Guinza, la galleria dimenticata tra "Due Mari" » Multimedia http://ifg.uniurb.it/network/sofia di Alberto Sofia Thu, 27 Mar 2014 18:00:47 +0000 en-US hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.5.1 di Alberto Sofia Guinza, la galleria dimenticata tra "Due Mari" no di Alberto Sofia Guinza, la galleria dimenticata tra "Due Mari" » Multimedia http://ifg.uniurb.it/network/sofia/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it/network/sofia/category/mm/ Quel brindisi all’incompiuta: Il ricordo amaro della festa http://ifg.uniurb.it/network/sofia/2012/04/16/ricordo-fest/ http://ifg.uniurb.it/network/sofia/2012/04/16/ricordo-fest/#comments Mon, 16 Apr 2012 22:53:20 +0000 albertosofia http://ifg.uniurb.it/network/sofia/?p=1 GUINZA (MERCATELLO SUL METAURO) – Doveva essere un giorno da ricordare, uno di quelli da raccontare a figli e nipoti. Per i duemila abitanti di Mercatello sul Metauro, in provincia di Pesaro Urbino, il primo novembre 1990 era il giorno della grande festa.

Per tutti l’appuntamento era alla Guinza, per la storica apertura del cantiere. “Entro un anno – annunciò Gianni Prandini, allora ministro dei lavori pubblici, poi finito sotto inchiesta per tangenti – voglio tornare per l’inaugurazione”. Il progetto prevedeva di realizzare, tra i comuni di Mercatello e San Giustino, una galleria di 6 chilometri che, attraversando l’Appennino, avrebbe finalmente collegato in modo rapido le Marche all’Umbria, e da lì alla Toscana.

Dall’inaugurazione del pre-foro fino a oggi sono passati più di vent’anni, ma ancora alla Guinza tutti aspettano il passaggio della prima auto.

Resta solo il ricordo amaro della festa, “costata – ricordano in molti – quasi 300 milioni di vecchie lire”. Tanto sfarzo a Mercatello non si era mai visto: “Hanno bevuto e mangiato, ricordo i camerieri con i guanti bianchi che servivano caviale e champagne”, afferma Franco, titolare del Bar Rinaldi a Mercatello, presente il giorno dell’inaugurazione.

“Che fine hanno fatto tutti quei soldi?”, denunciano altri abitanti, ormai disillusi. Secondo loro la galleria non verrà mai completata: “Colpa della classe politica, di ieri e di oggi”, concordano. Eppure c’è chi non ha perso la speranza: “Sarei pronto a pagare un pedaggio pur di vederla completata”, spiega Franco.

Nonostante la spinta per far ripartire il cantiere, di certezze per gli abitanti della Valle del Metauro ne restano poche.

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Cittadini e Wwf in difesa del torrente Sant’Antonio http://ifg.uniurb.it/network/sofia/2012/04/10/metauro/ http://ifg.uniurb.it/network/sofia/2012/04/10/metauro/#comments Tue, 10 Apr 2012 22:45:54 +0000 albertosofia http://ifg.uniurb.it/network/sofia/?p=139

Il torrente Sant'Antonio alla Guinza

MERCATELLO SUL METAURO – Una vallata tagliata a metà, colline traforate e pesci a rischio scomparsa. A pagare il prezzo dei lavori non sono solo i contribuenti, ma la stessa valle del Metauro. Compreso il torrente Sant’Antonio, già in passato a rischio inquinamentoper il rilascio sul suo corso delle acque di scarico provenienti dal cantiere.

Acque sporche che dovevano essere depurate e che si sono invece riversate, cariche di detriti, nel torrente Guinza. Da lì, attraverso il Sant’Antonio, hanno raggiunto il fiume Metauro fino a Urbania. Il motivo? Tutta colpa di normative non rispettate e di controlli approssimativi sulla regolarità dei lavori.

