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Della superiorità del testo scritto, ovvero: l’età dell’oro non è mai esistita

di    -    Pubblicato il 5/11/2008                 

No, non ho dimenticato la discussione di metà ottobre con un paio di voi che cercavano di convicermi come la multimedialità rischiasse “dal punto di vista epistemologico” (?) di “rendere troppo facili” l’informazione e la cultura.

Ambedue, mi sembra, sembravano rifarsi con nostalgia a un’età dell’oro nella quale la fatica della cultura che passa per il testo scritto veniva rivendicata come metro sul quale misurare le forme di comunicazione e di informazione odierne. Trattasi di posizioni tecnicamente “reazionarie” :-), essendo il vagheggiamento della “età dell’oro” nei diversi campi umani un elemento costante di tutti coloro che “reagiscono” alle novità, negandone i presupposti.

L’età dell’oro non sono mai esistite in nessun campo. Neppure nel nostro. tant’è che sono quasi due secoli che periodicamente qualcuno si lamenta dell’abbassamento culturale dei media dovuto all’inserimento delle immagini. E’ successo per la tv, per il cinema, per la fotografia e – scopro solo ora, io ignorante – anche per le illustrazioni a stampa che nell’Ottocento cominciarono a “guarnire” i giornali.

Lo fece nel 1846 il grande poeta romantico William Wordsworth (nomen omen!), con una poesia intolata nientemeno che: “Libri e giornali illustrati“. Eccola (mia la sottolineatura):

DISCOURSE was deemed Man’s noblest attribute,
And written words the glory of his hand;
Then followed Printing with enlarged command
For thought–dominion vast and absolute
For spreading truth, and making love expand.
Now prose and verse sunk into disrepute
Must lacquey a dumb Art that best can suit
The taste of this once-intellectual Land.
A backward movement surely have we here,
From manhood,–back to childhood; for the age–
Back towards caverned life’s first rude career.

Avaunt this vile abuse of pictured page!
Must eyes be all in all, the tongue and ear
Nothing? Heaven keep us from a lower stage!

La ho trovata citata in un bellisimo libro che sto leggendo e che consiglio a tutti, allievi e colleghi:
Supermedia. Saving journalism so it can save the world, di Charlie Beckett.

(mtl)

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