazioni."

(20 maggio 2000)

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