di Elisa Anzolin

Ogni anno a Marghera, il porto commerciale di Venezia, arrivano navi da tutto il mondo e con loro decine di migliaia di marittimi di ogni nazionalità. Molti scelgono di imbarcarsi solo per sfuggire dalla povertà dei loro paesi d’origine. Ma, in molti casi, la vita a bordo è dura e non offre garanzie. Spesso i salari sono bassi, le condizioni igieniche e di sicurezza insufficienti, soprattutto se l’imbarcazione batte una bandiera di comodo, ovvero il vessillo degli stati che offrono agli armatori vantaggi fiscali e poche norme da rispettare per la tutela dei lavoratori. Una volta a terra, il porto offre ben pochi servizi: a volte può essere difficile anche solo telefonare o fare qualche acquisto al centro commerciale, irraggiungibile per chi vive su una nave.

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