Tutto
cominciò con una truffa
Madre e figlia
arrivavano dal Kenya. Poche parole di italiano e un gruzzoletto
da investire. Quando sbucarono dalla stazione Termini, piazza dei
Cinquecento non deve essere sembrata più piccola dell’Africa. Anche
la città aveva i suoi pericoli.
“Non conoscevamo
neanche bene la lingua - racconta Ahnia - così io e mamma siamo
state truffate. Eravamo
arrivate per cercare un negozio da comprare”, continua la ragazza.
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Alcune
delle sculture di legno che Ahnia ha in vendita
| “Volevamo
creare un business di import-export tra l’Africa e l’Italia. Ma l’uomo
che ci ha venduto questo negozio, un egiziano, era un imbroglione. Convinse mia
madre a firmare delle carte e così finimmo per pagare molto più del dovuto”.
Benvenute a Roma.
Non è iniziata nel modo migliore l’avventura italiana della famiglia Mwangovya,
ma tenendo duro ce l’hanno fatta, anche contro i pregiudizi. “Qualche
anno fa - prosegue con aria timida - non mi piaceva proprio questo Paese. Mi accorgevo
persino che la gente non voleva sedersi accanto a me sull'autobus.Poi,
per fortuna, ho conosciuto degli italiani simpatici e ho fatto amicizia”. Per
entrare nel negozio di via Rattazzi, bisogna chinarsi un pò o si sbatte
la testa, tanto è stretta l’entrata. Ma quando si scendono le scale, si lascia
Roma per entrare nella savana. Da
ogni scaffale, da ogni angolo fanno la posta leoni, giraffe, elefanti e guerrieri
armati di lance. Tutto di legno. Qui vengono a fare la spesa i venditori ambulanti.
Quelli che stendono per terra un telo e ci apparecchiano ogni genere di mercanzia.
“Sono quasi tutti ragazzi senegalesi”, spiega Ahnia.
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Tamburi
in vendita nel negozio
| “Arrivano
col treno a Termini, comprano la merce da me o in altri negozi di questa zona
e poi ripartono". La destinazione? Le strade delle città di tutta
Italia, dove vendono la mercanzia e, d'estate, le spiagge. La
famiglia di Ahnia, è rimasta quasi tutta in Kenya. Là ha nove fratelli e un papà
pensionato, anche la mamma ha fatto ritorno in patria. “Al più piccolo dei miei
fratelli - racconta Ahnia - mando dei soldi ogni tanto".
"A dir la verità - ammette - un po’ mi annoio a stare tutto il giorno in
negozio, ma per fortuna mi vengono spesso a trovare gli amici. E poi ho il computer
che mi tiene compagnia. Da quando ho internet sono diventata una grande navigatrice”. |