Eppure era stato lo stesso ministero dell’Ambiente a fissare le regole: il via libera per la compatibilità ambientale veniva concesso all’Anas Marche solo “a condizione checome si legge in un documento del 21 marzo del 2000 fosse impedito, durante i lavori, il deflusso delle acque dei cantieri verso i corsi d’acqua, provvedendo alla raccolta e al deflusso stesso degli scarichi“. Obblighi che sono rimasti sulla carta o che, quantomeno, sono stati realizzati in modo superficiale.

IL PRECEDENTE – Negli anni ’90, durante i primi lavori al cantiere della Guinza, la Sir Spa (Società imprese riunite), poi fallita, aveva ottenuto la possibilità di rilasciare le acque reflue, dopo averle depurate, nel torrente che attraversa l’area. Nonostante gli obblighi, nel corso d’acqua furono riversate acque sporche di polveri. “Ci sono voluti sei anni prima che venisse recuperato l’equilibrio della fauna fluviale”, spiega Giuseppe Dini, vicepresidente del Wwf Marche. Scarichi di fanghiglia che rendevano lattiginoso il fiume Metauro fino a Urbania.

LA STORIA SI RIPETE – Per il fiume e i suoi pesci il pericolo però non era ancora scampato. Alla ripresa dei lavori, subappaltati nel 2000 dalla Romagnoli Spa alla ditta Vienne Costruzioni Spa, è il pescatore Dario Antonelli a denunciare al corpo forestale un’improvvisa moria di trote e il colore grigiastro delle acque. Così le autorità, il 22 febbraio 2001, accertano “l’evidente stato d’inquinamento delle acque“, come si legge nel verbale del sopralluogo. Per Tino Sciaini (capocantiere dei lavori) e Stefano Maria Neve (legale della Vienne Costruzioni) l’accusa notificata al termine delle indagini preliminari (il 18 ottobre 2011) è quella di danneggiamento e scarico non autorizzato di acque reflue. Archiviato invece il reato più grave, relativo all’alterazione dello stato dei luoghi, in quanto al pm “non risulta configurabile l’attività in termini rilevanti“.

La Vienne Costruzioni però si difende: denuncia ai carabinieri di Mercatello sul Metauro la manomissione, da parte di ignoti, della tubatura che portava le acque reflue al depuratore, solitamente chiusa.

I CONTROLLI – Per verificare lo stato del fiume interviene così l’Arpam, l’ente regionale per la protezione delle acque. Vengono prelevati e analizzati campioni da punti diversi del torrente: se – come si legge in una relazione del febbraio dello stesso anno- a monte del traforo e della discarica (il sito dove venivano ammassate le lapidi scavate dal traforo) l’ambiente risultava poco o per nulla danneggiato, a valle della galleria i residui avevano lasciato il segno. L’ambiente risultava fortemente degradato, temporaneamente incapace di autodepurarsi a causa della progressiva scomparsa delle catene alimentari, ovvero di pesci e insetti.

Il corso d’acqua era diventato così senza vita in poco tempo. In attesa dei risultati dell’Arpam, anche alcuni abitanti di Mercatello sul Metauro, riuniti in un comitato cittadino, cercavano di dimostrare la presenza dei sedimenti di scarto: “Ricordo che in una bottiglia d’acqua da un litro e mezzo, utilizzata come campione, oltre metà era inquinata dalla melma”, spiega Marco Balducci, uno degli agricoltori espropriati.



IL PATTEGGIAMENTO DEL CAPOCANTIERE – Il danno ambientale non era però permanente. Obbligata la Vienne a intercettare e depurare le acque che fuoriuscivano dal cantiere, in un nuovo accertamento dell’Arpam emergeva il progressivo ripristino della vita nel torrente. “La natura per fortuna ha la capacità di autoriparsi, anche se non tutti i danni sono rimediabili”, spiega Giuseppe Dini.

