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Diversa
è la formazione di Laura e Gabriella - rispettivamente disegnatrice
fissa e collaboratrice della vetreria - se paragonata a quella di
Donato e Stefano. Loro il mestiere non l’hanno ereditato dai
padri ma l’hanno imparato a scuola.
Laura
Venditti, 30 anni, lavora alla bottega Giuliani da un anno
e mezzo. Diplomata all’Accademia delle Belle Arti,
nel suo passato ha dipinto, lavorato la ceramica e il legno, fatto
mostre; ha lavorato, poi, prima in una vetreria di Rieti e successivamente
in un’altra sulla Magliana a Roma. Lì ha imparato a
tagliare il vetro e a rilegare i pezzi
con l’ottone e il piombo. “Ma nelle altre vetrerie –
spiega – il piombo viene saldato a battuta, qui invece vengono
incastrati l’uno dentro l’altro”.
Alla vetreria Giuliani, si occupa di disegnare e progettare
bozzetti e ingrandimenti. “Mi piacciono i lavori
manuali – dice – mio padre è meccanico”.
Sua figlia di tre anni, a forza di vedere la mamma
portarsi a volte il lavoro a casa, dice sempre che anche lei vuole
“fare il vetro”. Ma Laura, una volta cresciuta
non glielo consiglierebbe. “Quindici anni fa – racconta
– la richiesta di lavoro artigianale era superiore
all’offerta. Serviva molto personale per soddisfare
la domanda. Si lavorava soprattutto per le chiese, ma molte erano
anche le richieste dei privati. Oggi mi sembra un mestiere
senza futuro”.
“Sarà
il momento di recessione che stiamo vivendo un
po’ in tutti i campi” interviene la bionda Gabriella
Titotto, 33 anni, pennello in mano e camice bianco addosso.
Lei, collaboratrice dei Giuliani da anni, in laboratorio
ci passa ogni tanto, quando ce n’è bisogno. Al momento
è occupata a dipingere una serie di vetrate sacre
per una chiesa di Pescara, da bozzetti di Guido Veroi,
suo ex professore alla Scuola dell’arte della medaglia
(ora Centro numismatico). Normalmente lavora a medaglie, monete,
restauri e francobolli, ma non disdegna l’arte della vetro:
“Sono arrivata qui per caso, non sono specializzata in vetrate,
ma mi piace e lo farei come lavoro”. Ma riguardo alla formazione
offerta in questo campo, Gabriella – che dopo essersi
diplomata al liceo artistico e poi al Centro
numismatico, ora frequenta la Scuola del restauro
a Piramide – dice: “All'istituto di restauro, ci si
occupa per lo più di pittura e scultura. Rispetto a queste,
l’arte della vetrata è molto meno conosciuta.
Non è pubblicizzata, è più settoriale, un po’
come i mosaici. Alla scuola anni fa c’era un corso di restauro
di vetrate, ma poi è stato soppresso. Se una persona
fosse interessata a imparare, non saprebbe dove studiarlo”.
I
veterani: Donato e Stefano
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