I finanziamenti illeciti della Cdu: una questione europea

Una multa
da 41 miliardi

Quarantuno miliardi di lire. E' la sanzione inflitta il 15 febbraio del 2000 alla Cdu dal presidente del Bundestag, il socialdemocratico Wolfgang Thierse. Mai un partito era stato chiamato a pagare una penalità così alta. La sanzione riguarda solo lo scorretto rapporto contabile del '98.


Wolfgang Thierse

La legge sul finanziamento ai partiti punisce, infatti, la mancata iscrizione a bilancio dei contributi eccedenti i 20 milioni con la reclusione fino a 5 anni o con una multa pari al triplo della somma sottratta ai registri del partito. Che può essere chiamato a rispondere della correttezza dei resoconti finanziari per l'arco degli ultimi 10 anni. Teoricamente le sanzioni alla Cdu, per gli illeciti commessi nell'arco di tempo considerato, potrebbero superare i 100 miliardi di lire.
Il partito si troverebbe in severe difficoltà, rasentando il rischio della bancarotta. Ma dovrebbe poter contare su una liquidità di 130 miliardi di lire.

L'altra ammenda prevista dalla legge sarebbe l’incarcerazione di Helmut Kohl, ma, se richiesta, dovrebbe passare per la previa autorizzazione del Bundestag, visto che l’ex-cancelliere gode ancora dell’immunità di deputato.

Il finanziamento ai partiti: una legge difficile
Poco meno di 300 miliardi di lire l’anno. A tanto ammonta il finanziamento pubblico e privato ai partiti in Germania. La legge che lo regola risale al 1967 (ma è stata più volte riformata) e istituisce uno dei sistemi più generosi d’Europa.
La normativa è nata in un clima di forzata collaborazione fra l’unione Cdu-Csu e la Spd, insieme al governo nella Grande Coalizione guidata dal ’66 al ’69 dal cancelliere Kurt Kiesinger. La Spd, grazie al forte legame col mondo del lavoro, si avvantaggiava della forza economica del sindacato. La Cdu, dal canto suo, aveva sommato alla tradizionale forma di finanziamento privato un complesso intreccio di fondazioni.
Ma il vero braccio finanziario della politica locale era la rete di banche pubbliche, promosse nei land dagli Alleati, all’indomani della Seconda guerra mondiale, per diminuire il potere finanziario dei grandi istituti di credito privati (come Deutsche Dresdner e Commerz).

Il connubio fra autorità politiche e banche locali sfociò, all’inizio degli anni ’80, in due scandali nazionali che scossero la vita politica tedesca. Uno legato a enti più o meno fasulli e a società di beneficenza che avevano raccolto denaro per i partiti, Cdu in particolare. L’altro, più grave, vedeva come protagonista il gruppo Flick, una delle realtà economiche più potenti d’Europa, impegnato a distribuire a pioggia finanziamenti ai maggiori partiti. La vittima politica più illustre fu il ministro dell’Economia del primo governo Kohl, il conte Otto Lambsdorff, leader dei liberali, costretto a dimettersi nell’84 e processato per una tangente di 140 milioni nell’85. Lo stesso Kohl fu posto sotto accusa, né si salvò la Spd.

Si sviluppò un dibattito che condusse alla revisione della legge sul finanziamento ai partiti, col varo di una nuova normativa nell’89. Due le principali novità introdotte: procedure più rigide per il finanziamento dai privati, ma cifre più alte.
Nell’aprile del ’92 la Corte costituzionale bocciò la riforma. Al centro della censura l’eccessiva soglia fissata per la deducibilità dei contributi versati ai partiti dai privati (120 milioni per i coniugi, 60 per i single, un tetto 100 volte superiore a quello stabilito da una legge del 1970), e la possibilità di donazioni anonime fino a un massimo di 40 milioni l’anno. Secondo la Corte l’anonimato doveva cessare oltre i 20 milioni.

Nel giugno del ’92 l’allora presidente della Repubblica, Richard von Weizsaecker, istituì una commissione indipendente che propose nel febbraio del ’93 una serie di modifiche, tra le quali l’obbligo della denuncia nel bilancio delle donazioni superiori ai 20 milioni; l’abbattimento del contributo per le spese elettorali da 5 marchi a 90 pfennig (quasi 900 lire) per ogni voto ricevuto; forti limiti alla deducibilità fiscale dei contributi. Modifiche accolte nella nuova legge del ’94, accettata a malincuore dalla Cdu, che già paventava di trovarsi in difficoltà.

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Soldi al Portogallo e alla Spagna
Con avallo dell'allora capo del governo Helmut Schmidt, la Cancelleria ordinò, verso la metà degli anni '70, la consegna ai partiti di 40 milioni di marchi per aiutare le formazioni politiche democratiche di Portogallo e Spagna a ostacolare la crescita delle forze comuniste.
E' stato lo stesso Schimdt oggi 81enne e cancelliere della Spd dal '74 all'82, a dirlo, in un'intervista al "Suedddeutsche Zeitung" agli inizi di febbraio.
Si tratta di una vicenda ben diversa da quella dei fondi neri della Cdu.

Schmidt ha ricordato come nel '74 la Rivoluzione dei garofani in Portogallo rischiava di sfociare in un sistema militar comunista. Gli Usa, ancora paralizzati dallo scandalo Watergate, avevano deciso di non intervenire. La Germania, decise di agire.
Il quadro si ampliò nel '75 alla Spagna del dopo Franco.
Quaranta milioni di marchi provenienti dal bilancio del Bnd, il servizio segreto, furono consegnati nell'arco di alcuni anni a Cdu-Csu, Spd,e liberali per aiutare i partiti e sindacati non comunisti.

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In ordine sparso contro un male comune
Ecco come viene regolato il finanziamento ai partiti nei principali Paesi industrializzati.

Paese Fondi
pub-
blici
Fondi da imprese o sindacati Dona-
zioni
estere
Pub-
blica
zone
bilan
ci
Livello al quale vanno dichiarate le donazioni+ Limiti alle donazioni e alle spese*
Belgio

Si

No

Si

Si

240mila lire

Sulle spese nazionali e dei candidati per alcuni donatori

Regno Unito

No

Si

Si

No**

Nessuno Per i candidati
Francia

Si

No salvo eccezioni

No

Si

300mila lire Sulle spese. Max 15 mln di lire per le donazioni individuali
Germania

Si

Si (senza esenz. fiscali)

Si

Si

20 mln di lire Nessuno
Italia

Si

Si

Si

Si

5 mln di lire Sulle spese nazionali e dei candidati; per alcuni donatori
Giappone

Si

Si (in alcuni casi)

No

Si

950mila lire Max 370 mln di lire l'anno per le donazioni individuali
Spagna

Si

Si

No

Si

5% dei fondi pubblici Sulle spese nazionali e dei candidati; per alcuni donatori
Svezia

Si

Si

Si

Si

Nessuno Nessuno
Usa

Si

No (con eccezioni)

No

Si

500mila lire Max 50 mln di lire l'anno per le donazioni individuali
*Traduzione in lire degli importi in valuta nazionale; **nessun obbligo di legge: i partiti divulgano i dati principali. Fonte "The Economist"

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Il finanziamento
ai partiti

Soldi contro
il comunismo

Un male comune