“Abbiamo razionalizzato i servizi: ad esempio, abbiamo assegnato un monte ore per le attività giornaliere di assistenza. Solo nei casi più gravi (come quello di Marianna, ndr), sono stati assegnati quattro studenti part time”, ha osservato Franco Fortini, ex direttore dell’Ersu. Sei anni fa era diverso. Ricorda Marianna: “All’inizio avevo nove persone con me, poi li hanno ridotti nel tempo a quattro”. L’anno scorso, anzi, è stato necessario un finanziamento della Regione per garantire l’assistenza di Marianna e di altri disabili. Le ore assicurate dall’Ersu a Marianna non sono bastate: i quattro studenti part-time sono pagati per un totale di 1500 ore l’anno, insufficienti a coprire le esigenze quotidiane di Marianna. “Quest’anno non si sa, non pensiamo di ricevere contributi dalla Regione”, nota Fortini.


Assistenza volontari in diminuzione

Anche il “reclutamento” degli accompagnatori è diventato un problema: “Nella procedura di selezione per gli assistenti diamo la priorità agli studenti di Scienze della formazione, o agli amici e ai parenti di studenti disabili. Negli ultimi due anni, però, è stato difficile trovare qualcuno disposto a seguire i disabili”, dice sconfortata Marialuisa Valdarchi, responsabile dei servizi di assistenza Ersu.


I casi nella regione Marche


Nelle altre università marchigiane l’assistenza ai portatori di handicap che ne fanno richiesta è più limitata. A Macerata c’è una cooperativa di servizi che ha il compito di aiutare gli studenti disabili a raggiungere le strutture universitarie. E’ previsto un docente-tutor in ogni facoltà, ma non c’è l’assistenza continuata di studenti part-time. A Camerino, invece, solo gli studenti ipovedenti fanno richiesta di servizi per disabili: è offerto un tutorato di ragazzi già laureati. L’assistenza si limita all’accompagnamento nelle sedi delle Facoltà: questo servizio è realizzato da due collaboratrici dell’Università. I disabili ospitati nei collegi dell’università di Ancona, invece, sono quasi del tutto autosufficienti: “Noi utilizziamo anche l’aiuto tra pari: ad esempio, se si tratta di studiare affianchiamo allo studente disabile un collega della stessa Facoltà”, osserva Maria Assunta Vecchi, responsabile del servizio di assistenza.

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