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Regionali on line
la prova del fuoco

Corsa all'ultimo sito, ma ancora non funziona

 

Una corsa all'ultimo secondo. Ancora a febbraio, in molti non sapevano cosa fosse un'e-mail. Tempo un mese e mezzo, la maggior parte dei politici di casa nostra ha avuto il suo sito personalizzato e la sua bella campagna elettorale on line.

Le elezioni regionali del 16 aprile 2000 sono state la prova del fuoco: la Rete è entrata in politica, o meglio, la politica è caduta nella Rete. Quanto agli effetti e ai benefici di questo veloce "ammodernamento" delle campagne elettorali, è ancora presto per fare bilanci e stabilire se e in quale misura il web abbia contato. I fatti, però, parlano chiaro: alla vigilia della consultazione, quasi tutti i candidati alla presidenza delle Regioni avevano il loro sito Internet. E se alcuni si sono limitati a segnare la loro presenza con pagine web della serie "c'ero anch'io", altri hanno messo su dei veri e propri siti di politica, da dove scaricare programmi, foto, volantini e informazioni di ogni tipo sull'universo della politica locale.

Il primo in ordine di tempo è stato Francesco Storace, candidato del Polo alla presidenza della regione Lazio: già prima della pubblicazione delle liste l'indirizzo del suo sito, www.storace.com, campeggiava accanto alla sua faccia su tutti i muri della capitale. La battaglia per le poltrone regionali si è quindi combattuta anche on line: in Lombardia, la vittoria di Formigoni su Martinazzoli è stata preceduta da quella in Rete, viste le tecnologie al'avanguardia impiegate sul sito del candidato del Polo. Mentre in Piemonte, almeno per quanto riguarda i siti, lo scontro Enzo Ghigo-Livia Turco avrebbe meritato un pareggio.

Ma più forte di tutti, come al solito, è andata Emma Bonino, che ha fatto del sito dei radicali il quartier generale della sua campagna elettorale, con le schede e le foto ingrandibili di tutti i candidati pronte ad essere pubblicate sui giornali. E con il collegamento al video di propaganda realizzato per lei da Oliviero Toscani. Ma non è finita. I Radicali sono anche gli unici (a parte un timido tentativo di An) ad aver adottato il metodo americano del "fund-raising" , consentendo a chi lo volesse di offrire contributi "on line" alla loro campagna attraverso la carta di credito. E sono stati i primi a inaugurare in Italia i due metodi principe delle campagne web: i banner pubblicitari (pubblicità cliccabili pagate sui siti più visitati dai tipi di utenti che si vogliono raggiungere) e i "mail-bombing" , sorta di passa parola telematico in cui si mandano mail a diverse tipologie di persone al posto delle tradizionali cartoline o lettere di presentazione del candidato.

La differenza? Innanzi tutto il prezzo: senza carta, trasportop o francobolli, le mail costano molto meno delle lettere normali. E in quanto ai banner, differentemente da quanto avviene con un manifesto murale, su di essi si può cliccare. Ci si ritrova così sul sito del candidato, in mezzo alle sue foto, ai suoi slogan e alle sue più recenti dichiarazioni.

Non tutti però, almeno stavolta, hanno optato per una campagna banner: i Ds ad esempio si sono limitati al loro "passaparola", e pur essendosi fatti fare un preventivo hanno deciso di rinunciare. Polo, Radicali, Verdi e Democratici invece hanno inondato le pagine web più visitate di spazi pagati a caro prezzo. "La spesa per una campagna media - spiega Andrea Cugnasca, direttore generale di una delle più importanti concessionarie di pubblicità sul web, la Active Advertising - si aggira tra i 50 e i 70 milioni."

Così, navigando tra un sito e l'altro in periodo elettorale, è capitato che spuntassero scritte "poliste" del tipo "Una scelta di campo", con le indicazioni di come votare e su quale simbolo mettere la croce. O altre con la Nave Azzurra di Forza Italia ritratta accanto a un Berlusconi ridente col pollice alzato. Ed è anche capitato che le inbox di persone del tutto eterogenee venissero visitate da gentili e sconosciuti personaggi che invitavano a votare, ad esempio, un candidato dei Ds a Milano, pregando di "passare parola" in caso ci si trovasse in un'altra città. Roberto Cuillo responsabile della comunicazione politica per i Ds, assicura che questo tipi di inviti viene mandato solo agli iscritti alle mailing list. In realtà, fanno dei giri molto più lunghi e arrivano molto oltre.

A parte i siti ufficiali dei partiti, che se si escludono qualche chat con Davide Riondino e Luca Zingaretti (per i Ds), e alcune emozionanti dirette dalla Nave Azzurra (Forza Italia), non presentano aspetti particolarmente curiosi, le vere chicche si trovano negli angoli più insospettabili del web: ad esempio, sul sito della candidata della Lega Nord Ramona Corsini, che ha aperto una finestra "Curiosità" dove è possibile scaricare il gioco della scopa con carte bergamasche e un montone Tamagoci.

E naturalmente non sono mancate istantanee di vita pubblica e privata, nella tradizione della politica romanzata, tutta retorica e buoni sentimenti: Cacciari bagnato fradicio che festeggia la promozione del Venezia in serie A; Gabriele Cané, candidato per il Polo alla presidenza dell'Emilia Romagna, mentre abbraccia moglie e figli, metà Kennedy metà Berlusconi; o ancora Galan, che correva per il Polo in Veneto, in bianco e nero e pantaloncini corti.

Alla fine dei conti, però, bisogna ammettere che sì, è stato divertente, ma è stato ancora solo un esperimento. Il flop inaspettato dei Radicali di Emma Bonino ha dimostrato che per quanto bene si sappiano usare i nuovi mezzi a disposizione della politica, quello che conta è la fiducia della gente nei candidati (quando va bene, amicizie e clientelismi a parte). E la fiducia della gente, per ora, è difficile conquistarla on line.

Le cose però stanno cambiando in fretta, e già alle prossime politiche gli entusiasti del web potranno verificare quanto la politica sia entrata nella Rete, e quanta voglia avrà di restarci.

(10 maggio 2000)

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