Intanto le indagini proseguivano. Il corpo forestale aveva infatti informato l’autorità giudiziaria:così partiva il processo nei confronti del capocantiere e del legale rappresentante della Vienne Costruzioni, durante il quale il Wwf si costituì parte civile. Una scelta alla quale si allineò in seguito anche la provincia di Pesaro Urbino, per “danneggiamento morale e patrimoniale, in ragione delle competenze in materia di tutela ambientale“. Tra il 2003 e il 2004 le sentenze: il capocantiere chiese e ottenne il patteggiamento, così fu punito con tre mesi di reclusione. Assolto invece il legale: nella sentenza si legge infatti come il capocantiere Tino Sciaini, fosse da ritenersi “l’unico esclusivo assuntore delle scelte operative del cantiere”. Il legale, inoltre, chiariva il giudice, si era preventivamente attivato per richiedere l’autorizzazione allo scarico (quella concessa alla SIR nel ’92, ormai scaduta), quindi aveva assolto alle sue funzioni di controllo.

“Anche se dal punto di vista giuridico il patteggiamento non è una condanna, le responsabilità sull’inquinamento del torrente erano chiare”, aggiunge Giuseppe Dini.

La speranza di associazioni e cittadini è che, qualora riprenderanno i lavori, ci siano maggiori controlli per tutelare i tesori ambientali della vallata. Anche perché, con il tempo, il fiume si è pian piano ripulito: “Oggi le acque del Sant’Antonio sono tornate alla normalità”, conclude Marco Balducci. A dominare la valle però, in attesa di novità, resta ormai solo il cemento.

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Tutti i numeri della “Fano – Grosseto” http://ifg.uniurb.it/network/sofia/2012/03/12/tutti-i-numeri-della-fano-grosseto/ http://ifg.uniurb.it/network/sofia/2012/03/12/tutti-i-numeri-della-fano-grosseto/#comments Mon, 12 Mar 2012 16:56:25 +0000 albertosofia http://ifg.uniurb.it/network/sofia/?p=99 4 I miliardi di euro di finanziamenti necessari per completare la “Fano – Grosseto” secondo le stime Anas Spa 900 I milioni di euro di finanziamenti necessari per collegare la Galleria della Guinza alla E45 “Orte – Cesena” 300 I milioni di euro già spesi al cantiere della Guinza, secondo le stime del presidente della provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci 270 La lunghezza totale della E78 (in chilometri) 111 La lunghezza totale (in chilometri) delle strade già aperte al traffico 3 Le Regioni coinvolte nel tracciato della “Fano – Grosseto” (Marche, Umbria e Toscana) 5 Le Province coinvolte nel tracciato della “Fano – Grosseto” (Pesaro Urbino, Perugia, Arezzo, Siena, Grosseto) 52 Gli anni passati da quando si cominciò a progettare la Fano – Grosseto, sotto la spinta del premier Dc Amintore Fanfani 22 Gli anni passati dall’inizio dei lavori al cantiere della Guinza 8 Gli anni passati dalla chiusura del cantiere della Guinza 5,9 La lunghezza totale (in chilometri) del traforo della Guinza 2 I trafori necessari per legge all’interno di una galleria , uno per ogni senso di marcia 1 Il traforo già completato al cantiere della Guinza 3 I giorni passati dagli amministratori locali all’interno del cantiere durante l’occupazione simbolica del 2010 270 La stima dei minuti oggi necessari per percorrere in auto la tratta “Fano – Grosseto” 1049 La distanza (in metri) dal livello del mare del valico di Bocca Trabaria, tra le poche alternative utili per passare dalle Marche all’Umbria 60 La stima dei minuti che si potrebbero risparmiare se la Galleria della Guinza fosse aperta al traffico 3 Le imprese (Cmc, Astaldi, Strabag, riunite in un’Ati) interessate a investire per completare i lavori della E78 45 Gli anni, a partire dal 2018, durante i quali lo Stato dovrebbe pagare un contributo alle imprese costruttrici, secondo l’ipotesi di piano finanziario ]]> http://ifg.uniurb.it/network/sofia/2012/03/12/tutti-i-numeri-della-fano-grosseto/feed/ 0