I pericoli e le vergogne


Se rivive il medioevo

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La città abbandonata due volte

Nella campagna romana c'è una città invisibile. Galeria è la città morta che, a 200 anni dalla sua fine, non ha ancora trovato pace. Un luogo così affascinante, ricco di storia e leggende, vittima della noncuranza e del vandalismo.

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Così vicina alle ultime villette di periferia che da queste parti nascono dal giorno alla notte, in mezzo a due strade frequentate come la via Braccianese e la via Cassia, Galeria si nasconde sotto una coltre di alberi e cespugli. Qui i rumori della modernità sono un ricordo, c'è solo il silenzio di una città che, si dice, nacque etrusca, fu romana e diventò potente nel medioevo. Galeria è uno dei pochi luoghi ad avere anche un certificato di morte: c'è scritto 1809, l'anno in cui l'ultima famiglia abbandonò per sempre il borgo. Nel 1999 quest’area è stata riconosciuta “monumento naturalistico e archeologico” di interesse regionale e in quanto tale è gestita dall’ente Roma Natura, anche se è un’azienda agricola, la Pisorno, la proprietaria da quasi venti anni.

A giudicare dai sacchi di immondizia e dalle bottiglie sparsi un po’ ovunque intorno alle rovine, o dalla piccola discarica a cielo aperto poco prima del sentiero d’ingresso, però, non si direbbe che questa area sia soggetta a dei precisi vincoli ambientali.vista da san nicola

A vederla oggi, è difficile credere che Galeria sia stata abbandonata “solo” 200 anni fa. Guardandosi intorno fra queste mura diroccate, rovinate da scritte di vandali e mangiate dalla natura, serve molta fantasia per immaginarsi eventi storici come l’assedio delle truppe papaline e normanne, venute a prendersi l’antipapa Benedetto X rifugiatosi qui, o il trionfale arrivo dell’imperatore Carlo V che nel 1536, ospitato da Girolamo Orsini soggiornò a Galeria dopo la conquista di Tunisi. Gli alberi sono cresciuti dentro le case, le piante rampicanti si sono impadronite di gran parte delle mura di cinta, soprattutto nei mesi freddi si cammina su uno spesso tappeto di foglie.

Una delle cause principale dello spopolamento di Galeria potrebbe essere stata la malaria: alle pendici della rocca scorre l'Arrone, un affluente del vicino lago di Bracciano. Il corso d'acqua, nei mesi caldi, favoriva lo sviluppo di un ecosistema insalubre.

Dal giorno del suo abbandono, Galeria ha vissuto due secoli di furti e spoliazioni. A cominciare dai suoi ex abitanti, che tornarono per riprendersi ciò che apparteneva loro: suppellettili di ogni tipo, ma anche travi, infissi, stipiti. Le due chiese principali, Sant’Andrea e San Nicola, hanno subìto una sorte simile: diversi oggetti di valore vengono portati a Cesano nel 1834 con il consenso del vescovo. Anche l’orologio che sovrastava l’entrata principale è stato rimosso. Oggi rimane solo la sagoma tonda scolpita nel muro. Secondo alcuni, l’orologio sarebbe lo stesso della chiesa di Santa Maria in Celsano, ma non ve ne è prova. Al resto pensarono i predatori di opere d’arte e i vandali. 

Nei primi anni dopo la diaspora c'è chi tenta di ridare vita al borgo, ma ogni tentativo fallisce. Così il tempo passa. Nella vicina Roma si scrive la storia: la repubblica romana, la presa di porta Pia, la marcia delle camicie nere, la Seconda Guerra Mondiale e la nascita della Repubblica italiana. La capitale si espande fino ad arrivare a pochi chilometri da Santa Maria di Galeria, che oggi fa parte del XX municipio. A Cesano sono spuntate le contestatissime antenne di Radio Vaticana, quelle che si vedono distintamente da uno dei punti più alti della rocca, la chiesa di Sant’Andrea. Difficile trovare un posto migliore per far perdere le proprie tracce e farsi dimenticare dalla polizia...[continua]

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