Cento
o forse meno
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L'Armata
Ducale siamo noi!
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In tutto, nelle giornate migliori, sono circa un centinaio di persone: soprattutto uomini, quasi tutti studenti. Fra loro non mancano però le ragazze e le persone un po' più avanti con gli anni. Qualcuno lavora anche e ci sono ragazzi giovanissimi. Sono l'Armata Ducale, i tifosi dell'Urbino. La loro storia è vecchia quanto quella della squadra. In origine avevano un altro nome, legato ai colori sociali, ma somigliava troppo a quello di altre tifoserie e lo hanno cambiato con quello attuale, più legato alla realtà urbinate. Ma chi sono gli armati? Vivono tutti a Urbino? Cosa fanno nella vita? Come hanno cominciato a seguire la squadra? Come si fa a entrare nel gruppo? Quante sono le ragazze? Le storie sono tante e molto diverse. C'è anche quella di un simpatico cagnolone: la mascotte dell'Armata Ducale. La vita più legata al gruppo e al tifo è quella di Andrea Sorgente. Lo si può chiamare il capo dell'Armata, il condottiero delle trasferte. Gran parte della sua giornata, oltre al lavoro, è dedicata alla squadra e alla tifoseria. A lui è legato anche l'episodio di violenza più grave in cui è stato coinvolto l'Urbino. Un fatto che, ovviamente, è avvenuto durante una partita che li vedeva opposti agli avversari più agguerriti, il nemico Vadese. E insieme al nemico non si poteva che parlare anche degli idoli, i giocatori dell'Urbino. Un gruppo di amici che segue una squadra di calcio, ma anche una tifoseria professionale e organizzata. Una squadra che milita in eccellenza, ma che ha una tifoseria degna delle serie maggiori. Un viaggio attraverso una realtà locale che, in quanto a tifosi, non ha nulla da invidiare alle città più grandi. Pro e contro del tifo, visti dalle colline del Montefeltro.
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