LA TARANTOLA PIZZICA ANCORA

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la pizzica

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La pizzica

La pizzica. "Nel corso delle sue danze la tarantata osserva sempre il seguente rito. Prima di danzare, per dieci o quindici giorni giace a letto malata, angosciata e ansante, inappetente e cibandosi lentamente solo se costretta. Aggravandosi il male ed essendo il corpo estenuato dal protratto digiuno sono fatti venire i suonatori. [...] Isuonatori fanno riecheggiare il motivo [...] la donna avanza ora bellamente vestita da sposa [...] passeggia gravemente per la camera da letto, quindi poco a poco comincia a ballare, e nel ballo a tal punto si va infiammando da meravigliare per i movimenti immoderati, abnormi, vari e concitati che viene compiendo con i piedi, le mani, il capo, gli occhi, insomma con tutto il corpo. [...] Dopo essersi stancata sino all'esaurimento con questo frenetico ballo a lungo protratto [...] salta davanti agli specchi e mirando in essi la propria immagine leva alti gemiti [...]". Questa la descrizione che nel 1706 Ludovico Valletta fa di una tarantolata. Oggi, tuttavia, la pizzica ha perso gran parte della sua carica simbolica e resiste (o rinasce) come semplice ballo.

La coreografia. Il ballo viene eseguito all'interno di un cerchio, la "Ronda", formato dai suonatori di tamburello, armonica e chitarra e dagli spettatori. Il tamburello è lo strumento principale e i suonatori per ore battono il ritmo e spesso hanno le mani ferite e sanguinanti. All'interno della Ronda due uomini con la testa, i polsi e le caviglie adornati con i caratteristici nastrini colorati detti "zigaredde" si confrontano in un vero e proprio duello rusticano al suono di tamburelli e armonica. A Torrepaduli, un paese vicino Lecce, nella note tra il 15 e il 16 agosto , per la festa di San Rocco, convergono i migliori tamburellisti del Salento e si balla fino all'alba.

La pizzica-scherma. Dopo il saluto iniziale tra i duellanti vi è il passaggio ad una fase di studio dell'avversario che culmina nella posizione di "chiamata", ovvero quando si incita l'altro a colpire facendo segno con le dita verso il proprio petto. Il vincitore è chi per primo tocca per una o tre volte l'avversario che sconfitto esce dalla ronda per lasciare il posto ad un nuovo avversario. Oggi non si usano armi: solo l'indice e il medio della mano uniti e protesi simulano i coltelli . E' una danza che si rifà alle comunità Rom per le quali la scherma ancora oggi rappresenta un valido strumento di risoluzione delle controversie interne . Gli zingari si muovevano da un paese all'altro e arrivarono in tutto il Salento per i loro scambi commerciali.

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