Presentazione: bufale, Bibbia e new economy
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Mozzarella di bufala: come si fa?
Mozzarella di bufala kasher: cos'è?
I testimoni:
- Il giornalista
- L'insegnante di musica
- L'economista
- L'agronomo
- Il Maestro della Kasherut
- Il Mashghiah
Altri prodotti kasher
Fotografie: dalla bufala alla mozzarella
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Per la prima volta, la "terra doc" della mozzarella di bufala, cioè la provincia di Caserta, produce un formaggio di questo tipo espressamente dedicato agli ebrei religiosamente più osservanti, cui finora era interdetto il consumo di questo cibo tipicamente italiano, popolarissimo in tutto il mondo e che, proprio come (ricordate?) La Settimana enigmistica, vanta infiniti tentativi d'imitazione.

La mozzarella kasher, cioè realizzata seguendo alla lettera i più rigorosi dettami della religione ebraica che prevede forti restrizioni nel campo dell'alimentazione e della stessa preparazione dei cibi, è stata "battezzata" (se è lecito il termine) il 19 novembre 2001, che corrisponde al quarto giorno del mese di Kislev dell'anno 5762 nel calendario ebraico, nel caseificio "Ponte Reale" di Ciorlano, un paese di nemmeno mille abitanti, a una sessantina di chilometri da Caserta. E tra i suoi fans, conta già anche un discreto numero di ebrei americani: tanto che in sole 24 ore, e quindi quando è ancora sufficientemente fresca, viene recapitata, tramite un corriere, all'aeroporto JFK di New York.

Ma le curiosità di quella che i protagonisti definiscono una vera e propria "operazione culturale" non finiscono certamente qui. Un'altra tra le tante, riguarda, per esempio, i tempi di lavorazione: se per produrre una comune mozzarella occorrono tra le sei e sette ore, a quella kasher ne servono infatti ben 18. E un'altra singolarità è che tra i promotori dell'operazione vi sia un giornalista e uomo politico, Enzo Palmesano, già responsabile del servizio politico al Secolo d'Italia, il quotidiano che era del MSI, e ora componente dell'Assemblea nazionale di Alleanza nazionale: "È vero, può sembrare alquanto fuori dal comune; ma con il mondo ebraico, io ho da sempre ottimi rapporti", spiega lui.

Con Palmesano, hanno "firmato" la nuova mozzarella un maestro di musica, Gerardo Bovenzi, e, per la realizzazione del progetto, l'agronomo Enrico Rega e il suo socio ed amico Roberto Spina, proprietari del caseificio di Ciorlano, del quale il primo sovrintende alla parte tecnica, cioè allo stabilimento, e il secondo cura invece gli aspetti amministrativi.

Più che quello della semplice stravaganza, la creazione della mozzarella kasher ha il sapore di un'autentica sfida: "Dobbiamo riuscire a costruire un'economia di scala, perché i piccoli quantitativi certamente non ci convengono", spiega Roberto Spina; e per promuovere il consumo negli Stati Uniti, il nuovo prodotto vi arriva già anche via Internet. Come a dire che la tradizionale inventiva italica si coniuga con la New Economy, auspice, almeno in questo caso, il Rabbinato. Perché il prodotto ottenuto dalla trasformazione del latte di bufala deve sottostare alla certificazione finale del Mashghiah, l'inviato del Rabbinato di Roma incaricato di controllare che, nella fabbricazione del prodotto, siano rispettati i precetti del più antico dei libri (anzi, "il" Libro per gli Ebrei), cioè della Bibbia. Che, chiarisce Joseph Arbib, Maestro della Kasherut della Comunità ebraica di Roma, "contiene le regole fondamentali per ogni momento della vita ebraica": solo dopo che lui l'ha "licenziata", con tanto di "visto si mangi", la mozzarella kasher può essere consumata anche dai più ortodossi e rigorosi tra i credenti nella fede di Mosé, che oggi, nel mondo, sono una quindicina di milioni, di cui circa 35 mila in Italia.

Ma, nonostante il successo che l'iniziativa ha sùbito ottenuto, anche per la sua singolarità, sui media (sia quelli tradizionali sia quelli maggiormente innovativi), ci vorrà del tempo per capire se la mozzarella kasher è soltanto un bel sogno, o è invece suscettibile di trasformarsi anche in un ricco business. Certamente, però, e in un suo libro lo spiega anche Riccardo Di Segni, l'attuale Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma, per chi creda in Mosé, la difesa della cultura alimentare coincide con la stessa difesa della cultura ebraica. Per questo è utile conoscere più nel dettaglio la storia di questo nuovo/antichissimo formaggio: creato oggi, ma con le regole, così ritengono gli Ebrei, dettate tantissimi secoli fa; forse, perfino un millennio e mezzo prima della nostra Era volgare, quando Mosè attraversò il Mar Rosso.