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Sciopero e acqua pubblica “Un’occasione per invertire la rotta”

di    -    Pubblicato il 13/04/2011                 
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Loris Campetti e Gianni Rinaldini, tra i relatori della conferenza

URBINO – Uscire dalla crisi economica con un modello di sviluppo alternativo, ridando voce ai movimenti. In quest’ottica si inseriscono anche lo sciopero del 6 maggio contro gli accordi separati (proclamato dalla Cgil) e la difesa dell’acqua pubblica con il referendum del 12 e 13 giugno. Sono stati questi i principali temi affrontati durante la conferenza pubblica organizzata ieri sera dagli studenti dell’Assemblea Permanente, in occasione dell’iniziativa “(R)Esistenze Anomale”. All’incontro hanno partecipato anche Loris Campetti, giornalista del Manifesto, e Gianni Rinaldini, ex segretario generale della Fiom.

“Occorre aprire nuovi spazi di democrazia – ha affermato Rafael Campagnolo, dell’Assemblea Permanente – e come collettivo studentesco vogliamo offrire il nostro contributo. Rilanciamo l’idea del reddito minimo di cittadinanza e denunciamo la progressiva regressione dei diritti e l’aggressione ai beni comuni”. Un processo che coinvolge anche gli studenti universitari, sui quali pesano i tagli drastici sul diritto allo studio (oltre 240 milioni in tre anni) e quelli al fondo di finanziamento ordinario delle università.

La riflessione della serata si è poi incentrata sui prossimi appuntamenti dell’agenda politica, in particolare sullo sciopero generale del 6 maggio, proclamato dalla Cgil. “Lo sciopero generale contro Confindustria e governo non può essere un atto di testimonianza: deve proporre una via d’uscita dalla crisi economica che non sia la semplice riproposizione del modello attuale” ha affermato Rinaldini. Il sindacalista ha invitato movimenti, studenti e precari a costruire un percorso comune: “Fare una semplice sommatoria delle questioni non serve, è necessario elaborare un percorso comune tra le diverse esperienze in mobilitazione”.

Concorde il pensiero di Loris Campetti: “Lo sciopero è l’occasione per invertire la rotta. L’Italia non è un paese pacificato come si vuole mostrare, come dimostrano le lotte nelle fabbriche e nelle università”. L’obiettivo è però quello di connettere le diverse pratiche: “L’esperienza di Uniti contro la crisi va in questa direzione: lo sciopero riguarda tutti, è in gioco la democrazia stessa del nostro paese” ricorda Campetti.

Il tema del lavoro emerge a più riprese: “Lo sciopero è un atto di responsabilità. Scenderemo in piazza contro la pratica degli accordi separati, che minano la solidarietà dei lavoratori, per ribadire la centralità del welfare e richiedere la tassazione delle rendite finanziarie” ha spiegato Loredana Longhin, della segreteria provinciale Cgil. “Sabato scorso eravamo ad Ancona per difendere il diritto al lavoro delle nuove generazioni”, ha concluso la Longhin, ricordando l’interesse del sindacato verso il il mondo giovanile.

“L’eliminazione dei diritti del lavoro non è certo la soluzione alla scarsa produttività: occorre cambiare il modello di sviluppo – ha invece sottolineato Tarcisio Porto, assessore provinciale all’ambiente – , definendo quali siano oggi i settori sui quali puntare”. Un discorso che coinvolge il territorio provinciale: “L’impegno per la green economy non può essere rinviato. Abbiamo dato soldi all’agricoltura spesso in modo paternalistico, per un modello in realtà poco produttivo e altamente inquinante”, ha concluso Porto.

Tra le resistenze anomale grande spazio è stato offerto ai comitati per l’acqua pubblica, in vista dei referendum del 12 e 13 giugno. “La privatizzazione del servizio idrico ha causato l’aumento delle tariffe e il decremento degli investimenti di oltre il 50%” ha affermato Margherita Ciervo, del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. “La questione dell’acqua è la chiave di volta di un sistema globale. Affermare la non rilevanza economica e il suo carattere pubblico sarebbe un grande passo per costruire un’alternativa credibile” ha spiegato Ciervo. “Il governo però continua a ignorare gli italiani: la proposta di legge d’iniziativa popolare presentata nel 2008 non è stata presa in considerazione dalla Camera. E’ la dimostrazione della debolezza della nostra democrazia”.

I presenti hanno infine ricordato il decimo anniversario del G8 di Genova: “Chi denunciava i rischi del sistema economico non sbagliava. Non servono celebrazioni, ma occorre recuperare lo spirito di quel grande movimento, ricostruendo un grande movimento di massa”.

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