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Giovanissimi, a caccia di notizie nelle vie di New York Children's Express il mondo dei babyreporters |
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Le prime storie LaTasha le scriveva quandera ancora
una bambina. Reportage su coetanee vittime dincesti, cronaca dal Queens,
il quartiere di New York dove oggi frequenta la August
Martin High School. Poi sempre più su, arrivando a intervistare la star
dei talk-show americani,
Oprah Winfrey, e il campione di basket, Penny
Hardaway. Tutto questo in pochi anni, oggi LaTasha John ne ha diciassette e da due scrive online per Childrens Express, il primo giornale elettronico per gli adulti, fatto dai ragazzi. Una squadra di giornalisti in erba da otto a diciotto anni, una redazione in posizione strategica nella ventunesima strada, al centro della Grande Mela. Dal 1975, il progetto editoriale legato a una Fondazione no-profit si nutre di contributi settimanali, che animano il sito Internet e da qualche mese trovano spazio persino sul New York Post online, con la benedizione pure di un altro colosso delleditoria come il NyTimes. Uffici sparsi negli Stati Uniti e in Europa: da Washington al Michigan, da Londra alle principali città inglesi. L'ultimo in ordine di tempo sarà inaugurato entro l'anno a Tokyo. In futuro toccherà a Berlino, poi all'Irlanda e alla California. Al grido di "kids voices can change the world", la voce dei bambini può cambiare il mondo, i giovani reporter escono in strada a caccia di notizie, realizzando articoli e servizi radio-tv sulla vita dei ragazzi Usa. Inchieste che passano ogni settimana sulle frequenze di "Voice of America" e nei programmi delle reti televisive Cnn, Abc, Cbs, MsNbc, Bbc, Zdf. Una "scuola" di giornalismo che è anche scuola per gli altri. Oggi, il Ce News Service, lagenzia di stampa della Fondazione, solo a New York può contare su 75 piccoli collaboratori sparsi tra i cinque quartieri della City. Era uno di loro anche Matthew Shospin, sedotto da Childrens Express quando aveva appena 8 anni. Adesso ne ha il doppio, vive a Brooklyn, ed è il webmaster del giornale. Aveva sognato di tornare in Giappone sin dal 96, quando cera andato in visita dal fratello, studente in un college di Tokyo. Lopportunità si è presentata a fine novembre, per il decimo anniversario della Convenzione internazionale sui diritti dei bambini. In viaggio nella capitale orientale, da "inviati speciali", sono stati mandati in quattro: oltre a Matthew, Latasha, Terence Minerbrook, 16 anni, e Zane Selkirk, 17, altri due precoci talenti coltivati sulle pagine elettroniche di Childrens Express. Unesperienza entusiasmante, raccontata giorno dopo giorno sul web. Al forum sullinfanzia, hanno spiegato ai loro coetanei "come essere ascoltati, come farsi ascoltare dagli adulti", curiosando sulleducazione e le tradizioni familiari giapponesi. Del resto, laltra faccia della "missione" di Childrens Express è limpegno nel sociale. I riconoscimenti ricevuti, la vicinanza allUnicef, i diritti e la condizione dei ragazzi al centro dellattenzione. Ne è convinto anche il direttore della sede centrale di New York, Cliff Hahn, artefice dell'alleanza con l'editore capo del Post, Ken Chandler. In un'intervista ha spiegato: "I giornali spesso non sanno come maneggiare certi contenuti, ma ci hanno offerto uno spiraglio. E' uno spazio per adulti, in cui si esprimono dei ragazzi". Tenendo fede al motto, la Fondazione offre a tutti loccasione di diventare un "Ce reporter". Basta avere un modem e un computer, collegarsi a Internet, e seguire poche raccomandazioni prima di scrivere. Le regole fondamentali del giornalismo, le cinque "W", e tutto il resto, sono spiegate online con cenni sintetici. In fondo è anche il messaggio delle persone che organizzano il lavoro dei ragazzi fino alla dead line del giovedì pomeriggio, e che confessano: "Childrens Express ci ha insegnato come scrivere, come intervistare, come rispondere alle domande, come analizzare i fatti. Ma, più di tutto, ci ha insegnato che ognuno di noi ha il potere di parlare, di pensare, di cambiare le cose". (maggio 2000) |