Senza soldi ma con un buon progetto, un gruppo di ragazzi crea una società
Allakatalla, patrimonio di idee

'impresa possibile'



Sprechi, immense opere incompiute, mafia, politici nell’ombra. Niente di nuovo sul fronte della Sicilia orientale, niente di nuovo nelle vicende italiane. Ma c'è sempre un’altra faccia della medaglia. Che forse proprio perché in questo caso è la faccia "buona" fa meno clamore. Allakatalla è sicuramente un nome che incuriosisce. In dialetto siciliano significa: "una cosa tira l’altra". Ed è' il nome della società di servizi turistici fondata da un gruppo di ragazzi animati dalla passione per il loro territorio e da uno spirito imprenditoriale poco comune dalle loro parti.

Non c’è neanche bisogno di allontanarsi troppo da quell’apoteosi dello spreco che è il centro Apas per trovare questo esempio positivo di uso del denaro pubblico. A pochi chilometri da contrada Piccio, dove c'è quello che resta dell'Apas, sulla strada centrale di Noto, in pieno corso Vittorio Emanuele, tra chiese barocche e palazzi nobiliari decadenti, ci sono gli otto ragazzi di Allakatalla. C’è Francesco Terranova, ideatore della società. C’è un gruppo di giovani che hanno avuto un’idea, sono riusciti a trovare i finanziamenti, hanno creato la loro società di servizi. Scopo: mostrare ai turisti riserve naturali, bellezze architettoniche, itinerari gastronomici. In una frase: "far innamorare gli altri della nostra terra, come ne siamo innamorati noi", dice Francesco, il leader del gruppo.

La loro avventura inizia nel ’97. Un’idea, buona, anzi la migliore mai esaminata dall’IG, l’imprenditorialità giovanile di Sviluppo Italia. Novanta pagine per dire che volevano fare della passione per la loro terra un lavoro. All’IG l’idea piace e premiano questi giovani, che descrivono il loro progetto con entusiamo, tanta ironia. E zero numeri, zero preparazione, zero proiezioni. Il risultato: 500 milioni di prestito a fondo perduto, tutoraggio di esperti per quasi cinque anni, formazione. "Siamo stati molto seguiti da Sviluppo Italia – spiega Corrado Arata, uno dei soci – e abbiamo imparato, partendo dal nulla, a fare impresa".

Ma Allakatalla, e i ragazzi di Allakatalla, non aspettano i finanziamenti dell’IG, che arriveranno solo nel ‘99. La società parte nel’97. Con un capitale sociale di venti milioni, sei soci, e tanti sogni. La barca per accompagnare i turisti la comprano a cambiali. In mancanza di pulmini, i clienti li portano in giro sugli scooter di loro proprietà. "All’inizio – racconta Francesco – i politici locali ci trattavano con una certa diffidenza. Poi la situazione è cambiata. Si sono accorti di noi e hanno contribuito a promuovere la nostra immagine".

Così nella Noto semidistrutta dal terremoto comincia la loro l’attività. Le difficoltà non mancano. "Come quando – continua divertito il ragazzo – abbiamo fatto fare il primo tour in barca a un gruppo di turisti. L’idea era appassionante: un giro per il golfo di Noto, partendo da Marzamemi fino a Vendicari. Peccato che la barca sia andata in avaria. Ma i turisti, piacevolmente sorpresi dall'imprevisto, invece di scendere dal natante in panne e salire sulla motovedetta, hanno deciso di rimanere in barca".

"Negli ultimi anni siamo molto cresciuti. Ora riusciamo a ospitare gruppi di 30-50 persone. Stiamo facendo una politica di marketing di cui prima non avevamo idea. E ogni giorno - conclude - affrontiamo una nuova sfida".

Lo stemma dell'agenzia
Un cortile di Noto
Veduta della Val di Noto
Una strada rivestita di fiori
Marzamemi
I laghetti di Avola
Il duomo in ricostruzione