Il
futuro che guarda alla tradizione
All'interno:
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L'ultimo progetto
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Le novità
Bianco
o rosso? Completamente nuovo e specchio dei nostri tempi, o ricostruito
esattamente com'era? Per un lungo periodo la città si è interrogata
sul futuro del teatro Petruzzelli, con un unico punto fermo: non
si poteva restare senza un adeguato contenitore culturale. Così
passato lo shock immediato dell'incendio, tutta Bari ha cominciato
a premere perché il teatro fosse recuperato.
In questi
dieci anni si è parlato, si è discusso, si è proposto ma il contenzioso
tra il Comune e la famiglia ha sempre di fatto impedito un reale
recupero. Il problema è questo: quando nel 1896 il Comune diede
in concessione alla famiglia Petruzzelli il suolo dove oggi è il
teatro, nel contratto c'era una clausola che stabiliva che se l'edificio
fosse andato distrutto per terremoto, incendio o altra causa, i
proprietari avevano diritto a "rimetterlo nello stato primitivo"
purché i lavori fossero iniziati entro un anno e conclusi entro
tre. In caso contrario il Comune si riteneva in diritto di riprendersi
suolo ed edificio.
Secondo l'amministrazione
il caso attuale è questo, mentre per la famiglia la condizione non
sussiste perché l'edificio non è stato distrutto completamente,
tant'è vero che il foyer per i primi tempi è stato utilizzato per
concerti di musica da camera.
Nel frattempo
numerose sono state le idee proposte e i progetti presentati, ma
per queste varie questioni, legali ed economiche, per dieci anni
il cantiere è rimasto quasi completamente fermo, anche se da parte
dello Stato sono arrivati cospicui finanziamenti.
Nel 1993 i
proprietari commissionarono a un consorzio di imprese e studi professionali
la ricostruzione del teatro. I primi interventi sono stati di sgombero
dalle macerie e di consolidamento. Poi nel 1994 sono stati ricostruiti
la cupola in acciaio e il tetto a capriate lignee, per cautelare
la platea e il palcoscenico dalle intemperie.
Per la costruzione
della cupola, la famiglia ricevette dallo Stato quattro miliardi,
ricavati dall'8 per mille, poi nel 1998 la legge speciale 444 per
il recupero dei teatri assegnò al Petruzzelli 20 miliardi e 638
milioni.
Nel corso degli
anni sono state ricostruite le strutture che non potevano essere
recuperate, consolidati gli elementi portanti che era possibile
riabilitare, bonificate le murature dei cornicioni esterni scompaginati
dai crolli. "Rispetto a come era all'inizio - ammette la stessa
Rosalba Messeni Nemagna, discendente diretta dei fondatori del teatro
- la situazione attuale è oro, ma c'è ancora tantissimo da fare".
L'ultimo
progetto
Oggi sembra
si sia aperto uno spiraglio e si comincia a intravedere la luce
nell'intricata foresta di battaglie legali, processi e incomprensioni.
Nell'ottobre 2001 è stato approvato il nuovo progetto di restauro
e riorganizzazione funzionale presentato dallo studio di architettura
associato Smn. Il progetto è stato steso secondo due criteri fondamentali:
mantenere e rispettare la struttura e i materiali originari, e arricchire
l'edificio di misure di sicurezza moderne e nuove funzioni.
"Il progetto
della conservazione del monumento è stato affrontato con la convinzione
che l'autenticità degli spazi e dei materiali costituisca il valore
fondamentale degli edifici antichi, in accordo con le esigenze di
sicurezza", si legge nella presentazione del progetto fatta dallo
studio.
In altre parole,
si intende ripristinare l'aspetto del teatro prima dell'incendio,
con tutte le decorazioni, gli interni e la stessa struttura ricostruite
esattamente com'erano, ma dotarlo allo stesso tempo di sistemi di
sicurezza moderni, di strutture accessibili a tutti e di spazi completamente
nuovi e funzionali.
Le
novità
Pur mantenendo
lo schema architettonico esistente, saranno costruite nuove scale
di sicurezza per il deflusso degli spettatori, che saranno collegate
ai vani scala già presenti nella zona dei camerini proprio per garantire,
in caso di necessità, diverse vie di fuga sicure e di facile individuazione.
Sempre per
ragioni di sicurezza, la cupola sarà rivestita di materiale ignifugo,
e barriere tagliafuoco saranno sistemate tra la platea e il foyer.
Un moderno sistema antincendio, in uso attualmente sulle piattaforme
petrolifere australiane, "veglierà" su tutto.
Particolare
attenzione è stata data nella progettazione anche al problema del
superamento delle barriere architettoniche: è stato previsto infatti
l'inserimento di rampe e di ascensori per consentire a tutti l'accesso
ai vari punti dell'edificio, dalla platea ai camerini, ai vari ordini
di palchi.
Per quanto
riguarda gli interni, arredi e decorazioni saranno riportati agli
antichi splendori. Infatti, benché i meravigliosi affreschi della
cupola e dei palchi, lo straordinario sipario dipinto da Raffaele
Armenise e le statue dei musicisti pugliesi scolpite da Pasquale
Duretti che accoglievano gli spettatori nel foyer siano ormai persi
per sempre, si cercherà di restituire al teatro l'aspetto originario.
Quindi, poltrone in velluto, platea in legno di ciliegio, specchi,
stucchi e tappeti restituiranno al teatro lo splendore di un tempo.
Questo progetto
è stato approvato nell'ottobre 2001. Ma non è dato di sapere quando
il restauro vero e proprio inizierà: prima di dare il via ai lavori,infatti,
devono essere approvati gli esecutivi e deve essere bandita la gara
d'appalto. Certo è che il primo settore da recuperare sarà il foyer,
che potrà essere utilizzato autonomamente per piccole rappresentazioni
e concerti.
"L'importante
- conclude Rosalba Messeni Nemagna - è non solo che il teatro sia
restituito ai baresi ma che tutto sia fatto al più presto".
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