La
terapia
La terapia che salva dal bisturi
Nel
1864 un medico del Middle West, negli stati Uniti, vide morire,
uno dopo l'altro i suoi tre figli.
Un trauma che lo portò a considerare in modo diverso la medicina
del tempo.
Quel medico era Andrew Taylor Still che in dieci anni di studi
gettò le basi di una nuova "filosofia medica".
Prendendo spunto dai guaritori indiani, codificò delle tecniche
di guarigione allora, e ancora adesso, innovative.
Nel 1892 Still fondò la prima scuola di Medicina e Chirurgia
osteopatica, dove insegnò la sue tecniche per "rimettere in
sesto" il corpo.
La metodica è naturale e dolce. Non vengono utilizzati i farmaci,
ma solo le mani del terapista. L'osteopatia infatti, attraverso
delle manovre, mira a ristabilire l'armonia, il buon equilibrio
e la buon mobilità della struttura scheletrica di sostegno
del corpo. Ma ciò che più conta, la terapia è in grado di
alleviare il dolore causato da diverse affezioni o patologie,
dal neonato all'anziano, negli sportivi e nel caso di disturbi
dopo gravidanze o interventi chirurgici.
Nell'approccio
strutturale il terapista effettua il cosiddetto "scrocchio",
un termine improprio per definire il rumore che può accompagnare
l'esecuzione delle manovre. I risultati sono spesso sbalorditivi:
nel caso di alcuni tipi di lesione, tipo "colpo della strega"
, una semplice manovra può togliere immediatamente il dolore
e assicurare al paziente un'immediata posizione eretta. La
terapia può risolvere o diminuire mal di testa, ernie, o addirittura
ridurre i problemi causati dall'artrosi. In un ricerca scientifica
condotta dal Professore Fulvio Mautino, responsabile dell'Unità
operativa di riabilitazione del San Camillo di Torino, si
è notato come 24 pazienti affetti da artrosi dell'anca primaria
monolaterale in procinto di essere operati per l'impianto
di una protesi, abbiano tratto notevole giovamento dal trattamento
osteopatico. Molti, hanno addirittura deciso di posticipare
l'intervento.
Certo,
l'osteopatia non può intendersi come una terapia miracolosa,
ma di certo importante e complementare della medicina cosiddetta
tradizionale. L'osteopatia però non ha solo un approccio strutturale,
cioè basato sui disturbi delle strutture ossee, muscolari
e articolari; esiste anche il viscerale che si interessa della
relazione dei disturbi con gli organi come il fegato o lo
stomaco (la manipolazione viscerale è stata approfondita da
Jean Pierre Barral).
Poi
c'è l'approccio fasciale, che studia e analizza le relazioni
tra disturbi della locomozione, dolori o lesioni con le tensioni
causate dalla "fascia", ovvero la membrana (tessuto connettivo)
che ricopre i muscoli. La tensione che si viene a creare in
un punto della fascia, per un disturbo o per un trauma, può
creare alterazioni addirittura in un altro punto del corpo.
Il test che il terapista effettua al paziente permette di
individuare il punto di maggior tensione per operare sulla
causa primaria del dolore.
La
terapia craniosacrale invece approfondisce il concetto di
mobilità delle ossa del cranio dal neonato all'adulto. Il
sistema craniosacrale è formato dal liquido cerebrospinale
e dalle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale.
Si estende dalle ossa del cranio, della faccia, della bocca,
che formano il Cranium, fino al Sacrum, l'osso detto sacro.
La terapia craniosacrale è usata per localizzare o risolvere
svariati problemi, incoraggiando i naturali meccanismi di
autoguarigione del corpo, migliorando la mobilità del canale
durale e delle membrane intracraniche, dissipando gli effetti
negativi dello stress.
C'è
anche l'approccio "somatoemozionale", studiato dal dottore
americano John Upledger che ha verificato come il corpo memorizzi
fisicamente i problemi emotivi, creando delle cisti di energia,
cioè dei punti dove la rabbia, lo stress o i traumi psicologici
sfociano in un dolore o in una patologia fisica. Il terapista
allora può aiutare il paziente a parlare e tirare fuori il
problema "emozionale" per poi sbloccare quello fisico. Alla
fine la radice di tutti questi approcci è nell'osteopatia,
ma poi lo studio e l'applicazione di ricerche hanno creato
percorsi abbastanza diversi, individuabili attraverso i nomi
dei pionieri, o meglio dei gradi terapisti che hanno poi creato
delle loro scuole.
Per
l'approfondimento delle tecniche, visita le pagine dei Pionieri:
Alain
Bernard
Marcel
Bienfait
A.J.
Köning, rappresentante europeo del metodo di John
Upledger
Oppure
guarda i video
che riprendono le tecniche
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