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Successi e disastri del progetto ideale. Dorfles: “Islam, utopia fallita”

di e    -    Pubblicato il 18/04/2011                 
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URBINO – C’è un’utopia positiva, quella che serve, e un’utopia negativa, che danneggia e non migliora l’umanità: “Tutti si affrettano a fare delle utopie buone. Ma la maggior parte sono dis-utopie, utopie andate male. Di fronte a qualche utopia ben riuscita, le altre stanno naufragando.” È questa la base del concetto del progetto ideale nella mente di Gillo Dorfles. L’incontro col critico d’arte (101 anni), pittore e filosofo italiano si è tenuto all’interno del ciclo di eventi “Dialoghi dell’utopia” dal titolo “Utopia e arte”, organizzati dal LaRiCa, il Laboratorio di Ricerca di Comunicazione Avanzata dell’Università di Urbino.

Utopia e religione
Le utopie più formidabili secondo Dorfles sono le religioni. “Il buddismo, il cristianesimo, l’islamismo, sono tutte delle grandi forme di utopie. Alcune sono riuscite bene, altre finiscono malamente come l’Islam. “Le religioni da una parte e le superstizioni dall’altra. “Cosa c’è di più utopico del non far cadere il sale a tavola e di un cornetto in tasca?”.

Utopia nell’architettura
A volte l’idea di architetti o governi funziona. Dorfles parla dell’architettura che diventa soluzione come a Brasilia: “Se è vero, l’uomo riesce a inventare una capitale che non c’era. Ebbene, lì c’è una utopia riuscita.” Un altro caso è Bilbao con il Guggheneim Museum. “Il museo è diventato il cuore di una città fatta rinascere, ora c’è un porto rinomato, una metropolitana. L’area baltica di Bilbao è diventata una delle aree più trionfanti della Spagna” conclude. In Italia abbiamo Salerno: “Aveva una lungomare abbandonato, circolazione pessima.

Nel giro di 5-6 anni la città è cambiata totalmente, le strade sono migliorate, il lungomare è stato rifatto. Non solo, il sindaco Vincenzo De Luca ha chiamato una serie di architetti contemporanei per edifici nuovi come il Grande Tribunale, qualificando il rione che lo ospitava. Renzo Piano vi ha fatto un porto turistico. Mentre, a confronto, il modello urbanistico di Napoli ha fallito.” Il critico però continua a difendere il valore delle città del Meridione: “Non abbiamo bisogno di Bolzano per trovare una città pulita. Il Sud Italia ne è pieno”.

Utopia-asimmetria. Dorfles si sofferma sull’utilità di seguire leggi nell’arte e nella letteratura, precisando: “L’uomo si deve accorgere che un’epoca è finita, e con essa la sua creatività. Il Giappone è riuscito a fare qualcosa di opposto a quello che erano i canoni europei.”

Utopia e nuove tecnologie. Gli arnesi ci sono ma manca la creatività. “Dal tornio in poi l’uomo ha inventato e si è servito di forme tecnologiche per creare. Ci vuole poi la mente creativa per servirsi di questi mezzi.”

Alla fine secondo Dorfles le buone utopie non vengono accettate volentieri. Infatti è più facile che vengano approvate quelle cattive, che spesso fossilizzano l’uomo: “L’utopia cade nel conformismo. Una cosa che si vede quotidianamente nell’arte contemporanea”. Un dibattito vivace, con molte domande da parte della professoressa Lella Mazzoli (coordinatrice dell’incontro) e Luca Cesari, professore di Estetica all’Accademia delle Belle arti di Urbino, degli studenti e del pubblico. Ma il mondo dell’arte sta in mano ad artisti o a critici? “E’ più in mano ai mercanti. Che a loro volta hanno critici pronti a servirli”.

Le nostre tre domande a Gillo Dorfles

Urbino secondo lei ha fallito il suo obiettivo di essere una città ideale?
Urbino è una delle città più belle d’Italia e mi sembra che si sia conservata bene. Anni fa il sindaco di Urbino mi chiese se secondo me doveva intonacare le facciate dei palazzi storici. Gli dissi che pensavo fosse meglio lasciare il laterizio a vista. Credo che abbia seguito il mio consiglio. Da quello che so in piazza della Repubblica c’è solo un edificio intonacato, ma quell’intervento risale a prima della mia chiacchierata col sindaco.

Ha parlato di religione come utopia, a volte portatrice di conseguenze positive, a volte negative. Può spiegarcelo meglio?
La religione cristiana secondo me ha portato a conseguenze positive promuovendo i valori dell’amore e fratellanza. In altri casi, penso alla religione musulmana, a quella animista o ai mormoni, i risultati ispirati a quei valori, tradotti nel quotidiano, hanno causato delle realtà nefaste cruente, completamente negative.

Lei crede in Dio?
Queste sono domande che non si fanno.

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