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Rumori metallici lungo le rovine della più antica strada
di Roma. I colpi di spada fanno da sottofondo man mano che ci si
avvicina all’arena. Si entra passando tra due torce accese
mentre le bandiere sventolano. Ave è il benvenuto
di un legionario che controlla il combattimento dei due gladiatori
dentro le loro armature. A bordo arena quattro ragazzi seduti sulla
sabbia: indossano una tunica bianca e tra di loro si chiamano con
nomi antichi. Più in là altri gladiatori provano dei
colpi seguendo le istruzioni del loro magister. Sono i
gladiatori di oggi: una decina di persone, dai 16 ai 55
anni, dallo studente al bancario. Si allenano due volte a settimana,
ma si incontrano quasi tutte le sere nella loro arena per stare
tra di loro. Imparano a portare le armature, a usare le
antiche armi, studiano la storia dei gladiatori, ricreano i loro
eroici combattimenti e si sfidano tra di loro. Quando sono
a casa cuciono il loro costume e sognano di combattere al Colosseo.
Una passione insolita, un impegno costante: basta sentire i colpi
delle loro spade per capire che fanno sul serio. Fino a notte inoltrata,
poi comincia a sentirsi odore di salsicce: mangiano tutti insieme,
qualcuno va in magazzino si toglie la tunica, si mette jeans e camicia
e lascia l’arena.
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