I finanziamenti illeciti della Cdu: una questione europea

Schaueble:
la sconfitta di Sisifo

Per quasi dieci anni è stato lui Wolfgang Schaeuble (57 anni) a reggere veramente la Germania, mentre Helmut Kohl era impegnato a consegnare il proprio nome alla Storia. Le dimissioni del "delfino", così lo aveva ribattezzato la stampa, da presidente della Cdu e da capogruppo parlamentare mettono fine, il 16 febbraio del 2000, a una delle carriere politiche più brillanti della recente storia tedesca.
A travolgerlo, più delle pressioni dei deputati cristiano democratici, esasperati dalla
multa comminata alla Cdu proprio il giorno prima, è stata l’amicizia che l'ha legato a Helmut Kohl.


 

"Senza un nuovo inizio, con gente nuova, la Cdu non riuscirà mai a liberarsi dalla morsa dello scandalo"
Wolfgang Schaeuble

 
     
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Cento milioni
di disonore

Eletto al Bundestag nelle fila della Cdu (1973) ad appena 30 anni, il giovane commercialista di Friburgo fa presto a imporsi all’attenzione dell’ex-cancelliere. Caustico e tagliente nell’oratoria, nel 1981 diventa speech writer di Kohl, che lo vuole come segretario organizzativo del gruppo parlamentare cristiano democratico.
Nel 1984, da ministro della Cancelleria, gioca un ruolo essenziale nel salvare il primo gabinetto Kohl dallo
scandalo Flick, ottenendo l’amnistia che risparmia la classe politica di allora.

Ministro degli Interni quando il muro di Berlino crolla, è proprio Schaeuble a mettere a punto ogni dettaglio del negoziato con la Ddr che consente al suo mentore di portare a casa la riunificazione della Germania.
E’ il 1990 e il "delfino" sembra inarrestabile. Il 3 ottobre dello stesso anno, al termine di un comizio elettorale, Dieter Kaufmann, uno squilibrato convinto di essere perseguitato dal governo, gli spara contro due colpi di pistola. Per giorni sospeso fra la vita e la morte, con Kohl a piangere sul suo letto d’ospedale, Schaeuble ne esce relegato su una sedia a rotelle e la mascella ricostruita. Ha sempre amato paragonarsi a Sisifo, condannato in eterno spingere il
masso verso la cima, solo per ritrovarselo ai piedi della montagna e anche quella volta si mette a spingere la sua pietra: quarantasette giorni dopo l’attentato il ministro degli Interni è di nuovo al lavoro.
L’anno successivo, indicandolo come suo "delfino", Kohl gli affida la presidenza dei cristiano democratici al Bundestag.

Cresciuto sotto l’astro protettore del vecchio patriarca, non riesce, però, a uscire dalla sua ombra. Per succedere a Kohl, intestarditosi nella sua sesta ricandidatura (quando ormai l’elettorato è stanco di lui), alla guida del partito Schaueble deve aspettare che il leader cada sul campo, sconfitto dall’Spd di Gerahrd Schroeder il 27 settembre 1998. Quello stesso anno il delfino diventa presidente della Cdu. I successi elettorali del ’99 sembrano proiettarlo alla Cancelleria, ma ancora una volta il masso rotola in vista della cima, stavolta con la forza della valanga scatenata dai fondi neri della Cdu. La situazione richiederebbe una ben più netta presa di distanza da Kohl, un parricidio che lui, il delfino, non sa compiere fino in fondo. Tanto più che la discutibile gestione delle finanze del partito lo vede coinvolto in prima persona.

Alle dimissioni Schaueble aveva già pensato più volte, indotto, però, a non mollare proprio dai suoi colleghi di partito e dalla consapevolezza che senza di lui la Cdu sarebbe rimasta priva una guida autorevole. Ma il 16 febbraio anche questo sostegno gli viene tolto. E così, con un comunicato di sei minuti letto al Bundestag, Schaueble chiude, dopo sedici mesi, l'esperienza di presidente della democrazia cristiana tedesca. Sisifo si è arreso.

 

"Il ritiro di Schaueble è stato un passo necessario, ma ha qualcosa di tragico"
Gerahrd Schroeder

 
     
Cento milioni di disonore e troppe reticenze
L’inarrestabile declino di Schaeuble inizia lo scorso dicembre, quando è costretto ad ammettere di aver ricevuto nel settembre del ’94 cento milioni di lire dal mercante d’armi Karl-Heinz Schreiber. Più volte Schauble aveva negato di essere coinvolto nello scandalo. Salvo poi fare pubblica ammenda, compromettendo la propria crdibilità.
Schaeuble ha appena pronunciato il discorso di dimissioni al Bundestag e Schroeder va a stringergli la mano

Le attività investigative portano, alla luce diversi incontri fra il "delfino" e il faccendiere. E dal carcere americano, dov’è rinchiuso con l’accusa di spaccio internazionale di stupefacenti, si fa vivo, agli inizi di gennaio, il finanziere svizzero Giorgio Pelossi, ex-socio d’affari di Schreiber negli anni ’80. Secondo Pelossi questi avrebbe assicurato alla Cdu finanziamenti illeciti per 5 miliardi di lire.
La posizione di Schaueble si fa sempre meno sostenibile e il partito si spacca sotto le pressioni dei deputati bavaresi che ne chiedono la testa. Il 16 febbraio l’avranno vinta.


Video Bbc sulle dimissioni

"Se ora mi dimetto, lo faccio con la consapevolezza di rendere un grande servizio al mio partito"
Wolfagang Schaueble

 
     

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