Le comunità on line: 1355 nel '99

Da settembre 1994, quando l’Università di Milano ha dato il via al primo esperimento di rete civica, alla fine del 1999 le città digitali in Italia sono diventate 1355, aumentando di un quinto rispetto all’anno precedente, quando erano 1121, ed essendo più che raddoppiate rispetto al 1998, quando erano 536. Questo dato risulta da una ricerca elaborata dal Censis (Centro studi investimenti sociali) sulla base di notizie fornite dalla Rur (Rete urbana delle rappresentanze) e dall’Assinform (Associazione nazionale produttori tecnologie e servizi per l’informazione e la comunicazione). La ricerca è stata realizzata tra maggio e ottobre 1999, facendo compilare 350 questionari, 200 a decisori di organizzazioni locali, 150 a gestori di siti web di interesse locale (Comuni, Province, Regioni, Camere di commercio e Università). Un ultimo aggiornamento, dato dal sito dell'Ancitel (Associazione nazionale dei Comuni d'Italia) a fine maggio, vede aumentare ancora il numero delle città digitali in Italia, che sale a 1397.

Ma che cos’è una città digitale? Secondo i parametri adottati per la ricerca con questo termine ci si riferisce in generale a tutti i siti Internet, di iniziativa pubblica o privata, riferiti a determinate realtà geografiche: città, province, regioni. Gli enti locali in rete – che comunque hanno tutti i requisiti di una città digitale – possono essere definiti, più in particolare, come i siti ufficiali degli enti locali.

Delle 1355 città italiane che hanno deciso di entrare in rete 430 si trovano nelle regioni nordoccidentali del Paese, 369 sono in quelle nordorientali e 207 occupano il centro. Nelle regioni meridionali (comprese le isole) le città digitali sono 349. La regione in pole position è l’Emilia-Romagna, con 239 siti; fanalino di coda la valle d’Aosta, con due presenze sul web. Per quanto riguarda più in particolare i siti degli enti locali si raggiunge quota 106 (di cui 44 con e-mail) a nord-ovest, 141 a nord-est (dove il servizio di posta elettronica è fornito da 75 siti), 107 al centro (66 hanno un indirizzo e-mail), 147 (77 dei quali offrono un indirizzo di posta elettronica a cui inviare un messaggio) nel sud e nelle isole. In totale il 37 per cento dei siti locali (501 su 1355) è l’organo ufficiale di una pubblica amministrazione.

Cosa offre a un cittadino internauta la città digitale tipo? In ogni caso una lista di link ad altri siti, per la quale però l’interesse espresso dal pubblico si ferma a 11,8 (considerando 100 come valore massimo). In secondo luogo (88,1) notizie su concorsi, gare e appalti, e la descrizione (82,7) degli organi di governo locale, per la quale il gradimento si ferma però a 5,5. Il servizio più apprezzato dagli utenti (voto 100) riguarda le informazioni sugli eventi locali. Quello al quale è dedicato meno spazio (6,3) è l’acquisto on line di prodotti. In mezzo, diversi altri servizi: modulistica per procedure amministrative, notizie sul turismo, spazi autogestiti da associazioni, possibilità di dialogo con i decisori politici, accesso diretto ad atti amministrativi, discussioni in rete, eccetera. Dall’analisi di questi dati risulta che l’offerta di link ad altri siti e la descrizione degli organi di governo locale sono eccessive, mentre per quanto riguarda i servizi complementari al turismo e il ruolo della telematica locale nello sviluppo del commercio elettronico si potrebbe fare di più.

Qualcuno ci è riuscito, conquistandosi il voto più alto nella pagella data dal Censis - che nell'esprimere il proprio giudizio si è basato sulla quantità di contenuti, il livello di interattività, l’interazione con altri attori locali, l’orientamento all’accesso alle informazioni e alla trasparenza della pubblica amministrazione, l’orientamento al marketing territoriale – ai Comuni italiani in rete. Torino, per le grandi aree metropolitane, si è presa un bel 7,3; Bologna, per le città metropolitane di medie dimensioni, ha avuto 8,5; Siena, per le altre città capoluogo di provincia, 7,9. Le meno brave sono state, rispettivamente, Milano (3,4), Bari (3,8) e Udine (2,4).



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