Quei morsi
d'amore

Cuccioli e uova


Non sono prolifici. Impiegano anni per raggiungere la maturità sessuale, si accoppiano raramente, producono uova grosse e poco numerose. Lo sviluppo embrionale dura fino a 24 mesi.
“Ma la riproduzione – spiega Claudia Gili, veterinaria dell’Acquario - è evoluta, simile a quella dei mammiferi. Per accoppiarsi, il maschio può avvolgersi attorno alla femmina, oppure trattenerla con i denti per le pinne pettorali o sul dorso, un po’ come i gatti quando addentano la femmina alla collottola. Per questo la pelle delle femmine porta spesso i caratteristici segni chiamati “morsi d'amore”, ferite che però non danneggiano i tessuti perché nelle femmine la pelle è molto spessa”.
Gli squali maschi possiedono un paio di pterigopodi, organi di penetrazione cilindrici formati da pinne pelviche modificate. Associate agli pterigopodi ci sono due sacche muscolari che sono disposte in avanti sotto la pelle del ventre; prima dell'accoppiamento si riempiono di acqua di mare che, durante l'accoppiamento, viene strizzata fuori per far affluire lo sperma nella femmina.

Le uova, una volta fecondate, vengono ricoperte di un guscio robusto come cuoio; la madre le depone in mare, attaccandole alla roccia o alle piante, in luoghi protetti. Hanno un diametro di circa 5 millimetri durante lo stadio di riposo, ma crescono fino a 30-40 millimetri durante l'ovulazione. In molti squali, però, le uova non sono deposte all'esterno, ma si sviluppano all'interno del corpo materno; queste specie, detti vivipari, partoriscono piccoli vivi che sono come adulti in miniatura.

Non sono mai state trovate femmine gravide del più grande squalo vivente, lo squalo balena.

“Assisterli durante il parto – spiega la veterinaria - non è particolarmente impegnativo, perché i nostri squali sono ovipari, quindi fanno tutto da soli. Il nostro compito è soprattutto un lavoro di prevenzione e ambientamento: far sì che l’accoppiamento avvenga nelle condizioni più tranquille possibili, senza che la presenza dei visitatori disturbi il corso naturale delle cose, o che lo squalo-mamma arrivi in perfetta salute al momento del deposito delle uova”.
Un lavoro in cui passione, adrenalina ed emozioni forti sono un tutt’uno. Ma fatto anche di tanta fatica e qualche rinuncia:”Il nostro mestiere – prosegue la dottoressa Gili - è affascinante, ma qualcosa ti toglie. Il tempo, innanzitutto, visto che si lavora più di 10 ore al giorno. E a volte, anche la possibilità di una famiglia. Più per un problema di priorità che per altro: se si ammala tuo figlio e contemporaneamente uno squalo che hai in cura, che fai?"

 
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