I finanziamenti illeciti della Cdu: una questione europea

La successione:
nuovi volti e vecchi dissidenti

Parola d'ordine: avere poco o niente a che fare con Helmut Kohl.
Spazzati via il padre-padrone della Cdu e insieme a lui il suo delfino
Wolfgang Schaeuble, requisito indispensabile per assumere la guida del partito sembra essere uno: la capacità di vantare meno legami possibile con i responsabili del disastro che ha sconvolto i cristiano democratici.

Friedrich Merz e Angela Merkel

Ecco allora che il segretario generale Angela Merkel prende il posto di Schaeuble alla guida del partito, acclamata come nuovo presidente dal Congresso nazionale di aprile. Per lei vota il 95,9% dei 1.001 delegati, e la nomina viene acclamata da un'ovazione di sei minuti.
Ma sulla scena si muovono, in vista delle prossime elezioni per il cancellierato, anche giovani rampanti e qualche vecchio dissidente.

  La bambina. Così l'aveva soprannominata Kohl, il suo scopritore. Designata il 20 marzo del 2000 dalla dirigenza del partito alla presidenza della Cdu, Angela Merkel, figlia di un pastore protestante, ha quarantacinque anni, è laureata in fisica ed è al suo secondo matrimonio.
Alle spalle ha un passato eroico, di perseguitata dalla Stasi, più di quanto lo furono Havel a Praga o Michnik a Varsavia.
L'11 aprile arriva la consacrazione del Congresso cristiano democratico.
E' la prima donna e la prima Ossi (come vengono chiamati i tedeschi dell'ex-Germania Est) a guidare una grande partito della Repubblica federale. Un doppio primato.
     
 

Il partito è nella condizione di chi, nella pubertà, deve lasciare la casa di mamma e papà"
Angela Merkel

 
     

Merkel è un'invenzione politica dell'ex-cancelliere: Kohl la notò durante i negoziati per la riunificazione quand'era portavoce dell'ultimo governo della Ddr e la volle subito deputata e poi ministro. Nel '91 era già alla guida del dicastero per le Donne e la Gioventù e nel '94 assume l'incarico di ministro per l'Ecologia, per diventare segretaria generale nel '98.
Cerca subito un profilo autonomo, finendo per scontrarsi con Kohl: i due non si rivolgono la parola da oltre un anno.
Soprannominata dallo schieramento opposto "la santa Giovanna della Cdu", sin dall'inizio dello scandalo si fa portabandiera del chiarimento
a ogni costo, conquistando, così, la base del partito. Non a caso la sua candidatura è stata spinta soprattutto dai militanti.
Pur non avendo molto carisma è simpatica, corretta, preparata e decisa. E' abbastanza giovane per simboleggiare il cambio generazionale da più parti invocato, e soprattutto, non sembra implicata nello scandalo.
Sconta, però, alcune debolezze che potrebbero esserle fatali nella lotta per la ridefinizione della mappa del potere ancora in atto nella Cdu, e in un eventuale scontro elettorale con Schroeder: è donna in un partito ancora maschilista; è tedesco orientale e protestante, e questo non piace alle masse cattoliche occidentali; ha voltato le spalle a Kohl, il suo scopritore, indispettendo gli iscritti che ancora hanno simpatia per il cancelliere della riunificazione.

  Il video della Bbc sulla nomina
di Angela Merkel alla guida della Cdu

Il giovane capogruppo. Già vice presidente dei deputati della Cdu, Friedrick Merz, 44 anni, avvocato della Vestfalia, è l'uomo che ha sostituito Schaeuble alla guida del gruppo parlamentare cristiano-democratico. E' stato eletto il 28 febbraio del 2000, con una votazione quasi plebiscitaria (217 voti a favore e 7 contrari su 226). Rappresenta uno dei rari casi di magistrati tedeschi passati alla politica: sia pure per un solo anno, infatti, è stato giudice al tribunale di Saarbruecken, nel 1985.
Eletto nel 1989 al Parlamento europeo, era il deputato più giovane della legislatura. Merz è approdato al
Bundestag nel 1994 e si è rapidamente affermato come esperto di politica fiscale e abile polemista nei dibattiti in aula. E' portavoce della Cdu per i temi economici. Sposato con 2 figli, alto quasi 2 metri, è un buon tennista e un virtuoso del clarinetto.

Il principe. Cinquasettenne avvocato, Edmund Stoiber, guida della Csu, ha fatto della Baviera, la regione più meridionale della Repubblica federale, una specie di avveniristica, fortunata e ricca enclave, al riparo da crisi politiche, economiche e sociali. Quasi un principato, geloso delle sue prerogative di libero stato, come recita la costituzione tedesca.
Alla guida del land dal 1993, Stoiber l'ha rivoluzionato, costringendolo ad abdicare alla tradizione agricola e medio-industriale per aprirsi alle nuove tecnologie. Il miracolo è riuscito. Oggi l'industria dell'Information technology fornisce il 40% del pil regionale, contro l'un per cento dell'agricoltura.

 

"La Baviera è la mia patria, la Germania la mia nazione, l'Europa il nostro avvenire"
Edmund Stoiber

 
     

Il "vecchio" rivale. Christian Wulff; quarantenne, avvocato, buon comunicatore televisivo, è capogruppo del partito al Bundestag e uno degli uomini di forza dei Jungen Wilden, i "giovani agitati", un gruppo di emergenti, composto da circa 40 leaders locali. Wulff, un oppositore della prima ora di Kohl, aveva cercato di bloccarne la ricandidatura alle elezioni nazionali del 1998.
Wulff, tuttavia, sconta un grave handicap: è a capo della Cdu della Bassa Sassonia, il land di Schroeder e nelle ultime due
tornate elettorali è stato battuto dall'attuale cancelliere.

 

"La Cdu non può accettare che qualcuno, chiunque sia, si ponga al di fuori del sistema legale"
Christain Wulff

 
     

L'ex-giudice. Un altro emergente membro degli Jungen Wilden è Peter Muller, 44 anni, ex-giudice. A differenza di Wulff vanta una tradizione vittoriosa contro i socialdemocratici, avendo guidato la Cdu alla conquista della Saar, il suo land, nelle elezioni dello scorso settembre. Ma sulla credibilità di Muller pesa qualche dubbio, visto che si è aggiunto al coro dei critici di Kohl solo in un secondo momento.

Koenig Kurt. Lo chiamano così a Dresda, "Re Kurt". E' il re della Sassonia, il land della Germania orientale che governa ormai da 10 anni. Kurt Biedenkopf, un sessantanovenne dai capelli bianchi, è un ex professore di Economia. La credibilità della sua opposizione a Kohl è fuori discussione. Il metodo autocratico adottato dall'ex-cancelliere per dominare la Cdu è stato da sempre bersaglio delle sue aspre polemiche. Per questo motivo la sua posizione all'interno del partito è stata emarginata finché Kohl è rimasto in sella. Tanto che il vecchio leader della Cdu lo cacciò dalla segreteria nel 1979. Ora però la debolezza si è trasformata in punto di forza agli occhi della base elettorale. Il suo limite principale è l'età.

 

"La Cdu ha dinanzi a sé il compito di ridefinire la propria identità dopo l'era Kohl"
Kurt Biedenkopf

 
     

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