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"Ma in un ipermercato vendete proprio tutto?"
Cominciò tutto da un'aula universitaria
 
Galeotta fu una lezione universitaria. La Last Minute Market si può dire sia stata concepita in un’aula della facoltà di Agraria a Bologna in cui il professor Andrea Segrè (leggi qui l'intervista) teneva un corso di Economia agro-alimentare. Perché venisse alla luce ci è voluta una gestazione di più di tre anni. Adesso è un bambino che sta imparando a camminare da solo. Ma ha ancora bisogno dei suoi genitori.

È il 1998 quando, per spiegare la dinamica della commercializzazione - l’ultima tappa della filiera agro-industriale - il professor Segrè invita un suo ex-studente, responsabile del reparto ortofrutticolo di un ipermercato di Ravenna. Dalla platea un ragazzo gli chiede: «Riuscite a vendere proprio tutto in un ipermercato?». Una domanda apparentemente banale che strappa al relatore un “sì” zoppicante. La perplessità del suo ex studente fa sospettare ad Andrea Segrè che le cose non stiano effettivamente così. Finita la lezione, a tu per tu con il professore, il ragazzo infatti ammette che quel “sì” nasconde una realtà ben diversa e invita Segrè a visitare il dietro le quinte dell’ipermercato. «Mi è bastata una sola volta – racconta il professore – per rendermi conto, da agronomo, che gran parte dei prodotti che l'ipermercato buttava via erano senza dubbio recuperabili. In testa a tutti l’ortofrutta».

Luca Falasconi a un convegno

Qualche mese dopo quella lezione, Luca Falasconi, uno studente del corso di Economia agro- alimentare, va da Segrè a chiedere la tesi e il professore, raccontandogli quello che aveva visto, gli propone di indagare come si generano gli scarti in un ipermercato e se è possibile recuperare gli invenduti destinandoli all’alimentazione. Luca Falasconi non sa ancora che, accettando la proposta del suo professore, dopo qualche tempo sarebbe diventato il presidente della Last Minute Market.

«Il primo periodo di ricerca della mia tesi – spiega Luca – l’ho dedicato ad osservare quello che succedeva nell’ipermercato: chiedevo se qualcosa veniva scartato e tutti mi dicevano di no, poi andavo nell’area vendita e notavo che il personale portava via, di tanto in tanto, frutta, verdura, latticini e molto altro ancora». Luca capisce subito che le cose stanno proprio come gli aveva detto il suo professore: il personale deve scartare dei prodotti che potrebbero essere ancora tranquillamente consumabili.

Luca si laurea nel 2000 con un’idea chiara di quello che accade nella grande distribuzione e di quello che potrebbe accadere se si riuscisse a recuperare tutto ciò che viene gettato. Il modello di recupero lo propone lui, dopo aver fatto una serie di ipotesi e averne studiato dettagliatamente i pro e i contro. Con le opportune rivisitazioni e correzioni, con quella tesi è nato il modello della Last Minute Market, il primo e unico che consente di “salvare” il cibo scartato dalla grande distribuzione e di donarlo. Ma con un approccio scientifico e aziendale.


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Inchiesta multimediale realizzata da Daniela Corneo. Ultimo aggiornamento aprile 2004