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Giornalisti, poliziotti e polemiche

di    -    Pubblicato il 12/11/2003                 

Sul caso dell’università di Bari (di cui si parla al precedente post) oggi è scoppiata la polemica. Giornalistica. Ecco la ricostruzione conologica. Il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, ha spiegato – sull’edizione pugliese – come si sono svolti i fatti:
“In questa circostanza, Repubblica ha seguito due regole, civili e giornalistiche. Quando è stata informata da una studentessa dello scambio scandaloso proposto da un impiegato dell´Ateneo – in pratica, favori sessuali per garantire una promozione – ha immediatamente sentito la necessità di investire del caso l´autorità di polizia, per i necessari accertamenti e gli interventi opportuni, a tutela della studentessa coinvolta e della collettività”.
“Quando la studentessa – prosegue Mauro – non si è sentita in grado di accettare l´invito dei carabinieri per tornare negli uffici dell´Università, sottoponendosi un´altra volta al rischio di quelle pressioni improprie, per smascherarne l´autore, Repubblica ha inviato una sua cronista sul posto, per verificare direttamente che cosa può capitare ad una giovane ragazza che chieda informazioni sui test per superare lo sbarramento del numero chiuso nell´iscrizione alle facoltà”.
Più tardi, sull’episodio, è intervenuto il presidente dell’Ordine pugliese (e giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno) Michele Partipilo: il comportamento della collega è “in contrasto con il corretto svolgimento della professione giornalistica”, ha detto. Annunciando “una più approfondita valutazione per altre iniziative che si rendessero necessarie”. La replica del capo della redazione barese di Repubblica, Stefano Costantini, è stata immediata: “Il giornale ha scelto di stare dalla parte dei cittadini che subiscono un reato, il presidente Partipilo dica con chi sta”. Infine sono arrivate le parole del segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi: “La collega ha rispettato le leggi e i canoni deontologici della professione e non comprendo come possa essere sottoposta a sanzioni da parte dell’Ordine”. Materiale per discutere, insomma, ce n’è. (M.)

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