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Arbëreshë, patrimonio italiano
Storia e cifre di una una cultura minoritaria della penisola
Primavera degli italo-albanesi

COS'È L'ARBERIA
L'Arberia è l'area geografica degli insediamenti albanesi in Italia dove vive la minoranza etnico-linguistica degli arberëshë. In realtà si tratta di un arcipelago di 54 isole lingustiche che sono sparse dagli Appennini abruzzesi e si estendono fino alla Sicilia e quasi tutte sono in zone di montagna. Per la precisione: sette regioni e nove province.

Sono 100mila circa le persone che in Italia parlano l'albanese: statistiche aggiornate non esistono. Una percentuale degli italo-albanesi pari al 20% ha smesso di parlare il proprio idioma di origine e ha preferito convertirsi alla lingua del luogo. Una tendenza ancora più marcata tra le giovani generazioni che, in alcuni casi, passano all'italiano o addiruttura ai dialetti locali.

Un duro colpo per le comunità albanesi è stato il processo di emigrazione verso le regioni del Nord Italia (e in genere tutti i centri industrializzati) avvenuto tra gli anni '50 e '60. Un fenomeno che ha interessato anche la popolazione "italiana" della regione.

MAMMA GLI ALBANESI!
Quando arrivarono gli albanesi in Italia? La più grande ondata è quella della seconda metà del XV secolo: vale a dire dopo la caduta di Costantinopoli (1453) e la morte di Skanderberg (1468), il condottiero che aveva guidato il proprio popolo alla resistenza degli invasori turchi. Ma in realtà albanesi erano presenti nella penisola italiana già nel XIII secolo e più piccole ondate migratorie continuarono a "puntare" nella stessa direzione fino all'inizio del 1700.

In molti casi gli immigrati albanesi erano guerrieri e contadini che si insediavano in zone disabitate con lo scopo di ripopolare un paese o una valle (come nel caso di Santa Sofia). Un fattore determinante per coesione delle comunità albanesi è stata la religione ortodossa. A partire dal 1500, infatti, soprattutto gli albanesi insediati in Puglia e in Molise, furono oggetto di una repressione che aveva lo scopo di estirpare l'ortodossia dal sud dell'Italia. Questo provocò una spinta a preservare l'identità che rischiava di andare perduta.

Interno della chiesa di Sant'Attanasio

UN NEMICO CHIAMATO DIGLOSSIA
Oggi le minacce per gli albanesi sono altre ma comunque insidiose. Mantenere intatta la propria lingua e la proria cultura è diventato per il popolo arbereshe una lotta contro diversi fattori.

  • Una difficoltà notevole è data dalla dispersione dei centri in una zona piuttosto vasta. Le diverse comunità hanno sviluppato tendenze diverse a seconda del dialetto con cui la lingua di origine è entrata in contatto. Fino al punto di raggiungere differenze notevoli tra di loro.
  • L'albanese è parlato in famiglia; l'italiano è imparato a scuola. Questo conflitto tra due modelli lingustici e culturali spesso crea confusione nella fase dell'apprendeimento. E, considerato il sistema educativo, finisceper risolversi quasi sempre in favore dell'italiano.
  • La potenza dei mezzi di comunicazione "invade" l'ambiente sociale di carattere albanese con un'altra lingua: l'italiano. La diglossia è una situazione nella quale più lingue convivono in una stessa comunità. Un conflitto che generalmente si risolve sempre a favore di uno degli diomi in ballo. Nel caso delle comunità arbereshe i concorrenti sono tre: l'italiano, il dialetto locale e l'albanese. Quello più a rischio perché più debole è sicuramente il terzo.