Home page



La convivenza con l'Islam tra insofferenza e integrazione

 

Lega musulmana mondiale: parla Mario Scialoja


Intervista a Hamza Roberto Piccardo, Ucoii


Incontro con Lazrak Benkadi, rifugiato algerino


Una legge sulla libertà religiosa, parla il relatore Domenico Maselli


Le intese già siglate

Brevi notizie
sull'Islam:

i pilastri della fede, le feste
Audio e video


L'islam nel web

 

IN RETE

Il testo e l'iter del disegno di legge

Una legge sulla libertà religiosa pensando all'Islam

Intervista al relatore Domenico Maselli

Dopo dieci anni di trattative infruttuose con Palazzo Chigi, l’ultima bozza di intesa con lo Stato italiano è stata presentata dall’Ucoii alla fine di marzo, probabilmente sulla scia dell’accordo firmato il 20 marzo per buddisti e testimoni di Geova. Ma questa volta, anche se non si arriverà all’intesa, i musulmani avranno una legge dalla loro parte. In realtà, è ancora un disegno di legge “sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi”, presentato nel 1997 e oggi integrato con alcune disposizioni che riguardano i fedeli di Allah. Relatore del testo è il diessino Domenico Maselli, docente di storia e segretario della Commissione affari costituzionali della Camera. Da tempo segue per il Governo il problema delle intese.
Professor Maselli, quali sono le novità di questa legge sulla libertà religiosa?
L’assistenza spirituale nelle carceri e negli ospedali, il riconoscimento del matrimonio, purchè celebrato davanti al ministro di culto di una confessione religiosa con personalità giuridica. Le aggiunte “specifiche” per i musulmani riguardano la presenza nei cimiteri di spazi a loro riservati, la macellazione della carne secondo il loro rito e la previsione di un giorno di festa diverso dal sabato e dalla domenica, che per l’Islam è il venerdì.
Quando sarà approvata la legge?
La Commissione affari costituzionali sta per finire il suo esame; il successivo passaggio in aula dovrebbe concludersi in  pochi giorni. Vogliamo garantire subito alcune possibilità previste dalle nuove norme. Secondo me il problema più grave è quello delle carceri: troppa gente là vive isolata, senza alcun contatto di tipo religioso e civile, magari senza conoscere la lingua italiana e nell’impossibilità di farsi capire.
Non crede che l’intesa con i musulmani ponga qualche problema in più rispetto a quella con altre religioni? L’Islam permette ad esempio la poligamia, prevede l’affidamento dei figli al padre in caso di separazione, non riconosce la parità tra uomo e donna.
Ovviamente potrà essere riconosciuto un solo matrimonio. E non credo che sarà possibile per i musulmani celebrare matrimoni religiosi senza valore civile. Anche se un modo di ottenere il ricongiungimento familiare  per più di una moglie ci sarebbe: far venire in Italia prima il figlio e poi la madre. Il ricongiungimento, infatti, è previsto per i parenti di primo grado, marito e moglie, madre e figlio.
La parità tra uomo e donna rimane un principio fondamentale del nostro ordinamento. Perciò credo che l’affidamento dei figli sarà un problema grave per i matrimoni misti: in caso di affidamento, per noi la madre ha sempre il primo posto.
Perchè non si è ancora arrivati all’intesa con i musulmani, che pure rappresentano la seconda religione italiana?
Il problema è che non si riesce a capire con quale organizzazione lo Stato deve trattare. Il consiglio che ho dato all’Ucoii è quello di chiedere il riconoscimento della personalità giuridica, per ora attenuto solo dal centro culturale islamico della grande Moschea di Roma.

Inizio pagina