Globali e flessibili
Note senza frontiere



Africa e Cuba
Le sorgenti del suono



L'onda sensuale
del latin sound


Ritmi e danze
Il mondo balla etnico



Cocktail di stili

Contaminati e contenti



Echi di tradizioni popolari, richiami che vengono dal passato, cocktail di stili globali e locali. La ricerca musicale del momento è piena di contaminazioni. Il caso discografico del momento è Manu Chao , ex Mano Negra. Il suo ultimo disco, Clandestino , rende tanto più suggestivo il tema dell’immigrazione e della lotta fra nord e sud del mondo, quanto più i suoi suoni risultano latini e ibridi, una miscela originale di reggae, blues e tocchi di salsa.







E ancora. In Desert rose , Sting riprende sonorità algerine avvalendosi dell’inserto vocale in arabo del principe del rai, Cheb Mami. Hevia ha conquistato i vertici delle classifiche con la rilettura in chiave moderna delle proprie radici musicali, quelle delle Asturie, accompagnandosi con la sua cornamusa elettronica, versione aggiornata del tradizionale strumento della sua regione, detta in spagnolo "gaita gallega". Infine il milione di copie vendute da Goran Bregovic con l’ultimo album – Kayah/Bregovic – un mix ben orchestrato di ballate tzigane e melodie balcaniche, come è nello stile dell’artista serbocroato. Un lavoro che ripropone i temi del folklore zingaro in duetto con un’artista polacca, Kayah. L’ultimo nato in casa worldmusic è Sergent Garcìa , metà spagnolo, metà francese. Cresciuto ascoltando i Mano Negra, ha nutrito negli anni passione per la musica cubana e jamaicana senza essere mai stato all’Havana o nella patria di Bob Marley. Un segnale, anche questo, di come la globalizzazione renda fruibile il locale in ogni angolo del mondo.


L’Italia non rimane fuori dall’ondata della musica etnica. Band locali rilanciano canti, danze e memorie delle loro regioni d’origine. I Lou Dalfin , gruppo piemontese delle Valli Occitane, cantano in lingua d’Oc: il repertorio popolare è modulato sulle vibrazioni di corde di chitarra e ghironda, un mandolone a tre corde sfregate. I Tenores de Bitti , maestri riconosciuti di un’arte vocale millenaria, il canto a tenores sardo, sono stati insigniti di premi e studiati da etnomusicologi. Hanno collaborato con musicisti come Lester Bowie e Ornette Coleman e inciso in Inghilterra un cd per la Real World di Peter Gabriel.




A completare il quadro, il progetto "Taranta Power" di Eugenio Bennato. L’obiettivo: riportare alla luce in un cd con undici motivi popolari i suoni e i musicisti dimenticati del Mezzogiorno d’Italia. L’ambizione: fare un film sul modello del "Buena Vista Social Club" di Wim Wenders, recuperando la pizzica salentina, la tarantella campana, calabrese e del Gargano.

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